In Italia vengono accertati ogni anno circa 150-200 casi di meningite meningococcica, di cui il 61% dovuti al ceppo B, mentre nel 2011 (ultimi dati ufficiali) si sono avuti almeno 260 casi di meningite da Pneumococco. Ma 50 casi di meningite riportati dai media già nei primi cinque mesi del 2013, di cui 38 causati dal meningococco, che colpisce per lo piu’ bambini e adolescenti. Questo uno spaccato dei numeri, non epidemiologico ma basato su un attento monitoraggio svolto dall’ANISAP Basilicata di quanto riportato nelle cronache degli ultimi mesi della meningite in Italia che rafforza la scelta della Regione Basilicata di offrire il vaccino per il meningococco B gratuitamente, seguita da oggi dalla Regione Puglia e a breve da altre regioni. Non vogliamo sostituirci alle Istituzioni, che hanno il compito di fornire dati reali e verificati, ma non possiamo neanche chiudere gli occhi quando apriamo il giornale e leggiamo di un’altra persona colpita da meningite, spesso un bimbo o un adolescente. Non sfugga – a parere di ANISAP – che il metodo attuale non garantisce la registrazione precisa degli effettivi casi di meningite e la comunita’ scientifica e’ concorde nell’ipotizzare che oggi esista un problema di sottonotifica dei casi di meningite. Certo, non sono numeri altissimi, ma anche quando abbiamo deciso di introdurre il vaccino per il meningococco C eravamo in queste condizioni – come spiega la societa’ di Infettivologia Pediatrica (Sitip) di cui condividiamo la posizione. Infatti il ‘colpo finale’ alle meningiti, con la loro riduzione dalle centinaia di casi a poche unita’, e’ possibile in Italia con un uso piu’ massiccio dei nuovi vaccini contro pneumococco e meningococco B. Bisogna prendere atto che la meningite e’ un’infezione potenzialmente letale, che puo’ capitare all’improvviso, e anche se apparentemente i numeri paiono risicati in realta’ le implicazioni sono dolorosissime, perche’ possono portare alla morte o all’invalidita’. L’unico strumento per difendersi è la profilassi vaccinale. Inoltre, la profilassi vaccinale non si limita a proteggere i singoli, ma costituisce un esempio di protezione di ‘comunità’: con la vaccinazione di un grande numero di bambini si forma una sorta di barriera, che ostacola la circolazione del microrganismo infettante e protegge anche i bambini non vaccinati. Adeguate strategie vaccinali non solo possono consentire, oggi, il controllo delle malattie infettive, ma, se adeguatamente condotte, possono portare all’eradicazione della malattia. Per l’ANISAP infine la conoscenza dei sintomi e dei rischi della meningite, nonche’ degli strumenti vaccinali, e’ indispensabile attraverso specifiche e mirate campagne perche’ i genitori possano scegliere in modo libero e consapevole come e quando vaccinare i propri figli.