Il Consigliere regionale Luca Braia del PD commenta in una nota l’approvazione del Piano Regionale Salute e Servizi. Di seguito il comunicato integrale.
Continua il nostro impegno politico a ridisegnare, in un’ottica di ammodernamento ed efficienza, l’assetto organizzativo-istituzionale regionale, un percorso intrapreso sin dall’inizio di questa IX Legislatura.
La scorsa settimana l’approvazione del documento programmatico per il nuovo Statuto regionale, ieri la convergenza di tutta la maggioranza oltre che dell’intergruppo e della Sel sulla definizione del “Piano regionale integrato della salute e dei servizi alla persona e alla comunità 2012-2015”, ad oltre quindici mesi dalla sua prima stesura.
Dopo quindici anni siamo intervenuti su uno degli aspetti più nevralgici del bilancio regionale che rappresenta la parte preponderante della sua spesa; proprio nel momento in cui il Governo nazionale sta ridefinendo nuovi tagli sui trasferimenti anche nel settore sanitario.
Responsabilità e lungimiranza ci hanno condotti ad anticipare tempi e decisioni senza accedere ad ipotesi di rinvio, che mai come in questo caso ci sono apparse un pò viziate da, pur comprensibili, tatticismi politici dal sapore pre-elettorale.
Esprimo il mio compiacimento per il lavoro svolto dall’assessore Martorano e dal presidente della preposta Commissione Rocco Vita; encomio va a tutti i miei colleghi che hanno condiviso, arricchendole, le nostre scelte.
Abbiamo lavorato sulla riorganizzazione del sistema sanitario provando ad esaltare il concetto della rete che possa eliminare inutili duplicazioni, la cosiddetta struttura “hub & spoke” con una centrale di azione e periferiche di complemento; abbiamo voluto ridefinire, integrandoli in una logica funzionale, il mondo sanitario con quello socio-assistenziale coinvolgendo i rappresentanti del pubblico e delle associazioni di volontariato, sino ad estendere il richiamo alle famiglie per la compartecipazione nell’assistenza domiciliare.
Nuovi assetti e nuova governance territoriale rappresentano gli assi su cui sovrapporre le future decisioni di merito nel momento più delicato per la nostra nazione.
Così ha parlato la politica lucana alla richiesta dei cittadini del riconoscimento di un diritto inviolabile come quello alla salute, così abbiamo risposto alle “casse” che ci richiamano al rigore ed alla razionalizzazione.
Una nota di rammarico per l’abbandono dell’Aula consiliare da parte dei colleghi del PDL; in definitiva per tutti un’occasione persa per confrontarsi apertamente e lealmente su un tema che merita la sublimazione del confronto politico.
Perché la politica deve far sintesi di tanti aspetti: deve esprimere rappresentanza, esaltare il confronto, la partecipazione, interpretare bisogni, risvegliare coscienze, alimentare speranze; ma la politica è anche governo, quindi operare delle scelte e assumersene la responsabilità.
Questa maggioranza ha avuto il coraggio di farlo e lo avrà ogni volta in cui la realtà dell’oggi e del domani lo richiederà.
Infine consentitemi una nota partigiana (territorialmente parlando) sull’Ospedale “Madonna delle Grazie” di Matera, per il quale il mio impegno personale e del gruppo PD che rappresento si è fatto interprete della necessità di conferma ed implementazione della rete oncologica che fa riacquistare una funzione importante con il previsto punto satellite per la radioterapia e per la genetica, strategica scommessa per il futuro.
L’approvazione dell’Ordine del Giorno collegato al Piano per l’Ospedale distrettuale di Tinchi ha confermato la volontà del Consiglio regionale di potenziarne la vocazione a polo riabilitativo e centro specialistico per la dialisi al fine di valorizzare gli investimenti effettuati e mantenere un protagonismo possibile ad un territorio falcidiato come quello di Pisticci.
