“La malattia di Crohn: epidemiologia e cause”. E’ il tema scelto dal dottor Nicola D’Imperio, gastroenterologo materano di chiara fama, per il 71° appuntamento del nostro studio medico virtuale all’interno di SassiLive.
E’ questa una delle malattie più diffuse tra le malattie infiammatorie intestinali, insieme alla Rettocolite Ulcerosa, con cui alcune cause che possono essere comuni, con sintomatologia spesso simile, e, a volte, le due malattie possono essere scambiate tanto che, nei primi due anni di malattia, almeno nel 9% dei casi la diagnosi viene rimodulata.
La malattia di Crohn (MC), contrariamente alla Rettocolite Ulcerosa (RU), è una malattia cronica infiammatoria intestinale che coinvolge tutto l’apparato digerente, dalla bocca all’ano, ma con propensione per il tratto terminale del piccolo intestino. Contrariamente alla RU le lesioni sono discontinue e possono coinvolgere l’intero spessore della parete intestinale; le complicazioni più frequenti sono le stenosi e le fistole, spesso sono presenti manifestazioni extraintestinali.
Sebbene il termine derivi da un medico americano del Connecticut (1884-1983), che negli anni trenta del secolo scorso, operò un importante riordino etiopatogenetico di tale patologia, il primo a descriverla fu un medico italiano, Giambattista Morgagni, nato a Forlì nel 1682 e morto a Padova nel 1771; ragion per cui si dovrebbe definire malattia di Morgagni, ma gli anni trenta erano un periodo in cui all’estero, soprattutto in USA, gli italiani non erano proprio ben visti. Solo a fine ottocento fu possibile descrivere una malattia che si localizzava prevalentemente all’ileo terminale ed al colon, simile alla tubercolosi intestinale, ma non contenente il bacillo della tubercolosi, infatti per tutta la prima metà del secolo scorso molti ritenevano questo bacillo il responsabile della malattia di Crohn. Si può definire anche enterite, o ileite, terminale, ma l’aggettivo “terminale” può dare luogo a qualche equivoco e a volte provoca paura nei pazienti. Alcuni l’hanno chiamata anche enterite regionale, termine anch’esso non appropriato in quanto, come già detto, non è localizzata solo all’ileo terminale, ma a tutto l’apparato digerente. Si è preferito dare quindi il nome di chi aveva messo un po’ di ordine in questa patologia, sacrificando il vero scopritore, il povero Giambattista Morgagni, che non poteva protestare perché deceduto più di 150 prima.
La vera incidenza della malattia di Crohn è, molto probabilmente, sottostimata per l’invasività e il costo delle indagini principali che portano alla sua diagnosi, la colonscopia, spesso con ileoscopia e l’esame istologico, che, specie nei paesi più poveri, non sono così diffusi come da noi. Una cosa è certa della sua diffusione, che colpisce più i paesi del nord che quelli del sud; infatti, in Europa l’incidenza in Danimarca, Nuova Scozia, Svezia, va dai 9 ai 20 nuovi casi per 100.000, mentre in Spagna e in Italia l’incidenza è di 1-3 nuovi casi ogni 100.000 abitanti, anche in USA è lo stesso e va dai 9 casi per 100.000 abitanti del Minnesota al 3,6 della California e nella stessa California c’è una differenza tra Nord e sud ( 7 al nord e 3,6 al sud). In alcuni paesi, come la Danimarca, l’incidenza continua a crescere, mentre in altri è stabile. In Asia il Crohn è raro e va da 0,05 casi per 100.000 abitanti di Seul, a circa 2 casi della Nuova Zelanda. In Africa è sconosciuta, tranne che nel sud Africa dove c’è una incidenza di 2.6 casi per 100.000 abitanti nella popolazione bianca. La MD è diagnosticata il più delle volte tra i 15 e i 30 anni, con un secondo picco intorno ai 70 anni, ma, verosimilmente è solo apparente ed è causata dai maggiori rapporti dei settantenni con i medici.
Le cause della malattia di Crohn sono ancora in via di ricerca, ma, verosimilmente, non è una sola, ma esse sono multiple. Molti agenti infettivi sono stati chiamati in causa; quello storico, a cui molti medici hanno creduto, a causa della somiglianza dell’esame istologico, è stato il micobacteriumtuberculosis, ma non c’è mai stata alcuna prova, per cui questa ipotesi va rigettata. Si sono poi supposti numerosi altri agenti batterici, quali lo Pseudomonas, la Listeria, la Chlamydia, ma anche questi sono stati sconfessati per insufficienza di prove. Si sono chiamati in causa anche i virus quali i Reovirus, i Paramixovirus, ma sono stati bocciati anche questi. Si è anche supposto una modifica di aggressività della normale flora batterica intestinale, che in alcune circostanze potrebbe assumere caratteri di maggiore virulenza. Per quanto riguarda quest’ultima ipotesi ci potrebbe essere qualcosa di vero; infatti in un intestino normale e sano c’è sempre un livello, pur se bassissimo, di infiammazione e la genetica sta dimostrando che alterazioni della barriera difensiva o dei meccanismi di regolazione immunologica possono portare alcuni elementi della normale flora batterica intestinale a diventare virulenti. Ma dei fattori genetici parleremo nel prossimo capitolo.
Biografia di Nicola d’Imperio
Titoli di carriera
Laureato in medicina e chirurgia nel 1972 con 110 e lode
Specializzato in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva nel 1978 con 110 e lode
Assistente presso il Servizio di Gastroenterologia dell’ospedale Bellaria di Bologna dal 1974 al 1987
Aiuto presso il Servizio di Gastroenterologia dell’ospedale Bellaria di Bologna dal 1988 al 1998
Primario presso l’UOC di Gastroenterologia dell’ospedale Morgagni di Forlì dal 1998 al 2001
Professore presso la scuola di specialità di Gastroenterologia di Bologna dal 1998 al 2006
Primario presso l’UOC di Gastroenterologia dell’ospedale Maggiore di Bologna dal 2001 al 2012
Libero professionista in Gastroenterologia dal 2013 a tutt’oggi presso la Clinica Villalba di Bologna, la Clinica Anthea e la Clinica Santa Maria di Bari e presso il suo studio a Matera.
Titoli scientifici
Direttore della Rivista Italiana di Gastroenterologia organo ufficiale dell’Associazione Italiana dei Gastroenterologi Ospedalieri
Segretario per l’Emilia Romagna dell’Associazione Italiana dei Gastroenterologi Ospedalieri
Presidente per l’Emilia Romagna della Società Italiana di Endoscopia Digestiva
Presidente della Associazione Italiana Malattie dell’Apparato Digerente
Pubblicazioni scientifiche:su riviste straniere 78 e su riviste italiane 124 libri di gastroenterologia ed endoscopia digestiva 12
Indirizzo sito: www.nicoladimperio.it