Si svolge a Matera, presso la sala convegni di Palazzo Viceconte, la seconda giornata del congresso sulla medicina di genere. Co-presidenti del meeting l’assessore regionale alla Salute, Flavia Franconi, il prof. Andrea Lenzi e il prof. Luigi Milella. Nel corso della prima parte del congresso è stato sottolineato che la differenza nella medicina di genere ha radici profonde, di natura storica e culturale. ”Il mio contributo – dichiara Andra Lenzi, presidente della Società italiana di endocrinologia – comincia da una specificità dovuta agli insegnamenti dei miei maestri che hanno creato quella che si chiama andrologia, cioè la scienza al maschile della ginecologia. All’importantissimo congresso di Matera ho portato il contributo della società italiana di endocrinologia e degli endocrinologi che dicono che, dal punto di vista ormonale è molto meglio avere i due sistemi di verifica, per esempio della farmacologia, per avere una medicina che si adatti anche al sesso femminile, che si adatti anche alle difficoltà della donna, sia bambina, adulta e anziana. Avendo anche la responsabilità della formazione nel campo universitario, perché sono presidente del consiglio nazionale e coordino il corso di laurea di medicina, ho deciso di inserire nel programma di studi molta formazione di genere nella consapevolezza che si tratta di un tema di grande attualità con cui dovremo sempre di più confrontarci. Spero che il medico del terzo millennio presti grande attenzione su questo. Per tali ragioni, insieme a Vera Regitz, che lavora a Berlino, sto costruendo un progetto internazionale che ci consentirà di mettere assieme, sul piano europeo, un curriculum di studi per i medici di domani che tenga conto di questa specificità di genere”.
Medicina di genere, congresso a Matera: interventi di Vera Regitz-Zagrosek, Daniele Gianfrilli e Fabio Pigozzi
La seconda giornata del congresso internazionale “Gender and life style: from puberty to elderly frailty”, in corso di svolgimento a Matera, presso Palazzo Viceconte, si è a aperta con la presentazione di Vera Regitz-Zagrosek sulle malattie cardiovascolari nelle donne. La dottoressa di origine tedesca ha spiegato che le cardiopatie hanno caratteristiche differenti per donne e uomini, ma, ha precisato “i fattori specifici di rischio per le donne, dovuti ad esempio alla gravidanza, non sono ancora considerati”.
La prima sessione della mattinata è proseguita con l’ intervento del dott. Daniele Gianfrilli dell’Università degli studi di Roma “La Sapienza”, sull’ influenza dello stile di vita nella fase prenatale e nell’infanzia. “La dieta materna – ha sottolineato il medico – ha conseguenze sul metabolismo del feto e in particolare fumare durante la gravidanza potrebbe accrescere il rischio di obesità e ipertensione nel figlio”. Gianfrilli ha posto l’attenzione sui rischi relativi alla sedentarietà e all’abuso dell’utilizzo di tv, tablet e smartphone da parte dei bambini. “Effetti negativi che incidono sullo sviluppo fisico, autostima e comportamenti sociali”.
Nel corso della mattinata è intervenuto anche il dott. Fabio Pigozzi, dell’Università del Foro italico di Roma, che ha presentato una ricerca su Sport e doping nell’adolescenza. Pigozzi ha evidenziato che “lo sport praticato durante il periodo adolescenziale ha un importante ruolo di prevenzione delle malattie nell’età adulta, spiegando le conseguenze negative che hanno sui giovani atleti, ragazze e ragazzi, l’assunzione di sostanze dopanti”.
Nella seconda sessione, è intervenuto, fra gli altri il professore di endocrinologia cardiovascolare Andrea Isidori, che si è soffermato sul ruolo svolto dagli ormoni, “fondamentali anche nello stabilire le nostre relazioni con il resto del mondo”.
“Da molti anni – ha detto Isidori – ci occupiamo di due ormoni, in particolare di adrogeni, fondamentali per l’uomo, ma che hanno anche una grande importanza per le donne. Infatti, il recettore degli ormoni per gli androgeni è presente sia nel cuore maschile che in quello femminile, ma i due cuori, che hanno delle risposte diverse ai farmaci, ci spingono a studiare in che modo gli ormoni sessuali possono essere protettivi nei confronti delle malattie cardiovascolari. Ci occupiamo anche degli ormoni prodotti dal surrene, che è un’altra ghiandola che studiamo da diversi anni presso l’Università Sapienza di Roma, e che produce gli ormoni dello stress, il cortisolo, e gli ormoni che controllano la pressione, i mineralcorticoidi. Oggi sappiamo che questi ormoni possono avere effetti molto diversi nell’uomo e nella donna. Questo è un elemento che va approfondito.Tutto ciò si sta appurando solo recentemente, insieme alle terapie che, molto spesso, sono proposte senza considerare quali sarebbero gli effetti provocati legati al genere e all’età. Voglio precisare che il genere non è soltanto il sesso, ma anche l’interazione tra i nostri geni e l’età e il nostro vissuto”. Il professore Isidori si è poi soffermato sugli effetti collaterali che un medicinale può produrre nelle donne e consiglia a tutte “di sollevare il problema con il proprio medico prima dell’assunzione di un farmaco. Occorre informarsi sugli effetti collaterali specifici, non solo perché si è donne, ma anche rispetto alla particolare fase della vita che si vive”. “Noi – dichiara il professore Isidori – abbiamo tre sistemi che ci consentono di interagire con il resto del mondo: il sistema nervoso, che gestisce le cose in acuto, il sistema immunitario, che gestisce il rapporto con i patogeni e le infezioni e il sistema endocrino, che è quello che ci da l’adattamento a lungo termine. Immaginiamo che il nostro sistema è molto ben disegnato per adattarsi alle cose che accadono. Certo è che se viene perturbato dalle malattie e dai farmaci, usati in modo non appropriato, ci rendiamo la vita più complicata”.