Il 24 per cento dei lucani continua a spostarsi verso altre regioni nella speranza di ricevere cure migliori o più tempestive, facendo registrare la più alta mobilità passiva a livello nazionale. È partito da questo dato, divulgato dalla stampa locale, il presidente del Consiglio regionale Francesco Mollica, intervenendo a Matera al convegno Amegep malattie rare promosso dal club epatologi ospedalieri sul tema “Viral hepatitis update and clinica practice 2016”.
Un convegno che, giunto alla sua quarta edizione, “rappresenta – ha detto Mollica – un evento rilevante nel nostro panorama sanitario ancora di più se lo consideriamo come input che va a correggere e scoraggiare il fenomeno dell’emigrazione sanitaria. Da un lato rendendo più attrattive le unità operative presenti in Basilicata e valorizzandole come centri di eccellenza; dall’altro attraverso accordi di confine tra regioni limitrofe che consentano al sistema di funzionare secondo logiche di area vasta e di potenziare i rapporti di conoscenza e di collaborazione”.
Rivolgendosi agli esperti epatologi presenti al convegno e arrivati da tutto il meridione d’Italia, il presidente Mollica ha auspicato “che i singoli attori agiscano secondo una metodologia condivisa, pur nel rispetto dell’autonomia di ciascuno di essi, e che la chiara individuazione di una sempre maggiore attenzione per la ricerca possa essere il motore di una crescita professionale che veda come unico obiettivo la tutela della salute andando oltre ogni principio del regionalismo”.
“Un battage, attraverso convegni come questo di oggi – ha aggiunto il presidente del Consiglio regionale – per far conoscere le eccellenze sanitarie locali può essere utile ai lucani, ma per avere meno emigrazione sanitaria sarebbe ancora più utile mettere queste eccellenze in rete e iniziare a programmare, pianificare e verificare”. Non è mancato poi il riferimento all’articolo 32 della Costituzione, “che sancisce la tutela della salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti”, e al decreto ministeriale n. 70 in materia di tagli alla sanità.
“Oggi che la Regione Basilicata – ha concluso Mollica – si appresta a riorganizzare, per effetto di una legge nazionale, il sistema della sanità, avere centri di eccellenza diventa fondamentale sia per abbattere la mobilità sanitaria passiva ma soprattutto ad essere fenomeno attrattivo per quella attiva”.
Sono curioso di conoscerle queste “ECCELLENZE SANITARIE LOCALI”. Intanto, quando ci sono state sono sempre state messe nelle condizioni di “ANDARSENE”. Le cifre dell’emigrazioni sanitarie sono sotto gli occhi di tutti e devono pur dire qualcosa. Una cosa però è certa: la riorganizzazione dei presidi sanitari in Basilicata ci sarà. Ma a vantaggio di chi? Non certamente per chi ha bisogno di cure. Con tutte le strutture che si stanno chiudendo facendo accorpamenti “selvaggi”, il cittadino lucano, oltre a non conoscere i centri di Eccellenza non perché non ne è a conoscenza, ma perché non ce ne sono. Ma pensate che coloro che hanno bisogno delle prestazioni sanitarie sono così sciocchi da avere il centro di Eccellenza “sotto casa” per andare fuori Regione? Guardate che non si tratta di andare in “vacanza” ma cercare di “salvare la propria pelle”. I pazienti conoscono molto più di quanto voi possiate immaginare. Comunque, egregio Presidente, apprezzo il “coraggio” di rendere pubbliche le statistiche delle prestazioni Sanitarie della nostra Regione. Quello che avverrà non lo sappiamo (chiedete ai pazienti di oggi), conosciamo però quello che “è oggi la Sanità in Basilicata”.
nino silecchia