“Epidemiologia, cause ed evolutività dei polipi del colon”. E’ il tema scelto dal dottor Nicola D’Imperio, gastroenterologo materano di chiara fama, per l’83° appuntamento del nostro studio medico virtuale all’interno di SassiLive.
La prevalenza dei polipi adenomatosi, o adenomi, i più frequenti e che potenzialmente si trasformano in cancro del colon, è determinata da quattro fattori: il rischio naturale per il cancro del colon per una determinata popolazione, l’età, il sesso, la storia familiare di cancro del colon.
La frequenza degli adenomi è più alta nelle popolazioni a più alto rischio di cancro del colon. La sempre maggiore diffusione della colonscopia finalizzata alla prevenzione del cancro del colon, in soggetti sani dopo i 50 anni di età, senza alcun altro fattore di rischio se non l’età superiore ai 50 anni, ha permesso di osservare che il 30% circa hanno degli adenomi, questa percentuale scende all’8% nei soggetti tra i 40 e i 50 anni. La prevalenza dell’adenoma cresce in maniera esponenziale dopo i 60 anni, e la sua curva di crescita con l’età ha lo stesso andamento di quella del cancro. Inoltre la prevalenza dell’adenoma è più alta nelle persone con una storia familiare di cancro del colon o adenomi del colon, particolarmente se più di un parente ne è stato affetto e se lo è stato in età relativamente giovane.
E’ ormai riconosciuta da tutta la comunità scientifica che il cancro del colon, nell’80-90 % dei casi origina dall’adenoma, cioè da un polipo che nasce benigno. Molto raramente il cancro si sviluppa in assenza dell’adenoma. Le prove di questa evoluzione sono davvero tante e ne cito solo alcune: 1) i dati epidemiologici che mostrano che la curva di prevalenza dell’adenoma è parallela a quella del cancro del colon e anche nella crescita con l’età continuano ad essere parallele; 2) alcune evidenze cliniche come questa: nei pazienti con FAP ( Familiar Adenomatous Poliposi) che consiste in una malattia congenita in cui sono presenti centinaia di polipi nel colon, lo sviluppo di un cancro è sicura; 3) gli studi genetici sui geni che provocano il cancro, come il K-ras, e quelli sui geni che si oppongono al cancro posti sui cromosomi 5q, 18q, 17p, dimostrano un aumento dei primi e una diminuzione dei secondi sia nell’adenoma che nel cancro del colon. Quindi l’evoluzionedel polipo adenomatoso verso un tumore maligno sarebbe questa: in una fase iniziale si ha un adenoma con displasia di basso grado (alterazioni cellulari lievi), poi, col tempo, si ha l’evoluzione verso un adenoma con displasia di alto grado (alterazioni cellulari molto gravi), infine quello che era un polipo benigno diventa un carcinoma.
E’ importante ora focalizzare l’attenzione sui fattori di rischio e le cause dell’adenoma, che, essendo ormai riconosciuta l’evoluzione adenoma-carcinoma, sono comuni ai fattori di rischio e alle cause del carcinoma del colon, esse sono essenzialmente due: ereditari edambientali, questi ultimi sono i fattori alimentari e gli stili di vita. Autorevoli studiosi, tra cui alcuni premi Nobel, hanno dimostrato che questi fattori causali si intersecano tra di loro; è stato dimostrato, infatti, dagli studi di genetica che la predisposizione genetica all’adenoma (e quindi al cancro del colon) è estremamente diffusa tra tutte le popolazioni, quando a questa si sovrappongono i fattori esterni, alimentari e stili di vita, si sviluppa l’adenoma e poi il cancro del colon. E’ dimostrato che i familiari di primo grado di soggetti che hanno avuto un carcinoma hanno da 2 a 3 possibilità in più di sviluppare a loro volta un carcinoma: è ormai stato provato che sino al 30% dei carcinomi sono familiari e gli studi genetici hanno dimostrato, in questa fascia di soggetti, la presenza di geni oncogeni (che favoriscono lo sviluppo tumorale), come il già citato K-ras e\o l’assenza dei geni che si oppongono allo sviluppo del carcinoma, come i già citati 5q, 18q e 17p.
Solo un cenno ai fattori di rischio rappresentati dai fattori alimentari e dagli stili di vita che, quando incontrano un terreno geneticamente predisposto, possono fare sviluppare l’adenoma e da questoil cancro del colon. Si stima che da un terzo alla metà degli adenomi, e quindi dei cancri del colon, si potrebbero evitare con abitudini alimentari e stili di vita corretti. I fattori esterni più implicati sono: un eccesso di grassi nella dieta, un eccesso di alcol, l’obesità e il fumo di sigarette. Al contrario, i fattori che hanno il maggiore effetto protettivosono le fibre nella dieta, i vegetali, i carboidrati. Alcuni studi autorevoli hanno dimostrato che soggetti che seguono una dieta ricca di fibre hanno il 27 % in meno di rischio di sviluppare un adenoma, se confrontati con soggetti che hanno una bassa introduzione di fibre. Altri fattori protettivisono l’attività fisica regolare, un alto consumo di acido folico (o vitamina B9) che si trova in alcuni alimenti come le verdure a foglia verde ( lattuga, broccoli, spinaci, bietole, cicorie, asparagi), nel fegato, nel latte, negli agrumi. Altro fattore alimentare protettivo è un alto consumo di cibi ricchi di calcio come i formaggi stagionati (grana padano, pecorino, parmigiano) formaggi freschi, latte vaccino, sesamo, salvia, rosmarino, tarassaco, legumi, agrumi. Anche il selenio ha effetti protettivi, esso è contenuto maggiormente nelle noci, in alcuni pesci come il tonno, le sardine con la lisca, il prosciutto, i gamberi. Infine anche l’aspirina ed altri FANS (farmaci antinfiammatori hanno dimostrato un’azione preventiva nei confronti dell’adenoma e quindi del cancro del colon.
Biografia di Nicola d’Imperio
Titoli di carriera
Laureato in medicina e chirurgia nel 1972 con 110 e lode
Specializzato in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva nel 1978 con 110 e lode
Assistente presso il Servizio di Gastroenterologia dell’ospedale Bellaria di Bologna dal 1974 al 1987
Aiuto presso il Servizio di Gastroenterologia dell’ospedale Bellaria di Bologna dal 1988 al 1998
Primario presso l’UOC di Gastroenterologia dell’ospedale Morgagni di Forlì dal 1998 al 2001
Professore presso la scuola di specialità di Gastroenterologia di Bologna dal 1998 al 2006
Primario presso l’UOC di Gastroenterologia dell’ospedale Maggiore di Bologna dal 2001 al 2012
Libero professionista in Gastroenterologia dal 2013 a tutt’oggi presso la Clinica Villalba di Bologna, la Clinica Anthea e la Clinica Santa Maria di Bari e presso il suo studio a Matera.
Titoli scientifici
Direttore della Rivista Italiana di Gastroenterologia organo ufficiale dell’Associazione Italiana dei Gastroenterologi Ospedalieri
Segretario per l’Emilia Romagna dell’Associazione Italiana dei Gastroenterologi Ospedalieri
Presidente per l’Emilia Romagna della Società Italiana di Endoscopia Digestiva
Presidente della Associazione Italiana Malattie dell’Apparato Digerente
Pubblicazioni scientifiche:su riviste straniere 78 e su riviste italiane 124 libri di gastroenterologia ed endoscopia digestiva 12
Indirizzo sito: www.nicoladimperio.it