Guardiamo e andiamo avanti, con la manovra di assestamento del bilancio 2012 che approderà in Consiglio la prossima settimana proveremo ad incardinare un nuovo programma per il lavoro e per il tessuto imprenditoriale regionale, una scommessa importante in una situazione di grande difficoltà. Anche lì faremo delle scelte, cercheremo condivisione, ci assumeremo le nostre responsabilità.
Luca Braia, Consigliere regionale PD
Alfonso Ernesto Navazio, Consigliere regionale di Io amo la Lucania precisa in una nota i motivi che hanno determinato l’astensione in occasione della votazione del PSSR.
Il Piano di salute ha incrociato il nostro voto di astensione nonostante che una serie di emendamenti (forum annuale della salute, portale della salute, clausola valutativa, ecc..) da noi formulati, siano stati valutati, condivisi ed accettati. Un’ astensione perché non siamo organici alla maggioranza di De Filippo. Un’ astensione che sottolinea ciò che di innovativo abbiamo trovato, ma anche ciò che non ci ha convinto.
Uno dei paradossi che ha caratterizzato la sanità di questi ultimi anni è definito dall’ossimoro: “più si riforma e meno si cambia”. Riforma per antonomasia vuol dire cambiamento; se si riforma si dovrebbe cambiare, se niente di fondamentale cambia allora vuol dire che non si è riformato. Semplici considerazioni da manuale.
Non basta gestire bene la sanità, non basta razionalizzare le numerose incongruenze che esistono nel sistema, perché se non cambiano i modelli, il sistema è comunque disarcionato dal cambiamento sociale e culturale.
Le politiche sanitarie adottate in questi anni, prevalentemente gestionali e di razionalizzazione, hanno in molti casi migliorato lo stato del sistema senza modificarlo tuttavia. Ma non sono bastate.
C’è un una parola magica che viene sussurrata nel piano di salute: compossibilità. Una parola che apre nuovi scenari, che fa di una metodologia un approccio significativamente innovativo. Il problema è capire se ne saremo all’altezza, al netto delle risorse finanziarie e dei legami clientelari che saranno duri a morire.
L’obiettivo delle politiche di compossibilità è la rimozione delle contraddizioni tra il diritto alla salute e le risorse destinate a garantirlo, mirando ad un notevole risparmio etico ed economico. Un obiettivo che, con più coraggio da parte dell’assessore Martorano e del Presidente De Filippo, andrebbe perseguito.
È sbagliato continuare a considerare l’efficienza soltanto come un concetto economico e l’equità come un concetto esclusivamente etico. La malattia è spesso prodotta dall’iniquità. Ci si ammala a causa della deprivazione ma anche dall’eccesso. Se vogliamo opporci al razionamento economicistico dei servizi, la strada da percorrere resta quella della promozione di un autogoverno responsabile della domanda. È la strada, per dirla come il sociologo Cavicchi, che rovescia il paradigma della compatibilità per costruire quello della compossibilità.
La grande sfida non è più la compatibilità, perché la compatibilità tende ad impoverire il sistema, cioè continua a togliere qualcosa da qualcosa, ma è quella della compossibilità, cioè fare in modo che tra la domanda e l’offerta, tra i diritti e le risorse, tra la società e la sanità, non vi siano contraddizioni.
E nel corso di questi anni se ne sono accumulate di questioni e problemi: umanizzazione, riorganizzazioni, contenziosi legali, integrazioni territorio ed ospedale.
La logica che viene ribadita nel piano, e che condividiamo, è quella del cambiamento, del ripensamento, del rimodellamento.
Una scommessa? Credo proprio di sì. Sperando di non attendere dieci anni come ad esempio quanti ce ne sono voluti per trasferire una unità come l’Utic dall’ospedale di Venosa a Melfi. Solo per rispondere a superbia professionale, a mero clientelarismo, all’ingordigia di un voto politico in più.
