Allergie ed intolleranze alimentari,parte seconda. E’ il tema scelto dal dottor Nicola D’Imperio, gastroenterologo materano di chiara fama, per il 43° appuntamento del nostro studio medico virtuale all’interno di SassiLive.
In genere tutti gli eventi avversi all’ingestione di cibo vengono definiti come allergie alimentari, ma occorre fare una differenziazione: si intende per allergia alimentare qualsiasi reazione avversa a cibo, o suoi componenti, che avviene per meccanismi immunitari, come l’allergia al latte artificiale dei bambini o l’allergia ai crostacei degli adulti, o quella al glutine (anche se per quest’ultima il meccanismo è ancora più complesso); mentre per intolleranze alimentarisi intendono quelle reazioni avverse al cibo, o suoi componenti, che non avvengono per meccanismi allergici, ma, ad esempio, per la mancanza di un enzima,come la intolleranza al latte, che colpisce in alcune aree il 70% degli adulti, ed è dovuta alla perdita, col tempo, di un enzima, la lattasi, che è indispensabile, nella prima infanzia, alla metabolizzazione del latte e quindi all’accrescimento e alla vita, e che all’adulto non è più necessario.
Si calcola che nei paesi occidentali circa il 4% dei bambini e l’1% degli adulti soffre di queste patologie in maniera più o meno continua, e sono più comuni nei primi anni di vita per poi decrescere progressivamente dopo la prima decade. I cibi più coinvolti sono: latte, uova, arachidi, noci, crostacei, pesce, manzo, agnello, grano, soia, sesamo, orzo. Le allergie più frequenti nei bambini comprendono: il latte (2,5%), le uova (1,5%), le arachidi (0.8%), il grano (0,4%), la soia (0,4%). Le più frequenti fonti di allergie alimentari nell’adulto sono i crostacei (2%), le arachidi (0,6%), le noci (0.4%), il pesce (0,4%).
Per evitare che sostanze estranee che possono dare allergia, prevalentemente proteine, entrino nel nostro organismo attraverso l’apparato digerentecol cibo che mangiamo, esiste un complesso meccanismo di difese: ad iniziare dalla bocca, la porta d’ingresso del cibo che incontra la prima difesa, un enzima, l’amilasi presente nella saliva, poi, progredendo, il cibo viene a contatto con l’acido cloridrico prodottodallo stomaco e con un altro enzima, la pepsina, poi nell’intestino con gli enzimi pancreatici, proteasi, amilasi e lipasi, e con numerosi altri enzimi prodotti dalle cellule intestinali, infine, prima di essere assorbito, incontra una vera barriera posta nella parete dell’intestino che difende l’organismo dalle sostanze proteiche allergizzanti per esso pericolose, come le mura delle città antiche che le difendevano dall’aggressione dei nemici. Le cellule epiteliali rappresentano i blocchi di pietra con cui sono costruite le mura, tra queste sono poste delle reti e sono rivestite da una sostanza viscosa, il muco, che intrappola il nemico, infine sugli spalti, a difesa, ci sono schiere di soldati specializzati nella difesa (cellule chiamate macrofagi, cellule killer, leucociti). Subito dopo le mura ci sono altre schiere di soldati difensori, i linfociti, le cui armi sono gli anticorpi che neutralizzano gli antigeni aggressori. Ma, nonostante questo possente apparato di difesa, il nemico è così agguerrito e numeroso che almeno il due per cento riesce a penetrare nella città (nel circolo e quindi nell’organismo), ma viene prontamente neutralizzato dai soldati che presidiano il cuore della città (i linfociti del sistema immunitario centrale). E’ questa l’immagine più propria: un’aggressione continua da parte di sostanze estranee che cercano di entrare in continuazione nel nostro organismo, che però è dotato di validissime mura (munitissima urbe) attraverso le cui porte passa tutto ciò che è utile per l’economia ed il sostentamento della città, ma queste si chiudono immediatamente e si allertano i soldati in difesa non appena si avvistano dei malintenzionati. Si capisce anche perché i bambini,sino ai 4 anni circa, sono più colpiti dalle allergie alimentari: per la immaturità dei loro meccanismi di difesa, e si capisce anche che, quando nell’adulto c’è una breccia nelle “mura”, causata da un’infezione o infiammazione, le sostanze estranee allergizzanti nemiche entrano numerose e possono dare manifestazioni allergiche anche in distretti diversi.
In conclusione il tubo digerente processa il cibo ingerito in particelle elementari che vengono assorbite per arrecare energia e permettere la crescita delle cellule e dei tessuti. Durante tale processo, meccanismi di difesa fisiologici e immunologici aiutano a riconoscere, distruggere o respingere alcune sostanze estranee e dannose per l’organismo, quali batteri, virus, parassiti, proteine alimentari. Nonostante tutto alcune proteine alimentari possono entrare in circolo, ma vengono neutralizzate o addirittura ignorate dal sistema immunitario centrale, e, in genere, non arrecano alcun danno.
