Si estendono a Matera le adesioni alla campagna “Non siamo un numero” promossa da Sanità Futura. L’ultimo in ordine di tempo a sostenere l’iniziativa è il Centro Fisioterapico Fkt di Teresa Canitano dove si è tenuto un flash mob.
A Matera le questioni relative ai tagli di spesa e alle norme sull’immigrazione sanitaria sono particolarmente sentite dagli operatori in quanto la città è una sorta di avamposto per la tutela della salute al servizio di utenti pugliesi che dai comuni vicini vengono qui per utilizzare le prestazioni dei centri accreditati e sono soddisfatti dei livelli di qualità garantiti da strumentazioni tecnologicamente avanzate e da professionalità degli operatori. E sono proprio i pazienti a più alto rischio di “respingimento” perché le aziende materane che erogano i servizi non sono autorizzate a farlo ancora. Il destino di operatori – alcune centinaia solo nella città di Matera – e di pazienti – alcune migliaia in pochi mesi che tentano di sfuggire al meccanismo delle liste di attesa in Puglia, specie in strutture pubbliche – si incrociano tra loro. Destini che invece non si incrociano con i tempi della politica e del rimpasto di Giunta regionale dove il posto di assessore alla Sanità proprio in una fase così delicata è stato “congelato”.
Durante il flash mob sono state ribadite le motivazioni della campagna ed è stata illustrata la proposta per una soluzione temporanea sulla vicenda del “pagamento delle prestazioni erogate in favore dei pazienti residenti in altre Regioni”.
“Chiediamo – è in sintesi la sollecitazione di Sanità Futura – di provvedere almeno al pagamento integrale delle fatture presentate dalle strutture accreditate nel limite massimo della mobilità attiva riferita al 2011 meno il 2% (limite preso a riferimento dalle aziende). Si dovrebbe evitare quindi di regolare in dodicesimi il presunto tetto di mobilità attiva giacchè tale metodo di pagamento è previsto solo ed esclusivamente per la regolazione del tetto intra-regionale. In altre parole stiamo chiedendo a fronte di un obiettivo importantissimo (la salvaguardia delle imprese e dei posti di lavoro) di rinunciare ad un metodo di pagamento della mobilità attiva che non trova previsione in nessuna norma, senza pregiudizio alcuno per le Aziende che ritengono, secondo noi illegittimamente, di porre dei limiti alle prestazioni rese in favore di cittadini residenti in altre Regioni.
Sanità Futura fa sapere che la campagna “Non siamo un numero” ha superato il muro delle 100mila interazioni attraverso i social e l’iscrizione di 500 cittadini. Un’iniziativa – che è anche una battaglia per la trasparenza e il rispetto delle leggi, in nome di tutti, medici, operatori, cittadini e della salute pubblica – che proseguirà in attesa di sapere se il Presidente Pittella e il Dipartimento Salute vorranno tradurre gli impegni assunti nell’incontro delle scorse settimane con le associazioni delle strutture sanitarie private accreditate, in azioni concretamente riformatrici improntate all’eguaglianza e al diritto di libera scelta dei pazienti.