Riceviamo e pubblichiamo la nota di Sanità Futura in cui si fa rilevare che tra gli sprechi evidenziati dalla sezione regionale della Basilicata della Corte dei Conti nel settore della Sanità in Basilicata non ci solo solamente quelli che riguardano la vicenda delle autoambulanze.
Tra i rilievi mossi dalla sezione regionale della Basilicata della Corte dei Conti nel settore della sanità indicati come esempi di sprechi non ci sono solo la vicenda delle autoambulanze del servizio sanitario regionale “sanificate” in un unico centro dell’area sud della provincia di Potenza ed un procedimento (n. 242/2010) con il quale è stato contestato un ingente danno indiretto provocato ad una ASL dall’operato – considerato – “gravemente negligente di alcuni dirigenti medici”. E’ quanto rileva Sanità Futura, associazione delle strutture sanitarie private di Basilicata e Puglia, che ha analizzato in dettaglio le relazioni del presidente Calamaro e del Procuratore Orecchio.
Non va sottovalutato che a livello nazionale la Corte dei Conti ha denunciato miliardi di euro sprecati ogni anno in campo sanitario, dove il 29% delle risorse stanziate va perduto.
Intanto, da noi risulta invariata la quantità degli atti contabili delle Aziende sanitarie (n. 134) presi in esame, mentre con sette deliberazioni (dalla n. 14 alla n. 20) rese all’esito di apposite adunanze pubbliche, tenutesi dal 21 al 23 marzo 2011, sono state emesse le pronunce relative ai bilanci di esercizio 2008 delle ASL ed Aziende Ospedaliere lucane. Le istruttorie – come hanno sottolineato i dirigenti della sezione regionale della Corte dei Conti – si sono presentate estremamente complesse a causa della tipologia di contabilità utilizzata (diversa da quella finanziaria degli Enti Pubblici e, sebbene di carattere economico, con alcune significative differenze rispetto a quella utilizzata dalle aziende private), del quantitativo ingente di risorse pubbliche impiegate, della varietà e rilevanza delle problematiche da affrontare e verificare.
Le indagini della Sezione regionale di controllo hanno riguardato la complessiva gestione degli Enti sanitari controllati.
Tra gli aspetti esaminati si segnalano:
• l’effettiva attuazione della normativa in tema di programmazione, budget, contabilità analitica, controlli interni, customer satisfaction, etc;
• la verifica del raggiungimento degli obiettivi e delle direttive della gestione economico–finanziaria fissati dalla Regione (con D.G.R. n. 329/2008);
• le ragioni delle perdite di esercizio e struttura dei conseguenti piani aziendali di ripiano delle perdite e di riequilibrio della situazione economica;
• la verifica del rispetto del principio di competenza economica relativamente alla mobilità interregionale ed al computo delle ferie non godute; del conseguimento degli obiettivi sulla mobilità sanitaria fissati dalla Regione con D.G.R. n. 329/2008; del conseguimento degli obiettivi nazionali e regionali fissati per la spesa farmaceutica;
• l’applicazione della normativa in tema di approvvigionamento di beni e servizi;
• il rispetto dei limiti fissati dalla normativa di legge.
Per Sanità Futura al di là dell’attività che rientra nelle prerogative di legge della Corte dei Conti è necessario individuare metodi di verifica e monitoraggio della spesa sanitaria regionale per ridurre gli sprechi – 45,5 milioni di euro contenuti nella Finanziaria Regionale 2012 per coprire i disavanzi accumulati da Asp, Asm (comprese le vecchie Asl) e A.O. San Carlo- e liberare risorse importanti a favore dei servizi di prevenzione e tutela della salute.
Secondo uno studio di Sanità Futura, che ha rielaborato dati dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali e della Regione Basilicata, la mobilità passiva (che è causa di sprechi di risorse ingenti sia pure in regresso nell’ultimo anno) incide per il 9% nella specialistica ambulatoriale e oltre alla Puglia è indirizzata anche verso la Campania. Si tratta soprattutto di ospitalità programmata attraverso visite specialistiche ed è legata, per lo più, a patologie dell’apparato muscolo-scheletrico ed a cardiopatie. L’incidenza della specialistica ambulatoriale sul valore della produzione complessiva da noi è pari all’1,63%; nella ripartizione tra pubblico e privato corrisponde rispettivamente al 68% (pubblico) e 32% (privato). Nelle altre branche, nella medicina di laboratorio il rapporto percentuale è pari al 61% pubblico e 39% privato; nella radiodiagnostica è pari all’80% e 20% sino a scendere per le “altre branche” al 95% e 5%.
Da questi dati sono evidenti – spiega Michele Cataldi – la carenza della diversificazione delle attività, l’alta concentrazione del pubblico, l’insufficiente copertura territoriale specie nelle aree di confine, la mancanza di servizi strutturati per patologie e alternativi al day hospital e al day surgery. E la Corte dei Conti non a caso segnala nella “lungodegenza ospedaliera” la causa principale dei deficit di Aziende Sanitarie ed Ospedaliere.
Ma i punti di criticità non finiscono qui: si registrano elementi di concentrazione del privato su alcuni settori rispetto alla diversificazione e solo in alcune aree. Di qui le indicazioni-proposte per ridefinire in modo sistemico le funzioni e la struttura dell’offerta la quale sembra essere determinata più per spinte interne che per un reale orientamento ai bisogni sanitari e all’efficienza economica.
Intendiamo tra l’altro puntare attraverso una strategia di riposizionamento dell’offerta di servizi e prestazioni – sottolinea Cataldi – sulla riconversione delle aree della specialistica ambulatoriale attraverso progetti-obiettivo-risorse per raggiungere il mix pubblico-privato più adeguato per raggiungere lo scopo qualificante di azzerare il saldo della mobilità passiva. Un maggiore equilibrio tra pubblico e privato produrrebbe senz’altro effetti di sana complementarità e di sicuro la riduzione di sprechi.
Sanità Futura