Alfonso Ernesto Navazio, Consigliere regionale Io amo la Lucania
Piano Servizi e Salute Regione Basilicata: meno ricoveri e più territorio, come cambiano Sanità e Welfare.
Meno cure “a letto” e più sanità sul territorio, in sistema “hub and spoke” (mozzo e raggi) che diventa il modello per garantire il diritto alla salute nella “città diffusa Basilicata” integrandosi con un’organizzazione distrettuale e di ambito e creando sinergia con la rete dei servizi sociali. Difficile ridurre a estrema sintesi il Piano regionale della Salute e dei Servizi alla Persona e alla Comunità, ma può indicarsi in questi passaggi almeno la filosofia che ne è alla base.
“Il Consiglio regionale – ha commentato il presidente della Regione Vito De Filippo – ha avuto il merito e la responsabilità di approvare , a 15 anni di distanza dall’ultimo Piano sanitario, uno strumento di programmazione che appare ancor più importante in quella che è forse la più difficile congiuntura del nostro Paese. In un momento come questo, infatti, non ci si può permettere divagazioni e distrazioni e ogni azione deve rientrare in un progetto definito anche perché risorse per correggere interventi sbagliati non ce ne sono e andrebbero a impoverire il sistema sanitario regionale”.
Il nuovo piano, che nasce dopo una fase di studio confronto durata due anni e che ha coinvolto il mondo delle professioni, il sindacato, la cooperazione sociale, il volontariato oltre che la politica, è stato costruito sotto la regia dell’assessore alla Salute Attilio Martorano in modo da rispondere in modo puntuale a quelle che sono le particolari esigenze di una regione come la Basilicata che vede un limitato numero di residenti suddiviso nei 131 centri del proprio ampio territorio. “Per far fronte a questa realtà – spiega lo stesso assessore Martorano, ci siamo mossi su due direttrici: la prima è quella dei sistemi ‘a rete’, la seconda è quella di spostare sempre più l’attività sanitaria dai così detti centri di cura al territorio. Questo sia perché siamo convinti che ci sia una questione di crescita della qualità della vita nel garantire il diritto alla salute senza un eccessivo ricorso all’ospedalizzazione, sia perché questioni di risorse ma ancor più di standard di qualità rendono impensabile una infinita clonazione di strutture in ogni centro. Così, dal confronto che si è sviluppato nei due anni da quando, il 27 luglio 2012 il presidente De Filippo ha assunto in Consiglio l’impegno di elaborare il nuovo piano, è emersa con chiarezza l’indicazione di una riduzione della sanità ospedaliera in favore di una crescita della sanità territoriale. Una indicazione che ha preso forma in sistemi con punti centralizzati di eccellenza e ramificazioni sul territorio, nella messa in campo di macrodipartimenti e funzioni centralizzate di pari passo alla creazione di nove Distretti di comunità che, fungendo da sportello unico del cittadino, avrà in carico tutte le funzioni fondamentali. Una nuova organizzazione che, tuttavia, non ha visto tagli ai posti letto della rete ospedaliera, in virtù delle attente politiche realizzate dalla Regione già prima della spending review e che ha visto la nostra regione rientrare perfettamente nei nuovi parametri indicati dal Governo”.
Un altro elemento del piano indicato come qualificante dall’assessore Martorano è la programmazione congiunta si servizi sanitari e servizi sociali che, spiega, “prevede il coordinamento di Distretti e Ambiti per progettare e gestire servizi e risorse finanziarie, eliminando rischi di duplicazioni di interventi e attivando sinergie. E in questo quadro – aggiunge l’assessore – particolare attenzione viene data, alla residenzialità protetta, passando gradualmente dai circa 200 posti oggi disponibili ad una previsione di 1179 posti residenziali e semiresidenziali in ambito regionale”.
