“La rivista internazionale ‘Pulmonology’ ha recentemente pubblicato i risultati dello studio ‘Ecovita’, frutto della collaborazione dell’ospedale San Carlo di Potenza, l’ospedale San Giovanni di Dio di Melfi e altri 8 centri italiani”. Lo annuncia il direttore generale dell’Aor San Carlo Giuseppe Spera, evidenziando “l’importante contributo scientifico del dottor Luciano Restivo, di Medicina e Chirurgia d’accettazione e d’urgenza dell’ospedale di Melfi, e del dottor Carlo Acierno, di Malattie Infettive del San Carlo di Potenza, che hanno utilizzato l’ecografia di urgenza del torace nei pazienti con sindrome respiratoria acuta di grado severo associata al Coronavirus-2, durante le buie pagine dell’emergenza pandemica”.
“Application and internal validation of lung ultrasound score in COVID-19 setting: the ECOVITA observational study” è il titolo della pubblicazione, già indicizzata nell’archivio bibliografico internazionale PubMed. Si tratta di uno studio osservazionale multicentrico prospettico, guidato dal professor Luca Rinaldi dell’Università degli Studi del Molise, applicato su 1.007 pazienti adulti in cura in 10 centri italiani tra il febbraio e il luglio 2021.
L’obiettivo dello studio è quello di validare una zonazione del torace in 12 campi di applicazione della sonda ecografica, assegnando un indice numerico variabile in base alla presenza o meno di addensamenti polmonari.
“La validazione del punteggio LUS (ecografia toracica) a 12 zone – spiega il dottor Restivo – è tesa ad offrire un parametro di predizione della gravità della malattia da COVID 19 in termini di mortalità e di ricorso al supporto ventilatorio invasivo. A nostra conoscenza, lo studio Ecovita è il primo che ha avuto l’obiettivo di validare il punteggio LUS in una popolazione così consistente di pazienti”.
“La gravità della patologia è principalmente legata al coinvolgimento delle vie aeree inferiori – continuano i dottori Acierno e Restivo – con conseguenti polmonite, insufficienza respiratoria, sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS). La TC del torace ha rappresentato il gold standard nella definizione diagnostica e nella valutazione dell’estensione della patologia polmonare legata al Coronavirus 19, tuttavia, considerando l’esposizione alle radiazioni ionizzanti, l’impegno di tempo e risorse, la difficoltà nel trasporto dei pazienti dai reparti di cura alle Unità di Radiologia, si è reso necessario validare e potenziare una metodica alternativa, facile da usare, riproducibile, non tossica, non invasiva, quale è l’ecografia toracica”.
Lo studio ecografico del torace è materia relativamente recente rispetto alla pluridecennale storia dell’ecografia, tuttavia, l’utilizzo esteso della LUS durante la pandemia ha determinato l’incremento di acquisizioni ed evidenze per le quali è oggi universalmente accettata come metodica diagnostica.
Lo studio Ecovita conferma che l’Ecografia toracica è una tecnica riproducibile, poco dispendiosa e atossica, utile per valutare la severità della malattia da Sars-CoV-2 e offrire una precisa stratificazione del rischio. La LUS, infatti, ha predetto accuratamente mortalità e severità del decorso clinico dei pazienti COVID.