il dolore addominale (parte seconda). E’ il tema scelto dal dottor Nicola D’Imperio, gastroenterologo materano di chiara fama, per l’ottavo appuntamento del nostro studio medico virtuale all’interno di SassiLive.
Lo spazio, denominato Medicina Live, accoglie ogni domenica gli interventi di Nicola D’Imperio su argomenti medici di grande interesse.
Domenica 31 gennaio abbiamo trattato il dolore in generale, il suo significato e i meccanismi con cui si crea, oggi parliamo del dolore addominale, il più diffuso; chi, durante la propria vita, non ha mai avuto un “mal di pancia”?
Questo tipo di dolore è estremamente proteiforme nelle sue manifestazioni, nelle localizzazioni, nella tipologia, nella durata e nell’intensità, non solo perché espressione di patologie di varia gravità, alcune lievi, nel caso siano funzionali, altre molto gravi se, ad esempio, sonodi tipo neoplastico, ma anche perché il dolore può essere espressione di sofferenze di uno dei tanti organi che costituiscono l’apparato digerente.
L’addome, per esemplificare, può essere considerata una grande camera che contiene al suo interno numerosi organi che hanno tutti una funzione diversa, ma finalizzata a digerire e metabolizzare le circa 80 tonnellate di cibo che un individuo introduce, in media nel corso della sua esistenza, che va scisso nelle sue componenti elementari destinate ad essere assorbite e poi veicolate dalla rete cardio-circolatoria in tutto l’organismo per il suo funzionamento: sono zuccheri, proteine, grassi, sali minerali, vitamine, metalli, acqua, elettroliti, e così via.
Gli organi che costituiscono l’apparato digerente sono: l’esofago (che è l’unico ad avere un decorso extraddominale, in cavità toracica), lo stomaco, il piccolo intestino (diviso in digiuno, tenue ed ileo) della lunghezza media di 6-7 metri, il grande intestino (diviso in cieco, ascendente, trasverso, discendente, sigma e retto), della lunghezza media di 1,5 metri, il fegato con le vie biliari, il pancreas con le vie pancreatiche. Inoltre sono contenuti in cavità addominale anche altri organi che nulla hanno a che fare con i processi digestivi: la milza, i reni, e, nella donna, gli organi genitali interni
Tutti gli organi che si ritrovano nell’addome, con rare eccezioni, sono rivestite da una tenace guaina protettiva che è ricchissima di terminazioni sensitive del dolore, il peritoneo, che, essendo sensibilissimo, appena c’è un qualcosa che non va, invia un messaggio al cervello, sotto forma di quella sensazione sgradevole denominata dolore. La parete addominale viene convenzionalmente divisa in nove distretti da due linee orizzontali e due verticali; in alto l’ipocondrio destro, l’epigastrio e l’ipocondrio sinistro; in mezzo il fianco destro, il mesogastrio e il fianco sinistro; in basso la fossa iliaca destra, l’ipogastrio e la fossa iliaca sinistra.
Ho fatto questo breve excursus anatomico perché ci si possa rendere conto del perché il dolore addominale può essere non solo estremamente vario, ma anche di difficile attribuzione.
Ad esempio, se un paziente si presenta dal medico perché riferisce un “mal di stomaco”, cioè un dolore nella zona superiore dell’addome e centralmente (l’epigastrio), dove tutti sanno che è collocato lo stomaco, non è assolutamente detto che il responsabile sia lo stomaco perché, nella stessa regione, posteriormente è collocato il pancreas, inferiormente il colon trasverso, nelle immediate vicinanze le vie biliari e la colecisti. Inoltre è da considerare che attraverso il peritoneo, la membrana protettrice e sensibile, si possono trasmettere messaggi riflessi che si possono riferire anche ad organi posti a distanza.
Con una buona anamnesi (raccolta dei dati) si riesce a localizzare la sede del dolore in uno o più dei distretti addominali su menzionati, ma non è sufficiente; bisogna conoscere anche il tipo di dolore, quando insorge, se ci sono delle circostanze che ne favoriscono l’insorgenza, la sua intensità, la continuità od intermittenza, la sua durata. Sono tutti elementi importanti perché un medico scrupoloso possa porre un esatto orientamento diagnostico, che, insieme ad altri elementi (quali l’esame obiettivo dell’addome, l’inquadramento psichico, o altri ancora), lo inducano a richiedere per il paziente indagini mirate e finalizzate al raggiungimento della diagnosi corretta, che è il presupposto indispensabile per impostare una terapia efficace.
Di questi altri elementi, che, a mio parere, debbono essere conosciuti non solo dai medici, ma anche dalla gente, ne parleremo nelle prossime puntate dedicate al dolore addominale.
Titoli di carriera
Laureato in medicina e chirurgia nel 1972 con 110 e lode
Specializzato in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva nel 1978 con 110 e lode
Assistente presso il Servizio di Gastroenterologia dell’ospedale Bellaria di Bologna dal 1974 al 1987
Aiuto presso il Servizio di Gastroenterologia dell’ospedale Bellaria di Bologna dal 1988 al 1998
Primario presso l’UOC di Gastroenterologia dell’ospedale Morgagni di Forlì dal 1998 al 2001
Professore presso la scuola di specialità di Gastroenterologia di Bologna dal 1998 al 2006
Primario presso l’UOC di Gastroenterologia dell’ospedale Maggiore di Bologna dal 2001 al 2012
Libero professionista in Gastroenterologia dal 2013 a tutt’oggi presso la Clinica Villalba di Bologna, la Clinica Anthea e la Clinica Santa Maria di Bari e presso il suo studio a Matera.
Titoli scientifici
Direttore della Rivista Italiana di Gastroenterologia organo ufficiale dell’Associazione Italiana dei Gastroenterologi Ospedalieri
Segretario per l’Emilia Romagna dell’Associazione Italiana dei Gastroenterologi Ospedalieri
Presidente per l’Emilia Romagna della Società Italiana di Endoscopia Digestiva
Presidente della Associazione Italiana Malattie dell’Apparato Digerente
Pubblicazioni scientifiche:su riviste straniere 78 e su riviste italiane 124 libri di gastroenterologia ed endoscopia digestiva 12
Indirizzo sito: www.nicoladimperio.it