“Non abbiamo fatto rivoluzioni – spiega il presidente De Filippo – ma abbiamo dato unitarietà a linee di politica sanitaria già emerse nel corso di questi anni e le abbiamo meglio affinate e definite nel confronto con le forze politiche, gli operatori, le forze sociali, i cittadini. E sinceramente – ha aggiunto il presidente – devo dare merito a tutti per il contributo offerto, a quelle forze di maggioranza e di opposizione che l’hanno votata lavorando fino a tarda notte ma anche al gruppo Pdl che ha contribuito fattivamente nel dibattito in commissione, ha partecipato alla rima fase del dibattito di Aula e, sono certo, non farà mancare il proprio contributo nei successivi passaggi già previsti per attuare la riforma. I temi della salute e del welfare – ha concluso De Filippo – hanno un valore talmente forte per i cittadini da richiedere l’impegno e le energie di tutti per fare scelte sempre migliori”.
L´assessore ha presentato in aula le logiche del Piano regionale della Salute e dei Servizi. “Non fare scelte in questo momento non gioverebbe alla tutela del welfare regionale”.
“Il programmatore regionale è chiamato a una duplice responsabilità: garantire la coerenza economica del suo welfare costruito in ragione del perseguimento di indisponibili livelli essenziali di assistenza”. In questo quadro, l´assessore regionale alla Salute, Attilio Martorano, ha collocato il nuovo Piano Integrato della Salute e dei Servizi alla Persona e alla Comunità, nella relazione fatta oggi al Consiglio regionale.
Nel corso dell´intervento, Martorano ha ripercorso le tappe che hanno portato all´approdo in aula del Piano, da quando, ha detto “Il Presidente De Filippo assunse in quest´assise, nel corso della seduta del 27 luglio 2010 l´impegno di proporre il nuovo Piano per aggiornare le politiche regionali, sanitarie e sociali, entro la fine del 2010, atteso che i piani, tuttora vigenti, sono quello sanitario varato nel 1997 e quello sociale varato nel 1999”, a quando il piano venne approvato in giunta, il 29 dicembre 2010, all´ampio confronto che c´è stato con gli “Stati Generali della Sanità e delle Politiche Sociali, dal titolo Ammalarsi meno, Curarsi meglio, che – ha ricordato l´assessore – impegnarono per 3 mesi, in 8 giornate dedicate, dall´ottobre a dicembre 2010, un´ampia platea di relatori, di valenza regionale e nazionale e chiamò a discutere tutte le forme organizzate del mondo delle professioni, del sindacato, della cooperazione sociale, della politica e del volontariato, oltre che tanti singoli cittadini” e poi “oltre 60 incontri divisi tra incontri bilaterali, convegni dedicati e audizioni in IV commissione” che “hanno consentito di annotare suggerimenti, proposte e valutazioni che hanno contribuito a un significativo lavoro di rifinitura, di cui oggi il documento in discussione si giova, avendo già riportato al suo interno molti emendamenti proposti ed approvati dalla IV Commissione consiliare”.
E sulla qualità delle scelte fatte il´assessore si è soffermato a lungo, a partire dalla scelta di pianificare congiuntamente servizi sanitari e politiche sociali, con “una scelta di programmazione integrata – ha detto – che ci distingue nel panorama nazionale, essendo oggi solo10 le regioni che hanno scelto di operare in tal senso”. Una scelta, ha spiegato Martorano, fatta anche perché “le profonde trasformazioni nel quadro demografico (riduzione ed invecchiamento della popolazione), epidemiologico (incremento delle patologie cronico – degenerative), sociale (incremento delle condizioni di fragilità legate alla progressiva perdita dell´autosufficienza oltrechè all´affermarsi delle condizioni di “povertà relativa”), politico – istituzionale (riforma del titolo 5 della Costituzione con ripensamento in senso federale dello Stato e conseguentemente della sanità), economico – finanziario (crisi della finanza pubblica con progressiva riduzione dei finanziamenti destinati al settore sanitario), non consentono più di circoscrivere gli interventi di cambiamento nell´ambito di un´unica politica, di confermare uno status quo di organizzazioni e di servizi, ma impongono la necessità di mettere insieme politiche diverse ed integrarle”.
