“Esofagiti da caustici”. E’ il tema scelto dal dottor Nicola D’Imperio, gastroenterologo materano di chiara fama, per il 47° appuntamento del nostro studio medico virtuale all’interno di SassiLive.
E’ una grave patologia che insorge dopo l’ingestione accidentale, più raramente volontaria a scopo suicida, di sostanze altamente alcaline o acide. L’incidenza è relativamente bassa, in Italia si registrano ufficialmente circa 2000 casi all’anno, tuttavia è bene che il problema sia conosciuto dalla gente in quanto può comportare severe conseguenze sia nell’immediato che tardivamente. I casi più frequenti sono tra i bambini al di sotto dei sei anni che ingeriscono liquidi pericolosi e mal custoditi in casa, spesso scambiandoli per acqua; fortunatamente sono meno gravi che nell’adulto perché i bambini in genere ingeriscono a piccoli sorsi, li sputano subito dopo aver avvertito il cattivo sapore e li eliminano con immediati e ripetuti atti di vomito, il cui riflesso è più accentuato e pronto che negli adulti che, al contrario, danno sorsi abbondanti e ripetuti (specie se lo scopo è suicida), che avvertono più tardivamente il cattivo sapore e possono anche non vomitarli immediatamente.
Gli agenti alcalini sono diffusissimi nelle case perché utilizzati per le pulizie domestiche come gli agenti detergenti per piastrelle, lavandini, water, ecc., sgrassanti, disgorganti, e anticalcare, molto diffusi sono quelli che contengono idrossido di sodio o potassio. Gli alcali sono spesso privi di odore e di sapore per cui ne possono essere bevuti accidentalmente più sorsi senza che il soggetto se ne accorga. Ricordo che anche le batterie a disco o a bottone, usate per orologi, piccoli elettrodomestici, ecc., possono provocare esofagiti da alcali.
Gli agenti acidi sono diffusi anch’essi tra quelli destinati alla pulizia o alla disostruzione di water e lavandini, oppure per la pulizia e la disinfezione delle piscine, o per le batterie acide. Al contrario delle sostanze alcaline gli acidi hanno odore e sapore e la loro ingestione provoca dolore urente immediato, per cui è più rara l’ingestione di più sorsi. In genere i normali detersivi e detergenti per uso domestico sono composti sia da alcali che da acidi, ma in bassa concentrazione, per cui i danni da questi provocati raramente sono molto gravi o mortali.
Il danno provocato da tali sostanze è la necrosi (morte cellulare), con trombosi vascolare, complicanze sistemiche cardio-circolatorie e respiratorie, perforazioni, ecc., ma ritengo che sia più utile che la gente conosca i sintomi che sono innanzitutto il dolore urente (in particolare con l’ingestione di acidi), riferito alla regione orofaringea, al torace, all’epigastrio (la cosiddetta “bocca dello stomaco”), a volte posteriormente al torace. Tipica l’impossibilità a deglutire o la deglutizione dolorosa (odinofagia). Si ha anche aumento della salivazione ed emissione di bava, se una parte della sostanza è andata nelle vie respiratorie si ha disfonia (alterazione della voce o raucedine), sibili, tosse, e ostacolo nella respirazione.
Se il paziente supera la fase acuta la complicanza tardiva più frequente (70% dei casi) è la stenosi, cioè il restringimento dell’esofago con difficoltà alla deglutizione, a volte resa quasi impossibile: è determinata dalle cicatrici che si formano all’interno dell’esofago dopo la necrosi della parete, che andranno trattate con dilatazioni endoscopiche, con autodilatazioni, oppure con la chirurgia (con risultati deludenti).
