Sul Nomenclatore Tariffario dell’assistenza specialistica ambulatoriale e protesica le associazioni di categoria – preoccupate per le conseguenze che potrebbe avere anche in Basilicata – continuano il pressing sul Governo che si appresta a varare uno specifico provvedimento.
“Il nostro auspicio è che la bozza del nuovo dispositivo inviata alla Conferenza Stato-Regioni, la cui analisi è stata al momento sospesa, possa essere modificata, evitando in tal modo pesanti ricadute sia sulla qualità che sulla quantità dei servizi garantiti alla popolazione. Sono, infatti, previsti ribassi fino al 30% e non vengono calcolate in maniera adeguata le reali voci di costo delle prestazioni, così come stabilisce, invece, la normativa”.
È quanto dichiarano, in una nota congiunta, Aiop (Associazione Italiana Ospedalità Privata), Aris (Associazione religiosa istituti socio-sanitari), Andiar (Associazione Nazionale di Diagnostica per Immagini dell’Area Radiologica), Ansoc (Associazione Nazionale Studi Odontoiatrici Convenzionati), Feder Anisap (Federazione Nazionale delle Associazioni Regionali delle Istituzioni Sanitarie Ambulatoriali), Federbiologi, Federlab (Federazione Nazionale Strutture Ambulatoriali), Simmfir (Sindacato Italiano dei Medici di Medicina Fisica e Riabilitativa), Sbv (Sindacato Branche a Visita), Snr (Sindacato Nazionale Radiologi), Cic (Collegio Italiano Chirurghi), Sicop (Società Italiana di Chirurgia dell’Ospedalità Privata), stilata al termine di un incontro nel quale è stata condivisa una posizione comune.
“Purtroppo – prosegue la nota – il nuovo Tariffario non tiene neanche in debito conto aspetti essenziali come l’obsolescenza tecnologica delle attrezzature e la loro necessaria innovazione, con il risultato di mettere a rischio, ineluttabilmente, la qualità dei servizi dedicati ai cittadini. Il Tariffario nazionale rischia, altresì, di avere effetti negativi anche sotto il profilo occupazionale, soprattutto per le strutture di piccola e media dimensione. Si tratta, insomma, di un’operazione tecnico-finanziaria che non considera il fatto che ad erogare le prestazioni sanitarie, delle quali beneficiano i cittadini, sono aziende di diritto pubblico e privato, il cui equilibrio finanziario è un presupposto indispensabile per la loro tenuta. Chiediamo, pertanto, con urgenza modifiche sostanziali”.
Nei giorni scorsi sono intervenuti il presidente di Anisap Basilicata Roberto Cicchetti e il vice presidente nazionale FederAnisap Antonio Flovilla sostenendo che il Governo e il Consiglio Regionale devono fare tutto quanto è dovuto per far sentire la pressione nei confronti del Ministero alla Salute al fine di aprire una fase di dialogo con le associazioni e le categorie professionali sul tema specifico del nomenclatore tariffario. Il presidente Cicchetti, in proposito, aggiunge che i laboratori di analisi e i centri di diagnostica, nel periodo pandemico 2020-2021, sono stati in grado, addirittura, di aumentare la forza lavoro integrando, nelle piante organiche, nuove unità lavorative, dando di fatto non solo una risposta concreta alle esigenze di salute dei cittadini lucani e di lotta alla pandemia, ma una risposta di tipo occupazionale in un momento storico in cui la crisi economica ha investito numerosi settori del panorama economico regionale e nazionale.