I dati sulla mobilità sanitaria passiva diffusi nei giorni scorsi dalla fondazione Gimbe preoccupano ma non sorprendono la Fnp Cisl Basilicata. «Da tempo – osserva il segretario generale Giuseppe Amatulli – sollecitiamo un confronto franco sullo stato di salute del sistema sanitario regionale e per ragionare su come elevare gli standard della sanità lucana partendo da quella che per noi rappresenta una scelta strategica: rimettere al centro il territorio e i bisogni di salute dei cittadini nella programmazione dei servizi». Secondo Amatulli «si tratta di invertire il senso di marcia delle politiche di razionalizzazione degli ultimi decenni che hanno progressivamente impoverito i presidi territoriali, specie quelli che per posizionamento geografico e qualità delle prestazioni rappresentavano anche un polo di attrazione della domanda sanitaria di altre regioni. Sono scelte che si sono rivelate sbagliate, anche alla luce dei recenti indirizzi contenuti nel PNRR che, al contrario, attribuisce alla medicina territoriale un ruolo fondamentale di presidio a tutela della salute delle comunità».
Per il segretario del sindacato pensionati della Cisl «la sfida è ridisegnare l’architettura generale dei servizi sul territorio dopo anni di impoverimento e di accentramento in termini di investimenti infrastrutturali e tecnologici e di risorse umane», tuttavia, avverte Amatulli, «occorre prestare la massima attenzione ai rischi che si annidano nel disegno di legge sull’autonomia differenziata e ragionare sulle garanzie finanziarie per scongiurare un avvitamento dello stallo attuale e un ulteriore decadimento della offerta sanitaria». Di qui, secondo il sindacalista, la necessità di riannodare il dialogo tra istituzioni e parti sociali: «Bisogna superare la pretesa della politica di essere autosufficiente rispetto alla titolarità sulle grandi scelte strategiche per il futuro della regione».
«Noi indichiamo la strada di una matura concertazione – aggiunge Amatulli – per co-programmare i grandi indirizzi di politica sociale e sanitaria, a partire da una puntuale analisi dei bisogni di salute della società lucana alla luce di uno scenario demografico caratterizzato da invecchiamento e spopolamento, da una riorganizzazione dei servizi su base territoriale con l’obiettivo di decongestionare i grandi poli ospedalieri regionali, da una più funzionale integrazione tra servizi sociali e sanitari, con particolare attenzione al tema della non autosufficienza, da un forte investimento nelle risorse umane in termini di crescita e sviluppo delle competenze e di potenziamento delle piante organiche, infine da un rapporto tra sanità pubblica e medicina privata che non deve essere di sostituzione ma improntata ad una leale collaborazione».