Diagnosi precoce
Mai come nelle esofagiti da caustici è importantissimo riconoscere i sintomi il più precocemente possibile: guardare le labbra, la cavità orale e la lingua che possono presentare i segni delle ustioni, cioè edema (gonfiore), arrossamento, ulcerazioni, e, inoltre, bisogna osservare la sintomatologia sopra descritta. Importante è guardarsi in giro alla ricerca della confezione della sostanza responsabile che può dare utili indicazioni ai medici che avranno in cura il paziente. In attesa che giungano i soccorsi l’unica cosa da fare e cercare di far bere al paziente acqua o latte in modo da diluire la sostanza ingerita. Non provocare il vomito! Perché la risalita della sostanza dallo stomaco verso l’esofago e il cavo orale esporrebbe ad ulteriore contatto con aggravamento delle lesioni. Non somministrare neppure sciroppo di ipecacuana o carbone (come veniva fatto sino a qualche anno fa)!
La prevenzione.
Abbiamo detto che l’80% delle esofagiti da caustici si determina per ingestione accidentale da parte di bambini di età inferiore ai 6 anni, quindi è indispensabile tenere queste sostanze pericolose, anche i comuni detersivi in cui gli alcali e gli acidi sono meno concentrati, fuori dalla portata di mano dei bambini. Avere, inoltre, cura di conservare insieme tutti i detersivi usati per gli usi domestici in un luogo non raggiungibile dai bambini, meglio se sotto chiave.
A volte parte di questi alcali o acidi forti vengono travasati dai recipienti originali ad altri e, in tali casi, il recipiente ricevente più alla portata di tutti è la bottiglia dell’acqua minerale e se il liquido è senza odori, sapori e, inoltre, trasparente, come gli alcali, può essere facilmente scambiato per acqua, con conseguenze disastrose.Un caso che non dimenticherò mai è quello di un signore che, in una calda giornata d’estate, si era recato in un bar, aveva chiesto un bicchiere d’acqua minerale fresca, assetato l’aveva bevuto tutto di un sorso e si era accorto solo alla fine che aveva un sapore “strano”: si trattava di un alcale forte che, utilizzato per le pulizie e la disinfezione del bar, era stato conservato in una bottiglia di acqua minerale che poi era stata servita al cliente. Il paziente superò, per le nostre cure, la fase acuta, ma aveva sviluppato stenosi a vari livelli dell’esofago, che abbiamo trattato prima con dilatazioni endoscopiche, poi con protesizzazione dell’esofago e infine con autodilatazioni: solo dopo due anni il paziente riuscì ad ingerire liquidi e solidi in maniera accettabile.
Biografia di Nicola d’Imperio
Titoli di carriera
Laureato in medicina e chirurgia nel 1972 con 110 e lode
Specializzato in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva nel 1978 con 110 e lode
Assistente presso il Servizio di Gastroenterologia dell’ospedale Bellaria di Bologna dal 1974 al 1987
Aiuto presso il Servizio di Gastroenterologia dell’ospedale Bellaria di Bologna dal 1988 al 1998
Primario presso l’UOC di Gastroenterologia dell’ospedale Morgagni di Forlì dal 1998 al 2001
Professore presso la scuola di specialità di Gastroenterologia di Bologna dal 1998 al 2006
Primario presso l’UOC di Gastroenterologia dell’ospedale Maggiore di Bologna dal 2001 al 2012
Libero professionista in Gastroenterologia dal 2013 a tutt’oggi presso la Clinica Villalba di Bologna, la Clinica Anthea e la Clinica Santa Maria di Bari e presso il suo studio a Matera.
Titoli scientifici
Direttore della Rivista Italiana di Gastroenterologia organo ufficiale dell’Associazione Italiana dei Gastroenterologi Ospedalieri
Segretario per l’Emilia Romagna dell’Associazione Italiana dei Gastroenterologi Ospedalieri
Presidente per l’Emilia Romagna della Società Italiana di Endoscopia Digestiva
Presidente della Associazione Italiana Malattie dell’Apparato Digerente
Pubblicazioni scientifiche:su riviste straniere 78 e su riviste italiane 124 libri di gastroenterologia ed endoscopia digestiva 12
Indirizzo sito: www.nicoladimperio.it