“Le varici dell’esofago”. E’ il tema scelto dal dottor Nicola D’Imperio, gastroenterologo materano di chiara fama, per il 52° appuntamento del nostro studio medico virtuale all’interno di SassiLive.
E’ stato questo un argomento di grande importanza sino a 15-20 fa, che interessava buona parte dei pazienti affetti da malattie croniche del fegato quali la cirrosi epatica, l’epatite cronica e altre circostanze più rare, che portavano ad un aumento della pressione all’interno del piccolo circolo (o circolo portale), cioè quello che porta il sangue dall’intestino al fegato, dove viene “filtrato” e di qui immesso nel grande circolo. Tali malattie croniche del fegato determinano un ristagno di sangue a monte del fegato, che comporta un aumento di pressione, che, a sua volta, porta allo sviluppo di varici che, in alcuni organi, come l’esofago, sono particolarmente sottili tanto da rompersi ed essere causa di emorragie che, un tempo, erano difficili da arrestare tanto da essere la causa più frequente di morte nei pazienti con cirrosi epatica o epatiti croniche.
Mi si permetta un riferimento personale. Ero un giovane medico e, tra gli anni settanta ed ottanta, facevo il gastroenterologo all’ospedale Bellaria di Bologna dove confluivano, da tutta l’Italia,molti pazienti affetti da malattie croniche del fegato e che quindi avevano le varici esofagee, che spesso sanguinavano a tal punto da condurre alla morte, nonostante tutti i nostri tentativi per arrestare l’emorragia. Il problema era molto sentito e andavamo alla ricerca di una soluzione.
Tra la fine degli anni settanta e l’inizio degli anni ottanta del secolo scorso, alcuni gastroenterologi, come Paquet a Bonn,Terblanche a Città del Capo, e poi Sohendra ad Amburgo, stavano ottenendo dei risultati promettenti con il trattamento endoscopico di tali emorragie da varici esofagee. Mi misi in contatto con loro, li andai a trovare, imparai le tecniche, le perfezionai e così divenni uno tra i primi in Italia nell’effettuare il trattamento endoscopico delle varici esofagee. Numerosi altri gastroenterologi vennero da me a Bologna per imparare la tecnica, le indicazioni, le terapie collaterali, il follow up, e divenni, insieme ad altri miei colleghi di Milano e Padova che si interessavano dello stesso problema, uno tra i primi punti di riferimento in campo nazionale ed internazionale.
Il nostro know howmigliorò ulteriormente coi continui collegamenti con i nostri colleghi di tutto il mondo e, in quegli anni, i nostri insegnamenti si diffusero a macchia d’olio con ottimi risultati tanto che attualmente, in Italia, il 90% delle emorragie da varici esofagee viene arrestato con le tecniche endoscopiche. Gli stessi risultati si ebbero in tutto il mondo e così quello che, sino a 10 anni prima, era uno dei più gravi problemi che portavano alla morte per emorragia dei pazienti epatopatici, oggi è divenuto curabile.
Ma il merito è stato non solo dei gastroenterologi che, come noi, hanno affrontato il problema con l’endoscopia operativa, cioè con la tecnica di scleroterapia, o di legatura, o di iniezioni per via endoscopica di sostanze polimerizzanti, ma anche dei nostri colleghi che hanno agito su altri livelli del meccanismo patogenetico delle varici esofagee.
Infatti, contemporaneamente ai nostri studi, si sono sviluppati quelli sui farmaci beta bloccanti che portano ad una riduzione della pressione nel piccolo circolo (il circolo portale) e quindi a una minore forza dall’interno della varice, che diminuisce così il rischio della sua rottura.
Un altro contributo è stato apportato dalla radiologia interventistica con la messa a punto della tecnica della TIPS (TransjugularIntrahepaticPortosystemic Shunt), che consiste nel creare, sotto guida radiologica angiografica, quindi senza alcun intervento di chirurgia, una comunicazione tra il piccolo circolo e il grande circolo tale da diminuire la pressione nel piccolo circolo e ridurre la formazione delle varici e del loro sanguinamento.
Un altro contributo sostanziale è stato l’avvento dei farmaci antivirali che, da almeno trent’anni, sono progressivamente migliorati sino a ridurre drasticamente l’evoluzione di alcune malattie del fegato di natura virale verso forme gravi di epatiti croniche e cirrosi.
Insomma, l’insieme di tutti questi provvedimenti terapeutici, in primis quello endoscopico, quindi quello farmacologico sulla riduzione di pressione nel piccolo circolo, spesso usati insieme, e ancora il by pass, per via radiologica, tra il piccolo e il grande circolo ed infine i farmaci antivirali che hanno ridotto la gravità delle malattie epatiche di base, o addirittura in alcuni casi gli antivirali le hanno guarite, hanno portato a ridurre sensibilmente l’incidenza e la gravità di una patologia, l’emorragia da varici esofagee, che sino a vent’anni fa mieteva numerose vittime.
Il problema delle varici esofagee e della loro conseguenza più grave, l’emorragia, resta tuttora confinato, in buona parte, alle malattie epatiche di origine alcolica, purtroppo in aumento tra i giovani, ma oggi si hanno delle armi ben affilate per combattere l’aumento della pressione nel piccolo circolo e la sua più estrema conseguenza, l’emorragia. Voglio ricordare anche che la sospensione dall’alcol comporta un drastico miglioramento anche di forme molto avanzate di cirrosi di origine alcolica, una drastica diminuzione della pressione del piccolo circolo, e quindi delle varici esofagee e della loro possibilità di sanguinare. Spero che quest’ultima informazione induca, chi è dedito all’uso cronico di alcolici, a smettere di bere.
Biografia di Nicola d’Imperio
Titoli di carriera
Laureato in medicina e chirurgia nel 1972 con 110 e lode
Specializzato in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva nel 1978 con 110 e lode
Assistente presso il Servizio di Gastroenterologia dell’ospedale Bellaria di Bologna dal 1974 al 1987
Aiuto presso il Servizio di Gastroenterologia dell’ospedale Bellaria di Bologna dal 1988 al 1998
Primario presso l’UOC di Gastroenterologia dell’ospedale Morgagni di Forlì dal 1998 al 2001
Professore presso la scuola di specialità di Gastroenterologia di Bologna dal 1998 al 2006
Primario presso l’UOC di Gastroenterologia dell’ospedale Maggiore di Bologna dal 2001 al 2012
Libero professionista in Gastroenterologia dal 2013 a tutt’oggi presso la Clinica Villalba di Bologna, la Clinica Anthea e la Clinica Santa Maria di Bari e presso il suo studio a Matera.
Titoli scientifici
Direttore della Rivista Italiana di Gastroenterologia organo ufficiale dell’Associazione Italiana dei Gastroenterologi Ospedalieri
Segretario per l’Emilia Romagna dell’Associazione Italiana dei Gastroenterologi Ospedalieri
Presidente per l’Emilia Romagna della Società Italiana di Endoscopia Digestiva
Presidente della Associazione Italiana Malattie dell’Apparato Digerente
Pubblicazioni scientifiche:su riviste straniere 78 e su riviste italiane 124 libri di gastroenterologia ed endoscopia digestiva 12
Indirizzo sito: www.nicoladimperio.it