E’ partito in mattinata presso la chiesa del Cristo Flagellato nell’ex ospedale San Rocco il convegno “Matera cardiologia – Miocardiopatie e morte cardiaca aritmica. La riforma legislativa della responsabilità medica”.
Il responsabile scientifico dell’evento è il Dottor Giacinto Calculli, Direttore U.O.C. Cardiologia presso ASM Matera.
L’incontro si aperto con la relazione di Giuseppe Oreto sul tema ” I marker ECG di morte cardiaca improvvisa aritmica nelle malattie cardiache geneticamente determinate, a seguire Matteo Di Biase ha relazionato su “Le miocardiopatie primitive: dalla diagnosi ai percorsi di gestione terapeutica. I dottori Calculli e Di Fazio, con i moderatori Quinto e Maglietta hanno avviato il convegno sul tema “Riforma legislativa della responsabilità medica”.
Nella seconda parte dell’incontro, Vittorio Fineschi ha illustrato il ruolo delle linee guida, delle buone pratiche assistenziali e dei periti alla luce della nuova legge, Paola Frati ha relazionato sugli aspetti civilistici del ddl Gelli, Domenico Pittella sul ruolo delle assicurazioni nell’ottica della riforma legislativa e l’onorevole Federico Gelli ha spiegato la nuova architettura legislativa in merito alla responsabilità sanitaria.
Il problema della responsabilità professionale in ambito medico sta acquistando sempre maggior rilevanza, coinvolgendo gli specialisti di tutte le discipline mediche e chirurgiche. Anche i cardiologi e i cardiochirurghi, per la diffusione delle malattie cardiovascolari, la complessità organizzativa che richiede un’adeguata assistenza al paziente cardiopatico acuto, le nuove e sempre più aggressive possibilità diagnostiche e terapeutiche, devono confrontarsi con questa realtà in evoluzione, che vede il progressivo aumento del contenzioso medico-legale. Per affrontare adeguatamente il problema è necessario innanzi tutto delinearne le dimensioni; si devono quindi identificare le aree a maggior rischio di errore nell’ambito della cardiologia clinica, della cardiologia interventistica, della cardiochirurgia, pur tenendo ben in considerazione che vi sono ampie aree di intefaccia tra i diversi ambiti. Una volta identificati i problemi, è necessario valutare quali strumenti possono essere utilizzati per migliorare la qualità dei servizi offerti (sia in termini organizzativi che clinici) e ridurre la possibilità di errore e, quindi, del contenzioso medico-legale. Tra gli strumenti va di diritto inserita l’organizzazione del lavoro, con particolare attenzione ai processi che garantiscono un’adeguata qualità del “prodotto” professionale: la certificazione di qualità del lavoro medico, che vuol dire anche chiarezza dei percorsi, si coniuga molto bene con la disciplina emergente del “risk management”. La valutazione dell’organizzazione del lavoro, la capacità di analizzare con strumenti e mentalità adeguati i percorsi di diagnosi e cura per individuarne i punti deboli, la disponibilità a rendere “pubblico” l’errore, indipendentemente dalla gravità, e farne partecipe l’equipe (che in tal modo può apprendere come non ripetere lo stesso errore) per apportare i correttivi organizzativi e culturali adeguati, costituiscono un importante passo verso un esercizio professionale di maggiore qualità. Questo convegno si propone di fornire ai partecipanti cardiologi e cardiochirurghi le basi per affrontare in maniera meno improvvisata e più consapevole il problema della responsabilità professionale. Il flusso delle relazioni, e l’adeguato spazio dedicato alla discussione con esperti non cardiologi, segue la logica descritta in precedenza, e consente ai partecipanti di prendere coscienza delle dimensioni del problema, di identificare le possibili fonti di errore, in senso lato, di prendere confidenza con strumenti idonei, non propriamente medici, per migliorare la qualità e l’organizzazione del lavoro e, quindi, per ridurre la probabilità di commettere errori.
La fotogallery del convegno (foto www.SassiLive.it)