I sintomi determinati dalle allergie alimentari possono coinvolgere l’apparato digerente ma anche altri organi, possono dipendere da interazioni dell’antigene allergenico col sistema immunitario oppure indipendentemente da questo. Ad esempio la sindrome da allergia alimentare da polline, che si ha dopo ingestione, o anche solo contatto, di vari frutti o verdure crudi (anguria, melone, banana, kiwi, noccioline, erbe spontanee del genere ambrosiamolto diffuse), i sintomi si manifestano prevalentemente a livello dell’orofaringe e sono ad insorgenza e risoluzione rapida: edema delle labbra, della lingua, del palato, del faringe. Spesso coesistono altri segni di allergia come rinite o asma. La diagnosi si fa dalla storia clinica e dal prickskin test che consiste nel mettere a contatto superficialmente sulla cute minime quantità di sostanza: è positivo se si determina un arrossamento e edema locale.
Nei bambini è frequente la forma di allergia gastrointestinale che si manifesta già ad una settimana di vita sino a tre mesi con vomito, diarrea, sino alla disidratazione, di cui è responsabile il più delle volte il latte vaccino, infatti nei bambini allattati al seno materno è molto più rara, anche per le sue proprietà antibatteriche. Nei bambini più grandi si può avere per ingestione non solo di latte vaccino, ma anche di uova, cereali, noccioline, noci, e nell’adulto per ingestione di crostacei, mitili, pesce. Spesso alla nausea e diarrea si associano manifestazioni cutanee o iperemie ed edema localizzate o generalizzate.
La malattia celiaca è la piu diffusa enteropatia che porta al malassorbimento, negli Stati Uniti una persona su 250 è affetta da celiachia. E’ dovuta ad una particolare sensibilità alla gliadina, che è contenuta nel glutine, che si ritrova nel grano, segale, orzo. I sintomi sono diarrea, malassorbimento, dimagrimento, meteorismo, occasionalmente nausea e vomito. La diagnosi si fa con la ricerca nel sangue di anticorpi antigliadina, anti muscolo liscio, anti transglutaminasi, spesso richiedenti anche l’avvallo delle biopsie intestinali che evidenziano una atrofia dei villi intestinali. Ovviamente la sospensione dei glutine risolve il quadro clinico che si risveglia alla ripresa. Da notare che esistono molti casi in cui tutti gli esami per la celiachia sono negativi, ma in cui la sospensione dei cereali arreca un miglioramento dei sintomi.
Per la diagnosi l’anamnesi è sicuramente l’elemento più determinante, tuttavia a volte possono essere utili anche il prickskin test, la ricerca di anticorpi specifici nel sangue, oppure le diete di esclusione che vanno condotte per 12 settimane, spesso con l’ausilio di diete elementari quali Vivonex, Neocate o Elecare.
Nella maggior parte dei casi le allergie alimentari saranno la conseguenza di altre patologie infiammatorie, batteriche, o virali dell’intestino per cui la cura di queste risolverà anche l’altra, ma se l’allergia è dovuta ad ipersensibilità, come nel caso della celiachia, una volta identificata la sostanza allergenica la terapia sarà la sua eliminazione.Gli antistaminici o il cortisone non servono se non nelle forme acute.
Biografia di Nicola d’Imperio
Titoli di carriera
Laureato in medicina e chirurgia nel 1972 con 110 e lode
Specializzato in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva nel 1978 con 110 e lode
Assistente presso il Servizio di Gastroenterologia dell’ospedale Bellaria di Bologna dal 1974 al 1987
Aiuto presso il Servizio di Gastroenterologia dell’ospedale Bellaria di Bologna dal 1988 al 1998
Primario presso l’UOC di Gastroenterologia dell’ospedale Morgagni di Forlì dal 1998 al 2001
Professore presso la scuola di specialità di Gastroenterologia di Bologna dal 1998 al 2006
Primario presso l’UOC di Gastroenterologia dell’ospedale Maggiore di Bologna dal 2001 al 2012
Libero professionista in Gastroenterologia dal 2013 a tutt’oggi presso la Clinica Villalba di Bologna, la Clinica Anthea e la Clinica Santa Maria di Bari e presso il suo studio a Matera.
Titoli scientifici
Direttore della Rivista Italiana di Gastroenterologia organo ufficiale dell’Associazione Italiana dei Gastroenterologi Ospedalieri
Segretario per l’Emilia Romagna dell’Associazione Italiana dei Gastroenterologi Ospedalieri
Presidente per l’Emilia Romagna della Società Italiana di Endoscopia Digestiva
Presidente della Associazione Italiana Malattie dell’Apparato Digerente
Pubblicazioni scientifiche:su riviste straniere 78 e su riviste italiane 124 libri di gastroenterologia ed endoscopia digestiva 12
Indirizzo sito: www.nicoladimperio.it