“I sintomi della rettocolite ulcerosa (RCU)”. E’ il tema scelto dal dottor Nicola D’Imperio, gastroenterologo materano di chiara fama, per il 77° appuntamento del nostro studio medico virtuale all’interno di SassiLive
Voglio puntualizzare il discorso già affrontato sulle cause nel precedente capitolofacendo un ultimo cenno a quelli che sono i fattori immunitari. Abbiamo già detto che l’intestino è in costante lieve stato infiammatorio che è controllato dal sistema immunitario per cui sono sufficienti anche piccole alterazioni per condurre a una infiammazione cronica dell’intestino. Il sistema immunitario agisce a livello di anticorpi che circolano nel sangue e possono essere la risposta a sostanze presenti nella dieta, a batteri, o a sostanze prodotte dallo stesso organismo, in tal caso si definiscono autoanticorpi. Nella RCU sono presenti anche autoanticorpi che sono prodotti dalle stesse cellule intestinali che, pur avendouna funzione di difesa, paradossalmente agiscono inducendo la produziodi alcune sostanze che aggravano il quadro clinico.
Nel 45 % dei casi la malattia è limitata al retto ed al sigma, nel 35 % dei casi si estende al di sopra del sigma senza tuttavia interessare tutto il colon, nel 20% dei casi interessa tutto il colon. La parete del colon interessato appare infiammata, edematosa, arrossata, con alcune piccole ulcere puntiformi di pochi mm. nelle forme lievi, che, nelle forme più gravi diventano più larghe; tale infiammazioni e le stesse ulcere, contrariamente alla malattia di Crohn, non interessano tutto lo spessore della parete del colon, ma solo quello più superficiale e più interno. Ovviamente la gravità della malattia è in relazione al tratto di colon interessato e al grado di infiammazione e andrà da forme più lievi, in genere localizzate solo al retto ed al sigma, a forme gravi con coinvolgimento di tutto il colon che, nei casi estremi può condurre a conseguenze catastrofiche, come quello che viene definito il megacolon tossico, che però oggi è molto raro a causa del più precoce riconoscimento della malattia rispetto a qualche decennio fa e alle terapie più efficaci a nostra disposizione, per cui è difficile arrivare a tal punto di non ritorno.
I sintomi sono diarrea, sanguinamento della parete del colon, presenza di muco nelle feci, tenesmo rettale (una sorta di fastidiosa contrazione), impellenza ad evacuare, dolori addominali, e, solo nei casi più gravi, perdita di peso, febbre.
L’insorgenza della RCU è lenta ed insidiosa e la diagnosi si fa, in media, solo dopo circa 9 mesi dall’insorgenza dei primi sintomi che sono molto sfumati e spesso confusi con un colon irritabile o con una colite aspecifica o batterica. La presenza di sangue nelle feci è il sintomo più frequente, e, specie nelle forme che interessano il retto ed il sigma, è rosso vivo, tanto da simulare un sanguinamento dalle emorroidi, tuttavia, al contrario di questo, che è rappresentato da sangue alla superficie delle feci, oppure al termine dell’evacuazione, nella RCU il sangue è misto alle feci. La diarrea è l’altro sintomo frequente, con scariche che possono essere anche molto numerose nelle 24 ore, superando le dieci, in particolare nelle forme più gravi. La diarrea è dovuta ad un aumento della permeabilità della parete intestinale e alla perdita di acqua ed elettroliti per un loro cattivo assorbimento, nel materiale evacuato; oltre alle feci acquose o molli, può essere, spesso presente, oltre al sangue, del muco e del pus. A volte le scariche diarroiche sono rappresentate solo da sangue, muco e\o pus, senza feci. L’impellenza dell’evacuazione e il tenesmo rettale sono causate dall’infiammazione del retto le cui funzioni di serbatoio vengono meno a causa della malattia. Anche la motilità del colon viene alterata, diviene più rapida e ciò aggrava la diarrea.
Il dolore addominale non è un sintomo preminente, in genere è presente solo nelle forme severe. In quelle lievi e che interessano solo il retto ed il sigma si ha solo una modesta dolenzia addominale, in genere in basso e a sinistra. Altri sintomi meno frequenti possono essere presenti nelle forme più gravi ed estese a tutto il colon, quali la febbre, che, in genere non supera i 38°, l’anemia sia per perdita di sangue che per la carenza di ferro. Raramente si presentano delle afte nella regione della bocca, così come sono rarissime le patologie dell’ano e perianali quali fistole o ascessi che invece sono molto frequenti nella malattia di Crohn. Nel prossimo capitolo parleremo dei metodi per raggiungere la diagnosi.
Biografia di Nicola d’Imperio
Titoli di carriera
Laureato in medicina e chirurgia nel 1972 con 110 e lode
Specializzato in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva nel 1978 con 110 e lode
Assistente presso il Servizio di Gastroenterologia dell’ospedale Bellaria di Bologna dal 1974 al 1987
Aiuto presso il Servizio di Gastroenterologia dell’ospedale Bellaria di Bologna dal 1988 al 1998
Primario presso l’UOC di Gastroenterologia dell’ospedale Morgagni di Forlì dal 1998 al 2001
Professore presso la scuola di specialità di Gastroenterologia di Bologna dal 1998 al 2006
Primario presso l’UOC di Gastroenterologia dell’ospedale Maggiore di Bologna dal 2001 al 2012
Libero professionista in Gastroenterologia dal 2013 a tutt’oggi presso la Clinica Villalba di Bologna, la Clinica Anthea e la Clinica Santa Maria di Bari e presso il suo studio a Matera.
Titoli scientifici
Direttore della Rivista Italiana di Gastroenterologia organo ufficiale dell’Associazione Italiana dei Gastroenterologi Ospedalieri
Segretario per l’Emilia Romagna dell’Associazione Italiana dei Gastroenterologi Ospedalieri
Presidente per l’Emilia Romagna della Società Italiana di Endoscopia Digestiva
Presidente della Associazione Italiana Malattie dell’Apparato Digerente
Pubblicazioni scientifiche:su riviste straniere 78 e su riviste italiane 124 libri di gastroenterologia ed endoscopia digestiva 12
Indirizzo sito: www.nicoladimperio.it