Riportiamo l’intervento del consigliere Michele Napoli, capogruppo Forza Italia in Consiglio Regionale sulla Sanità lucana: “Non serve nascondere i problemi”.
Pensavamo si fosse avviata una nuova stagione ma, evidentemente, non resta che ricredersi.
L’euforia del neo assessore nominato alla Sanità, circa lo stato in cui versa il sistema sanitario lucano, e’ fuori luogo e fuorviante.
Innanzi tutto perché la posizione occupata dalla Basilicata, nella graduatoria stilata dal Ministero della Salute circa l’adempimento sui Livelli Essenziali di Assistenza, e’ l’ottava e non la settima ma soprattutto perché si tacciono scientemente alcuni altri aspetti emblematici dell’arretratezza, fatte salve le dovute eccezioni, del sistema sanitario della Basilicata. Del resto, l’esclusione della Basilicata dalle Regioni ben-chmark e la conclusione del Rapporto 2013 Oasi del Cergas-Università Bocconi Milano non lasciano spazio al facile ottimismo perché i problemi ci sono e non si possono nascondere nemmeno con i conti in equilibrio se non rapportati all’appropiatezza dei servizi realmente erogati.
Come si spiega il dato sulla emigrazione sanitaria che fa registrare un saldo negativo di 19 milioni di euro? Come si giustificano quelli sulle liste di attesa?
Il silenzio dei nominati Franconi e Maruggi e’ imbarazzante.
Così come il tentativo di nascondere il fallimento del sistema sanitario lucano, ben evidenziato dalla lettura per intero del report del Ministero che si compone di oltre 200 pagine.
Delle due l’una, o Franconi e Maruggi sono refrattari alla sua lettura completa, e quindi al suo approfondimento, o vogliono mistificare la realtà.
Un lucano su quattro si ricovera fuori regione.
Alla ricerca di cure migliori, quelle di alta specialità, che non si e’ in grado di garantire attraverso le strutture sanitarie della Basilicata, o magari perché le strutture sanitarie regionali non sono in grado di garantire tempi di intervento rapidi che vengono offerti, invece, dalle strutture sanitarie di fuori regione.
La mobilità ospedaliera o i risultati del Programma Nazionale Esiti, redatto da Agenas solo qualche mese fa, sono lì a dimostrarlo.
Infine alcuni dati forniti dal Ministero della Salute, che parla di “liste di attesa impazzite”.
Quasi 50 sono i giorni di attesa per gli interventi cosiddetti “salvavita” nella classe di massima priorità, mentre l’attesa media nazionale e’ di soli 17 giorni.
O ancora i 55 giorni di attesa per una angioplastica coronarica, sempre nella classe più urgente, contro gli appena 13,9 giorni che rappresenta la media nazionale. Sino ad attese di gran lunga più lunghe al San Carlo per visite specialistiche a meno che non si ricorra ai medici che utilizzano l’intramoenia e quindi a pagamento.
Insomma dati raccapriccianti, di per se bastevoli per sdegnarsi di fronte all’enfasi di alcuni personaggi alla ribalta perché nominati dalla politica secondo la classica logica della sola appartenenza politica.
Bene, di fronte al fallimento del sistema sanitario lucano, rappresentato dalla incapacità di garantire a tutti, a parità di bisogno, il medesimo livello di cure, Franconi e Maruggi nulla dicono.
L’intento e’ chiaro: nascondere evidenti responsabilità di natura politica e di gestione.
Responsabilità che costringono tanti lucani a continui viaggi della speranza, con un impatto estremamente negativo in termini di costi tanto sul piano personale e familiare quanto sull’intera comunita’ di Basilicata.
La difficoltà in cui versa il sistema sanitario della Basilicata merita sensiblita’, serietà e responsabilita’.
Di certo non un falso protagonismo smentito da fatti inequivocabili.