I sintomi della pancreatite acuta. E’ il tema scelto dal dottor Nicola D’Imperio, gastroenterologo materano di chiara fama, per il 112° appuntamento del nostro studio medico virtuale all’interno di SassiLive.
Continuiamo la nostra trattazione sulla pancreatite acuta parlando dei suoi aspetti clinici.
Il dolore è sempre presente ma la sua insorgenza e le sue caratteristiche sono variabili. Spesso questa malattia acuta può essere preceduta da un dolore biliare, la cosiddetta colica, di cui abbiamo precedentemente parlato e già si è detto che la calcolosi della colecisti, con la migrazione di un calcolo, spesso di piccolo calibro, nel coledoco, che, fermandosi nel punto di sbocco comune col dotto di Wirsung (il condotto pancreatico), è la causa principale della pancreatite acuta ostruendo sia il coledoco che il Wirsung; in tal caso si definisce pancreatite acuta biliare. Se quindi persiste l’ostruzione il dolore biliare dopo qualche ora scompare anche spontaneamente, ma viene sostituito dal dolore pancreatico.
Il dolore pancreatico è di solito epigastrico (in corrispondenza dello stomaco), a volte si può irradiare verso destra, l’insorgenza è rapida, ma non improvvisa, come accade in caso di perforazione di un segmento intestinale, di solito è alla sua intensità massima dopo 10-20 minuti dall’insorgenza. La sua intensità è molto variabile e, nel caso di pancreatite lieve o media, è moderato per diventare insopportabile nel caso la pancreatite diventi severa, è di tipo trafittivo e, in almeno la metà dei pazienti si irradia al dorso, centralmente. Se il dolore dura solo poche ore e poi scompare vuol dire che non sitratta di una pancreatite acuta, ma di un dolore di tipo biliare o da ulcera. In genere il dolore è accompagnato da vomito che può essere severo, può durare per ore e può portare a perdita di liquidi e di elettroliti.
All’esame obiettivo il paziente, in caso di pancreatite acuta severa, appare notevolmente provato e sofferente e spesso l’addome è disteso e dolente alla sola palpazione, sino a diventare rigido se interviene una diffusione degli enzimi pancreatici nel peritoneo. Sempre nelle forme severe possono comparire dei segni cutanei come alcune ecchimosi ad uno o ad entrambi i fianchi che hanno un significato prognostico negativo in quanto significa che gli enzimi pancreatici si sono diffusi al di fuori del pancreas esplicando la loro azione corrosiva a livello addirittura della cute e dei tessuti sottocutanei. Sempre nelle forme severe il paziente è tachicardico e la frequenza delle pulsazioni cardiache può raggiungere i 150 battiti al minuto. La pressione arteriosa incomincia a diminuire per la perdita di liquidi. La febbre compare più tardivamente e può raggiungere i 39-40 gradi. Anche la frequenza degli atti respiratori aumenta, in particolare se c’è un interessamento del diaframma con dolore alla respirazione a causa della sua infiammazione. Se l’ostruzione interessa anche il coledoco la bile ristagna, passa nel sangue e interviene anche l’ittero, cioè una colorazione giallognola della cute e delle congiuntive. Questi sono i segni più eclatanti e frequenti, ma c’è una fitta schieradi altri segni, meno frequenti su cui non ci soffermiamo. E’ importante però ribadire che tutti questi segni compaiono nelle forme severe di pancreatite; nelle pancreatiti lievi i sintomi sono molto più attenuati e possono esplicarsi solo in un dolore addominale di lieve o media intensità, oppure solo in un aumento, peraltro modesto, di alcuni dati di laboratorio quali la lipasi e l’amilasi.
Solo un cenno su questi due enzimi, la lipasi e l’amilasi, il cui aumento è tipico delle pancreatiti acute; questi aumentano da un minimo di 3-4 volte, rispetto alla normalità, sino anche a 10 o 100 volte, in proporzione alla gravità della malattia. A proposito dell’amilasi che aumenta bisogna considerare che questa non è specifica, cioè aumenta anche in altre patologie, come quelle delle ghiandole salivare o in corso di alcune patologie ginecologiche. Bisogna considerare che in alcuni individui si può avere un aumento delle amilasi, in genere inferiore a 3 volte la normalità, senza che essi abbiano una patologia pancreatica e senza alcun sintomo e ciò può essere o su base genetica oppure per macroamilasemia in cui l’amilasi è legata ad una proteina a formare un complesso che è troppo grande per essere filtrato dai reni e ciò in genere accade per motivi genetici. E’ importante sapere anche questo perché spesso gente perfettamente in buona salute, e anche i loro medici curanti, si allarmano se l’amilasi è un po’ elevata.
La lipasi è l’altro enzima che aumenta in maniera considerevole in caso di pancreatite acuta ed è molto più specifico dell’amilasi, tuttavia, anche se più raramente rispetto all’amilasi, alcune volte può aumentare anche in assenza di problemi pancreatici, ma di solito non più di tre volte rispetto ai valori normali, come avviene alcune volte in caso di alcune altre patologie intraddominali, oppure per cause genetiche.
Biografia di Nicola d’Imperio
Titoli di carriera
Laureato in medicina e chirurgia nel 1972 con 110 e lode
Specializzato in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva nel 1978 con 110 e lode
Assistente presso il Servizio di Gastroenterologia dell’ospedale Bellaria di Bologna dal 1974 al 1987
Aiuto presso il Servizio di Gastroenterologia dell’ospedale Bellaria di Bologna dal 1988 al 1998
Primario presso l’UOC di Gastroenterologia dell’ospedale Morgagni di Forlì dal 1998 al 2001
Professore presso la scuola di specialità di Gastroenterologia di Bologna dal 1998 al 2006
Primario presso l’UOC di Gastroenterologia dell’ospedale Maggiore di Bologna dal 2001 al 2012
Libero professionista in Gastroenterologia dal 2013 a tutt’oggi presso la Clinica Villalba di Bologna, la Clinica Anthea e la Clinica Santa Maria di Bari e presso il suo studio a Matera.
Titoli scientifici
Direttore della Rivista Italiana di Gastroenterologia organo ufficiale dell’Associazione Italiana dei Gastroenterologi Ospedalieri
Segretario per l’Emilia Romagna dell’Associazione Italiana dei Gastroenterologi Ospedalieri
Presidente per l’Emilia Romagna della Società Italiana di Endoscopia Digestiva
Presidente della Associazione Italiana Malattie dell’Apparato Digerente
Pubblicazioni scientifiche:su riviste straniere 78 e su riviste italiane 124 libri di gastroenterologia ed endoscopia digestiva 12
Indirizzo sito: www.nicoladimperio.it