La centralità dell’uomo nella medicina. E’ il tema scelto dal dottor Nicola D’Imperio, gastroenterologo materano di chiara fama, per il quinto appuntamento del nostro studio medico virtuale all’interno di SassiLive.
Lo spazio, denominato Medicina Live, accoglie ogni domenica gli interventi di Nicola D’Imperio su argomenti medici di grande interesse.
Di seguito il quarto intervento e un breve profilo professionale di Nicola D’Imperio
Il mio primo maestro è stato il Prof. Domenico Campanacci, uno dei grandi Padri della Medicina italiana, sul cui trattato di Patologia Medica, di 5000 pagine, si sono formate generazioni di medici italiani.
Da lui ho imparato come l’Uomo debba essere l’elemento centrale dell’interesse del medico e di chi amministra la Salute;egliinterrogava a lungo il paziente, ascoltava quello che diceva, lo osservava, lo annusava, lo palpava, lo auscultavasenza fonendoscopio, con la suora che stendeva un sottile fazzolettino immacolato sul torace o sul petto del paziente,su cui poggiava direttamente l’orecchio. Così si stabiliva un contatto sensitivo, una comunicazione vera tra medico e paziente.
E’ passato del tempo, la medicina e la gestione della salute è cambiata, ora abbiamo una tecnologia formidabile che ci permette di fare diagnosi nel 99% dei casi, ma l’Uomo è rimasto lo stesso, fatto di corpo e di psiche. Ed è quest’insieme di corpo, sensazioni ed emotività che deve essere al centro dell’interesse del medico.
La medicina moderna, le specializzazioni con la estrema settorializzazione del corpo, la tecnologia sempre più avanzata, spesso fanno dimenticare a chi gestisce la salute l’intierezza del paziente.
Negli ultimi 20 anni la aziendalizzazione del SSN, i budget aziendali suddivisi in ulteriori budget di Dipartimenti e di Unità operative, i tagli a pioggia, gli interessi personali e di carriera di alcuni medici ed amministrativi,di sindacalisti e, soprattutto, di politici, hanno ricacciato l’interesse per l’Uomo, in posizione sempre più periferica. Oggi, in piena crisi sanitaria per la pandemia da Covid, con il rischio del collasso del sistema, finalmente qualcuno ha capito che negli anni scorsi si sono commessi degli errori e, spero, che ci sia una sorta di effetto catartico che riporti alla ragione.
Quello del rimettere l’uomo, il cittadino, al centro dell’interesse della Sanità è un problema nazionale, che tuttavia al Sud è ancora più evidente; oggi la barbarie ha colpito anche il Nord e anche a Bologna, dove ho fatto medico per una vita, si sta perdendo la centralità dell’uomo.
Racconto questo episodio: un giorno, dopo almeno 10 ore di una mega-riunione di dipartimento impiegate a parlare di fantomatici budget, di protocolli, di interessi di singoli primari, o direttori dei settori più svariati, di spostamenti di reparti o di persone come fossero pedine, ecc., non ne potetti più e presi la parola: -Cari signori, dissi, abbiamo perso di vista l’elemento centrale del nostro lavoro, l’uomo, il cittadino!- Mi rispose il direttore generale (nominato dalla politica): -Caro professore, lei ha una visione romantica e rinascimentale della Medicina!- Io gli risposi: -Caro direttore generale lei mi sta facendo un grande complimento e spero che anche lei abbia anche solo una parte di questa mia visione!- Me lo resi, forse, ostile, ma non me ne è importato molto, perché sicuro di essere nel giusto.
Rimettere il cittadino al centro dell’interesse della sanità pubblica il più delle volte non costa molto.
All’ingresso dei reparti di degenza ci sono i cartelli con gli orari di visita ai pazienti, spesso improponibili per i parenti o gli amici che hanno i loro impegni quotidiani, le porte poi sono sbarrate e, anche se suoni, nessuno ti apre o, se qualcuno ti apre, vieni rimandato indietro. E così i pazienti, oltre al malessere fisico, alla preoccupazione legata alla malattia, all’allontanamento dalla società, dalla famiglia, dagli amici, dalle abitudini quotidiane, si ritrovano a patire anche la reclusione.
In tutti i reparti di degenza che io ho diretto la prima cosa che ho sempre fatto è stata quella di eliminare gli orari di visita e scrivere, all’ingresso, in grande, su un cartello: Reparto a libero accesso. Cioè i visitatori, parenti ed amici potevano entrare e uscire quando volevano. La gente è sempre stata educata e comprensiva e, quando medici od infermieri entravano in camera per visitare il paziente, non era neppure necessario invitare i visitatori ad uscire, perché lo facevano spontaneamente ed andavano in sala d’attesa.
Nel 2003 presi la direzione di un altro reparto in un altro ospedale di Bologna. Durante un sopraluogo iniziale notai che c’erano liste d’attesa per visite ed esami che sfioravano un anno, ma, consultando le agende della libera professione dei medici, queste erano strapiene con tempi di attesa di pochi giorni. Incontrando il CUP (centro unificato prenotazioni), notai che l’offerta per il pubblico era esigua (e per questo fioriva la libera professione). Non feci altro che aumentare l’offerta al CUP per ricondurre i tempi di attesa per visite ed esami a poco più di una settimana.
Per riportare un equilibrio tra medicina, salute pubblica, risorse economiche e paziente non è necessario andare alla Bocconi: è sufficiente che medici, infermieri, amministrativi, politici, rimettano al centro dei loro interessi l’Uomo.
Curriculum di Nicola D’Imperio
Titoli di carriera
Laureato in medicina e chirurgia nel 1972 con 110 e lode
Specializzato in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva nel 1978 con 110 e lode
Assistente presso il Servizio di Gastroenterologia dell’ospedale Bellaria di Bologna dal 1974 al 1987
Aiuto presso il Servizio di Gastroenterologia dell’ospedale Bellaria di Bologna dal 1988 al 1998
Primario presso l’UOC di Gastroenterologia dell’ospedale Morgagni di Forlì dal 1998 al 2001
Professore presso la scuola di specialità di Gastroenterologia di Bologna dal 1998 al 2006
Primario presso l’UOC di Gastroenterologia dell’ospedale Maggiore di Bologna dal 2001 al 2012
Libero professionista in Gastroenterologia dal 2013 a tutt’oggi presso la Clinica Villalba di Bologna, la Clinica Anthea e la Clinica Santa Maria di Bari e presso il suo studio a Matera.
Titoli scientifici
Direttore della Rivista Italiana di Gastroenterologia organo ufficiale dell’Associazione Italiana dei Gastroenterologi Ospedalieri
Segretario per l’Emilia Romagna dell’Associazione Italiana dei Gastroenterologi Ospedalieri
Presidente per l’Emilia Romagna della Società Italiana di Endoscopia Digestiva
Presidente della Associazione Italiana Malattie dell’Apparato Digerente
Pubblicazioni scientifiche:su riviste straniere 78 e su riviste italiane 124 libri di gastroenterologia ed endoscopia digestiva 12
Indirizzo sito: www.nicoladimperio.it