Espedito Moliterni, referente Regione Basilicata della Società Italiana di Igiene: “Le reti vaccinali locali: una opportunità di salute per i soggetti fragili”. Di seguito la nota integrale.
“ L’ invecchiamento della popolazione e il conseguente aumento delle patologie croniche espongono ad un aumentato rischio di contrarre le malattie infettive e le loro complicanze; le vaccinazioni, aumentando le capacità di difesa dell’organismo, contribuiscono a contrastare la senescenza e favorire l’invecchiamento sano, consentendo alla persona anziana una vita più indipendente con un più alto livello di qualità. Pertanto, occorre incrementare la prevenzione vaccinale destinata alle persone anziane e, per favorire tale intervento, è necessario potenziare i servizi sanitari territoriali istituendo le Reti Vaccinali Locali ”.
E’ quanto emerso in un convegno presso l’Università degli Studi di Bari, tenutosi in data 04.03.2022 e organizzato dal professore Silvio Tafuri, ordinario della cattedra di Igiene presso la stessa Università.
In Italia il 60,8% della popolazione over 65 è affetta da almeno una patologia cronica e fra questi il 25,7% ha più di una malattia cronica; fra l’altro la condizione di cronicità è più frequente tra le persone con status socioeconomico più svantaggiato o bassa istruzione.
La cronicità è associata al declino di aspetti della vita come l’autonomia, la mobilità, la capacità funzionale e la vita di relazione con conseguente aumento di stress psicologico, ospedalizzazioni, uso di risorse sanitarie e assistenziali.
Come è noto e ampiamente dimostrato dalla totalità degli studi condotti, è in questa fascia di popolazione che le malattie infettive colpiscono con maggiore incidenza di complicanze, come ampiamente dimostrato dall’infezione da Covid 19.
Nei confronti di alcune di queste malattie infettive, già da alcuni anni sono a disposizione della comunità vaccini largamente utilizzati e di comprovata efficacia e sicurezza: i vaccini contro l’influenza, lo pneumococco, l’herpes zoster, il tetano, la difterite, la pertosse, il meningococco B e C sono offerti gratuitamente alla popolazione interessata senza alcun onere per i beneficiari.
Ma come favorire l’approccio alle vaccinazioni di questa fascia di popolazione, che sicuramente ne rappresenta la parte più debole ed indifesa?
E’ nell’assistenza sanitaria territoriale che si devono cercare e trovare le giuste e più appropriate risposte: è nel Distretto Socio Sanitario e nelle Case di Comunità che occorre attuare le Reti Vaccinali Locali, rivolte in particolare alla popolazione anziana alla quale deve essere garantito un servizio vaccinale puntuale ed efficiente.
Pianificazione delle modalità di offerta delle vaccinazioni ai soggetti a rischio, promozione della cultura vaccinale, protocolli e accordi di collaborazione tra il Dipartimento di Prevenzione ( con compiti di coordinamento), il Distretto, la Case di Comunità, i Medici di Medicina Generale, gli Specialisti ambulatoriali, i Pediatri di Libera Scelta (per i minori ) sono alcune delle azioni che devono essere implementate per garantire ai soggetti fragili un facile accesso alle vaccinazioni.
Ma per ottenere tali risultati, occorre intervenire potenziando le reti territoriali di assistenza, attraverso investimenti nelle risorse umane, nelle infrastrutture e nelle tecnologie digitali.
Gli organismi istituzionali preposti non si limitino ai soli annunci, ma si adoperino per favorire quanto prima i processi di potenziamento descritti. I cambiamenti avvengono attraverso scelte coraggiose, anche affidandosi a competenze professionali di alto livello, orientate all’innovazione e a garantire processi gestionali che abbiano come obiettivi il benessere e la salute delle nostre comunità, in particolare le più fragili. La Politica dia risposte in tale direzione.