“La malattia di Crohn: fattori genetici ed ambientali”. E’ il tema scelto dal dottor Nicola D’Imperio, gastroenterologo materano di chiara fama, per il 72° appuntamento del nostro studio medico virtuale all’interno di SassiLive.
E’ da tempo che si è supposto che in questa malattia ci fossero delle predisposizioni genetiche, infatti i parenti di primo grado di individui affetti da Crohn hanno 14-15 probabilità in più di svilupparlo rispetto al resto della popolazione. Anche i fattori etnici hanno la loro importanza, infatti tra gli Ebrei c’è un’alta incidenza, inoltre gli Ebrei dell’Europa dell’Est ( gli Ashkenazi) hanno un rischio di sviluppare il Crohn da 2 a 4 volte superiori di quelli che vivono in altre località del mondo.
Ma si è dovuto aspettare il 2001 per averne la prova scientifica con l’isolamento di un gene responsabile della malattia, e fino ad oggi, se ne sono scoperti altri, più di 30. Il primo gene scoperto fu il CARD15, che normalmente produce una sostanza antimicrobica chiamata Defensina, che ha un’azione di contrastare l’eventuale potere aggressivo anche dei batteri componenti la normale flora batterica intestinale; ebbene i malati di Crohn hanno un’alterazione di tale gene e quindi alcuni degli stessi batteri endogeni possono innescare le reazioni infiammatorie che portano al Crohn. Un altro gene scoperto è stato l’ATG16L1 che è un gene è responsabile del fenomeno dell’autofagia che consta nell’eliminare alcune sostanze che si possono sviluppare dalla morte cellulare conseguenza dei normali processi di turnover che potrebbero innescare i processi infiammatori. Abbiamo, infatti, già detto che l’intestino normale è in un costante stato infiammatorio, a causa del pullulare, nel suo interno di miliardi di batteri, che però viene autolimitato dai meccanismi di difesa. Un’alterazione del gene CARD15 o dell’ATG16L1 comporterebbe alcune difese in meno e quindi si avrebbe lo svilupparsi di tutte quelle reazioni infiammatorie che portano al Crohn. Non mi dilungo sul descrivere le alterazioni degli altri geni scoperti come responsabili della malattia, ma ho voluto fare questi due esempi perché così si può immaginare come un’alterazione di solo uno dei più dei trenta geni ritenuti responsabili (ma è probabile che ne vengano scoperti anche degli altri), sia sufficiente perché il normale e delicato equilibrio tra fattori aggressivi e difensivi si possa alterare e si viene quindi ad avere lo sviluppo della malattia. Questo spiega la familiarità in quanto il patrimonio genetico (e quindi anche i geni alterati) viene trasmesso dai genitori ai figli.
Anche i fattori ambientali sono, o possono, essere una concausa, quindi un fattore favorente, non la causa diretta, nello sviluppare la malattia di Crohn. In primis si deve notare come i soggetti che sono stati allattati al seno materno hanno minore possibilità di sviluppare la malattia, probabilmente a causa della più precoce risposta del sistema immunitario. Altro fattore è lo stato socio-economico, si è notato infatti che è meno frequente nelle classi meno abbienti e tra coloro che fanno un lavoro fisico, probabilmente perché sono sottoposti a maggiori stimoli del sistema immunitario. Sono stati pubblicati, inoltre, dei lavori scientifici, su riviste mediche importanti, che hanno dimostrato che i bambini cresciuti in famiglie insieme a cani e gatti hanno meno possibilità di sviluppare la malattia e questo sempre per una precoce stimolazione del sistema immunitario. Il fumo favorisce il Crohn e le sue recidive e ciò, probabilmente, a causa degli effetti sulla permeabilità intestinale e per la formazione di microscopici coaguli all’interno dei capillari dell’intestino. Anche l’alimentazione ricca di zuccheri raffinati e povera di frutta e verdura, o vegetali in genere, può essere un fattore predisponente. Anche l’uso abituale di farmaci antinfiammatori può essere un fattore favorente la comparsa o la recidiva del Crohn, verosimilmente per l’azione che hanno tali farmaci nell’aumentere la permeabilità intestinale.
Un cenno infine sullo stress, l’ansia, la depressione e i traumi psichici, che tanto influiscono sulla Retto Colite Ulcerosa, sia sulla sua insorgenza che sulle recidive: è ormai dimostrato che questi fattori non hanno alcuna influenza sul determinismo o sul ripresentarsi della malattia di Crohn.
Biografia di Nicola d’Imperio
Titoli di carriera
Laureato in medicina e chirurgia nel 1972 con 110 e lode
Specializzato in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva nel 1978 con 110 e lode
Assistente presso il Servizio di Gastroenterologia dell’ospedale Bellaria di Bologna dal 1974 al 1987
Aiuto presso il Servizio di Gastroenterologia dell’ospedale Bellaria di Bologna dal 1988 al 1998
Primario presso l’UOC di Gastroenterologia dell’ospedale Morgagni di Forlì dal 1998 al 2001
Professore presso la scuola di specialità di Gastroenterologia di Bologna dal 1998 al 2006
Primario presso l’UOC di Gastroenterologia dell’ospedale Maggiore di Bologna dal 2001 al 2012
Libero professionista in Gastroenterologia dal 2013 a tutt’oggi presso la Clinica Villalba di Bologna, la Clinica Anthea e la Clinica Santa Maria di Bari e presso il suo studio a Matera.
Titoli scientifici
Direttore della Rivista Italiana di Gastroenterologia organo ufficiale dell’Associazione Italiana dei Gastroenterologi Ospedalieri
Segretario per l’Emilia Romagna dell’Associazione Italiana dei Gastroenterologi Ospedalieri
Presidente per l’Emilia Romagna della Società Italiana di Endoscopia Digestiva
Presidente della Associazione Italiana Malattie dell’Apparato Digerente
Pubblicazioni scientifiche:su riviste straniere 78 e su riviste italiane 124 libri di gastroenterologia ed endoscopia digestiva 12
Indirizzo sito: www.nicoladimperio.it