” I diverticoli del colon: epidemiologia e meccanismi di formazione””. E’ il tema scelto dal dottor Nicola D’Imperio, gastroenterologo materano di chiara fama, per il 25° appuntamento del nostro studio medico virtuale all’interno di SassiLive.
Il recente intervento di Papa Francesco per diverticolite del colon ha focalizzato l’attenzione di molti su questa patologia gastroenterologica, di cui già avevo programmato di parlare su questa rubrica, ma che a questo punto anticipo. Per diverticolo si intende una estroflessione sacciforme di alcuni strati della parete di un organo cavo; quindi i diverticoli si ritrovano in tutto il tubo digerente, dall’esofago sino al retto, ma, mentre quelli di esofago, stomaco e piccolo intestino, sono rari, i diverticoli del colon sono frequentissimi e l’incidenza, il numero e le dimensioni aumentano con l’età. I soggetti con età inferiore ai 40 anni presentano diverticoli in meno del 10%, quelli con età superiore agli 80 anni li presentano sino al 66%. Nel colon difficilmente si trova un singolo diverticolo isolato, di solito sono multipli, anche centinaia; in medicina si definisce diverticolosi la semplice presenza di diverticoli, senza infiammazione e sintomi, se questi si infiammano si parla di diverticolite.
La diverticolosi è più frequente negli uomini che nelle donne, sebbene va fatto notare che negli uomini è più frequente il sanguinamento, mentre nelle donne è più frequente la stenosi (restringimento). E’, inoltre, una tipica malattia della civilizzazione occidentale, infatti è estremamente rara in Africa ed Asia, in particolare nelle aree rurali; questa localizzazione geografica è dovuta principalmente all’alimentazione che negli Stati Uniti ed Europa è costituita prevalentemente da proteine, grassi e carboidrati, ottenuti dalle carni rosse e dai cereali raffinati, mentre in Africa ed Asia si fa un più largo uso di fibre, cioè frutta,verdure e cereali grezzi. La gente migrata dal continente africano verso l’Europa, in particolare del nord, e verso gli Stati Uniti, che ha quindi subito una occidentalizzazione della dieta, presenta un aumento di incidenza della diverticolosi del colon. La sede del colon dove in più del 90% dei casi, nei paesi occidentali, si sviluppano i diverticoli è il colon sinistro (sigma e colon discendente), mentre nei paesi orientali la sede preferita è il colon destro (colon ascendente e cieco) e questo, probabilmente, per fattori genetici e dietetici.
Ma vediamo perché si formano i diverticoli e perché prevalentemente in alcune sedi; conoscere la risposta a queste domande è essenziale per impostare una corretta terapia e prevenzione delle complicanze. Per descrivere questo ricorro sempre all’esempio di una camera d’aria che col tempo si è invecchiata e, in qualche punto indebolita; col tempo la pressione dell’aria che si esplica sulle pareti, determinerà delle estroflessioni, delle bozze, lì dove la parete del pneumatico è diventata più debole. Quindi è un rapporto tra la pressione all’interno del colon e la resistenza della parete, o meglio, i punti di minore resistenza della parete. Nelle sezioni di sinistra del colon i valori pressori sono più elevati che a dx, perché le feci sono solide (in quanto disidratate dai segmenti a monte) e vi persistono più a lungo prima di venire evacuate. Comunque nei casi di diverticolosi marcata sono registrati valori di pressione interna del colon più elevati che nella norma.
Un altro fattore che abbiamo menzionato è la resistenza della parete che è inferiore nei punti in cui si formano i diverticoli. La parete del colon è formata da 5 strati sovrapposti che sono, a partire dall’interno, lo strato mucoso, la muscolaris mucosae, la muscolare e quello più esterno, la tonaca sierosa, cioè il peritoneo che riveste tutti gli organi addominali; la parete è irrorata da piccole arterie che la penetrano ad angolo retto e sono proprio questi i luoghi di maggiore debolezza in cui i primi due strati si estroflettono attraverso le fibre muscolari dello strato muscolare, determinando i diverticoli. Infatti, nel corso di una colonscopia, che è l’esame più valido per la diagnosi, sul bordo dei diverticoli, se non sono infiammati, è ben evidente l’arteriola che ne emerge.
Il ruolo delle fibre nella dieta è un altro fattore importante nella formazione dei diverticoli. Si è già accennato al fatto che nei Paesi occidentali la diverticolosi è molto più frequente che nei popoli dell’Africa e dell’Asia rurale e questo perché una dieta povera di fibre (tipica di USA ed Europa) rallenta il transito intestinale e diminuisce il volume della massa fecale determinando così un aumento di pressione all’interno del colon, che, come abbiamo detto, insieme alla minore resistenza della parete nel punto di ingresso delle arteriole, porta alla formazione dei diverticoli. Mi rendo conto di essermi addentrato forse un po’ troppo nel campo scientifico, ma ho voluto farlo con termini comprensibili a tutti perché la conoscenza dei meccanismi ritengo che sia un valido aiuto per la prevenzione di questa affezione così comune, che, in alcuni casi, può portare a complicazioni anche molto severe e perciò la correzione del regime alimentare e la regolarizzazione delle evacuazioni può rappresentare la chiave risolutiva di questo problema.
Come abbiamo detto la diverticolosi è la presenza dei diverticoli nella parete del colon, che spesso è un riscontro casuale ed è, per lo più, asintomatica, mentre la diverticolite rappresenta la loro infiammazione che può essere lieve e ben aggredibile con la terapia medica, fino a sfociare in forme severe che possono condurre all’occlusione intestinale o alla perforazione, che richiedono un intervento chirurgico d’urgenza. Ma di diverticolosi e diverticolite parleremo nel prossimo articolo.
Biografia di Nicola d’Imperio
Titoli di carriera
Laureato in medicina e chirurgia nel 1972 con 110 e lode
Specializzato in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva nel 1978 con 110 e lode
Assistente presso il Servizio di Gastroenterologia dell’ospedale Bellaria di Bologna dal 1974 al 1987
Aiuto presso il Servizio di Gastroenterologia dell’ospedale Bellaria di Bologna dal 1988 al 1998
Primario presso l’UOC di Gastroenterologia dell’ospedale Morgagni di Forlì dal 1998 al 2001
Professore presso la scuola di specialità di Gastroenterologia di Bologna dal 1998 al 2006
Primario presso l’UOC di Gastroenterologia dell’ospedale Maggiore di Bologna dal 2001 al 2012
Libero professionista in Gastroenterologia dal 2013 a tutt’oggi presso la Clinica Villalba di Bologna, la Clinica Anthea e la Clinica Santa Maria di Bari e presso il suo studio a Matera.
Titoli scientifici
Direttore della Rivista Italiana di Gastroenterologia organo ufficiale dell’Associazione Italiana dei Gastroenterologi Ospedalieri
Segretario per l’Emilia Romagna dell’Associazione Italiana dei Gastroenterologi Ospedalieri
Presidente per l’Emilia Romagna della Società Italiana di Endoscopia Digestiva
Presidente della Associazione Italiana Malattie dell’Apparato Digerente
Pubblicazioni scientifiche:su riviste straniere 78 e su riviste italiane 124 libri di gastroenterologia ed endoscopia digestiva 12
Indirizzo sito: www.nicoladimperio.it