Il tema dell´incertezza finanziaria è stato centrale nella relazione dell´assessore. Ne ha parlato a proposito di politiche sociali, citando, ad esempio, il fatto che “la quota di pertinenza della Basilicata del fondo nazionale per le politiche sociali è passata dagli oltre 9,5 milioni di Euro del 2006 ai poco più di 2 milioni di euro del 2011”; lo ha sviscerato in tema di spese sanitarie, ricordando come “può essere affermato è che le azioni che il Governo regionale ha impostato in questi ultimi due anni ha consentito alla regione di rimanere nel limite del 5% del disavanzo nonostante la riduzione del fondo sanitario, l´aumento dell´IVA, la nuova normativa sugli ammortamenti non sterilizzati, il mancato trasferimento di 7.200.000 € in cambio del ticket fisso di 10 € sulla specialistica, un adeguamento contrattuale nazionale per tutto il comparto che ha comportato una sopravvenienza passiva di 2,5 milioni di euro.” E prospettando l´ulteriore taglio di 8,730 milioni per l´anno in corso e di altri 40 che sembra essere all´orizzonte per il 2013. Ma Martorano ha anche evidenziato gli sforzi già posti in essere per fronteggiare la situazione, dai risparmi, ad esempio quelli ottenuti sulla spesa farmaceutica convenzionata con un risparmio di circa 9 milioni, a quelli ora messi in campo con la centrale unica di committenza e le autoassicurazioni, che porteranno ancora 20 milioni di economie, e, ancora, i 6,2 milioni di euro ottenuti “grazie alla scelta fatta dai cittadini di altre regioni, che al di là di tutto hanno preferito la nostra sanità a quella della propria regione di appartenenza”. E proprio in questo quadro di incertezza Martorano ha evidenziato come sia ancor più fondamentale la funzione del Piano “che -ha spiegato – rappresenta il perimetro entro il quale il governo regionale e l´intero sistema sanitario devono muoversi. Il piano sanitario non è, come evidente, né un atto aziendale né un conto economico. E´ piuttosto il documento di più alta programmazione a scala regionale. Potremmo di contro affermare, forse un po´ provocatoriamente – ha aggiunto – che data l´incertezza della finanza pubblica e dei conseguenti effetti sui sistemi regionali, l´assenza di un documento di programmazione renderebbe più libera e incondizionata l´azione del governo regionale, con, di contro, il rischio di perdere la visione d´insieme e l´omogeneità del sistema”.
In questo contesto, Martorano ha anche annunciato come sia giunta a maturazione la proposta di revisione dei ticket, prevedendo “una fascia di esenzione totale per i redditi familiari (ISEE) inferiori a 16.000 €, una successiva progressione per i redditi compresi tra i 16.000€ e i 25.000€, una invarianza rispetto all´impianto attuale per i redditi compresi tra i 25 e i 35.000 ed un innalzamento della quota di compartecipazione per i redditi compresi tra 35.000 e 50.000 e, nella misura massima per i redditi superiori ai 50.000” prevedendo anche “una rimodulazione del ticket sulla farmaceutica, con un innalzamento della fascia di esenzione per reddito ISEE che passerebbe da 14.000 € a 16.000 € per renderla coerente con l´esenzione per la specialistica, ed un innalzamento delle fasce di reddito inferiori , lasciando però invariata la misura massima, che la legge regionale indica in 2,50 euro”.
Alla luce di questa situazione, Martorano ha evidenziato la necessità di compiere delle scelte. “La crisi della finanza pubblica – ha detto – non è purtroppo l´unica difficoltà che dobbiamo superare, ma certamente la più emergente. Sottrarsi alle responsabilità delle scelte in questo particolare momento storico – ha concluso -non gioverebbe alla tutela del welfare regionale e né alla tutela della salute e dell´equità e né ai diritti di cittadinanza sociale”.