Riportiamo di seguito la nota inviata dall’ANED, Associazione Nazionale Emodializzati – Dialisi e Trapianto – Onlus, relativa alla petizione dei pazienti in trattamento dialitico presso l’Azienda Ospedaliera “San Carlo” di Potenza, per la realizzazione di un centro dialisi pubblico nell’ospedale di Policoro e alla richiesta di una società privata di aprire un centro dialisi privato nel Comune di Policoro.
Di seguito la nota inviata dall’ANED.
“Anche i dializzati di Potenza si esprimono a favore della costruzione di un nuovo centro dialisi pubblico nell’ospedale di Policoro. Raccolte 80 firme ma ci preoccupa il tentativo delle grandi multinazionali di gestire la dialisi nel materano”.
Nei giorni scorsi abbiamo presentato al presidente della giunta regionale, dott. Marcello Pittella, all’assessore alle politiche alla persona, prof.ssa Flavia Franconi e al presidente della IV commissione consiliare regionale competente sulle politiche sociali e sanitarie, dott. Luigi Bradascio, le firme di 80 pazienti, in trattamento dialitico presso l’Azienda Ospedaliera “San Carlo” di Potenza, che sostengono e condividono l’iniziativa promossa dai 27 dializzati di Tinchi con la quale domandano la nascita di un centro dialisi pubblico nell’ospedale di Policoro.
Un altro esempio di solidarietà unitamente a quello di tanti dializzati.
Aned dal 1972 è l’Associazione Nazionale dei nefropatici.
Attraverso la sua attività ha, negli anni, conquistato importanti diritti che hanno migliorato la qualità di vita dei pazienti con malattia renale, dializzati e trapiantati. In questi 44 anni di attività ANED ha elaborato linee e programmi che sono diventati patrimonio pubblico, perché nate dalle nostre conoscenze dei termini reali dei problemi dell’assistenza ai nefropatici, dall’esperienza vissuta e sofferta sul campo.
In Basilicata ci sono 450 dializzati e 11 centri dialisi, i problemi e le difficoltà del SSN stanno condizionando le scelte e gli investimenti sul territorio. La cura dialitica è costosa ed è fonte di interessi economici, attirando il privato che, in diversi casi svolge un lavoro di qualità, ma focalizzato solo sul trattamento dialitico e non alle indispensabili altre cure che ricadono sulla pubblica assistenza.
In questo momento, ANED ritiene importante affrontare la questione con un approccio culturale e una politica che sappia guardare oltre il contingente, avere una visione d’insieme più complessiva. E’ evidente che l’Insufficienza Renale Cronica non rappresenta solo una questione clinica e sociale ma anche un problema crescente dal punto vista economico ed organizzativo. Poiché il trattamento renale sostitutivo consuma una proporzione considerevole delle risorse del sistema sanitario, diventa estremamente necessario investire in prevenzione, cosa che farebbe sicuramente abbassare i costi, così da poter investire in strutture ed attrezzature. e non alle indispensabili altre cure che ricadono sulla pubblica assistenza.
Purtroppo, da qualche giorno abbiamo appreso la notizia che una ditta privata, che opera nel campo delle forniture di apparecchiature e materiale dialitico, ha presentato all’Azienda Sanitaria di Matera richiesta di realizzare un centro dialisi privato nel Comune di Policoro
L’ASM ha espresso parere favorevole a tale richiesta ed ora la relativa documentazione è depositata presso gli uffici regionali del dipartimento delle Politiche della Persona per gli adempimenti amministrativi conseguenti. Ci preoccupa molto questa situazione che si è creata nello stesso Comune, dove un privato può conseguire dall’ASM il parere favorevole di compatibilità, che dovrebbe essere reso in base ad oggettivi fabbisogni dialitici individuati dall’azienda sanitaria, e quindi ottenere l’autorizzazione e l’accreditamento ad esercitare attività dialitica al di fuori dell’ospedale di Policoro.
Non solo: la stessa ASM annunciava di aver sottoscritto in data 11/12/2015 il contratto di appalto in concessione, aggiudicato ad un consorzio di imprese, per la costruzione e gestione per 9 anni del centro dialisi dell’ospedale di Tinchi, presumiamo sulla base di un volume dialitico annuo risultante da uno studio di fattibilità.
Tutto questo accade contemporaneamente al diniego, da parte delle stesse autorità, ad aprire un centro dialisi pubblico all’interno dell’ospedale di Policoro, come richiesto dagli stessi pazienti che dovranno usufruirne (e da Aned che li rappresenta). Questa soluzione garantiva la sicurezza e l’appropriatezza delle cure, supportata dalle firme di tanti dializzati in trattamento nei diversi centri dialisi lucani. C’è il rischio concreto di trovarci nel raggio di appena 20 km con due centri privati che cercheranno di accaparrarsi il maggior numero di clienti, secondo la logica mercantilistica.
I dializzati sono persone che devono sostenere il carico di fatiche, di rinunce, di sacrifici e di solitudine, semplicemente per sopravvivere. La nostra non è una posizione ideologica; non abbiamo nulla contro i centri dialisi privati e il personale sanitario che vi opera, né vogliamo sminuire la qualità della terapia dialitica da loro offerta.
La missione del Servizio Sanitario Nazionale è la cura e la tutela della salute nell’esclusivo interesse dell’ammalato. Esso rappresenta una conquista sociale e di universalità a difesa della dignità di tutti. La prevenzione e diagnosi precoce delle malattie renali, coordinamento di tutti i Centri Dialisi periferici, ivi compressi i centri privati accreditati, la dialisi domiciliare, la formazione e l’aggiornamento, il ricovero e la riabilitazione, la ricerca, la terapia del dolore, il trapianto e tante altri interventi sono tutte attività che possono essere garantite dalle Unità ospedaliere PUBBLICHE di riferimento. Esse si fanno carico di tutte le comorbidità che i pazienti ammalati di reni presentano di cui la funzione renale è solo una delle insufficienze d’organo, per portarli, quando possibile, al risolutivo trapianto.
Di tutta la filiera dei servizi nefrologici l’interesse prevalente del gestore privato è la sola terapia dialitica semplicemente perché è più remunerativa.
C’è una differenza sostanziale nello scopo di questo servizio effettuato dal SSN. Per questo Aned chiede di rivedere alcune scelte e operare affinché la dialisi rimanga una competenza strategica delle aziende sanitarie pubbliche; gli investimenti e le progettazioni sul territorio devono puntare in questa direzione strategica per evitare l’ingresso in dialisi, e lo spreco di risorse pubbliche a danno della collettività.
Alla luce di quanto fin qui esposto, l’Aned chiede un incontro urgente con le Istituzioni regionali e con quanti hanno a cuore le sorti del Servizio Sanitario Nazionale, per affrontare e discutere le nostre proposte; nella chiarezza in un confronto che ci vede direttamente coinvolti da molto tempo.