Indagine epiddemiologica in Val D’Agri, Filippo Massaro (portavoce Csail): perchè non affidarla al centro medicina ambientale di Villa d’Agri? Di seguito la nota integrale.
Strana “coincidenza” oggi quella della riaccensione della fiaccola del Cova di Viggiano con la presentazione dell’ indagine epidemiologica “EpiBas” da realizzare in Val d’Agri. Non si poteva pensare ad un colpo ad effetto migliore. Ne prendiamo atto. Ma più che la strana “coincidenza” – da interpretare come ulteriore rassicurazione alla comunità della Val d’Agri, checontinua a non fidarsi ed ha più motivi per farlo, perchèdopo lo screening sui tumori realizzato dai medici di famiglia negli anni passati, ha assoluto bisogno di una verifica di comprovata scientificità sull’impatto derivante dall’impatto della produzione petrolifera sulle condizioni di salute dei cittadini,è la scelta della Fondazione “Basilicata ricerca Biomedica” quale organismo di ricerca che non convince. Qualcuno dovrebbe spiegare cosa ha fatto questa Fondazione in tre anni dalla sua istituzione. La Fondazione è da sempre un oggetto misterioso che di non misterioso ha solo la struttura dirigenziale, con a capo un ex assessore regionale alla Sanità, e con le note motivazioni della sua scelta dopo che si è ritrovato senza poltrona. Eppure all’organismo istituito con un semplice articolo di una di quelle leggi che contengono di tutto e di più (la legge di stabilità 2014) sulla carta erano attribuiti compiti importanti tra i quali la promozione, il coordinamento, la realizzazione di programmi di ricerca scientifica in ambito socio-sanitario, con particolare riferimento alle patologie cronico degenerative e a patologie emergenti, le malattie rare e quelle indotte da inquinamento ambientale. Per non parlare delle funzioni di aggiornamento culturale e crescita professionale degli operatori del settore, promozione dello sviluppo tecnologico di tutta la filiera compresa quella terapeutica.Francamente però si ignora cosa abbia fatto in questi tre anni la Fondazione, costata 100 mila euro l’anno solo di compensi. E qualcuno dovrebbe spiegare il rapporto Fondazione-Arpab tenuto conto che l’Azienda regionale è diventata socia della Fondazione nell’aprile 2016 e dunque se non ha personale, mezzi e strumenti perché non delegare direttamente all’Arpab le funzioni di coordinamento di così rilevanti attività di ricerca. Ma tra le tante incognite del progetto annunciato ad effetto scenografico c’è quella del Centro di Medicina Ambientale che la Giunta Regionale aveva promesso di istituire a Villa d’Agri proprio ai fini di fare ricerca. E’ evidente che il Centro da realizzare nell’Ospedale zonale è definitivamente naufragato a meno che non si voglia prendere in giro la gente della valle con un ennesimo contenitore vuoto. Per noi il problema centrale però non è tanto chi fa la ricerca ma come la fa e quindi con quali garanzie di scientificità e di utilizzo delle conclusioni cui perverrà.