Michele Cataldi di Sanità Futura esprime in una nota rammarico per la decisione dell’Assessorato alla Sanità di convocare l’associazione sulla questione del nuovo tariffario delle prestazioni ambulatoriali solo dopo aver emanato il provvedimento. Sulla stessa lunghezza d’onda anche le dichiarazioni di Anisap: “Disponibilità assessore Martorano si trasformi in atto concreto”.
Di seguito le note integrali.
Michele Cataldi: “Sanità Futura prepara il quaderno bianco dei disastri”
Il dichiararsi disponibili al dialogo ed al confronto se questo lo si concede sempre e puntualmente quando i provvedimenti sono già stati emanati è compatibile con l’onestà istituzionale? E’ l’interrogativo principale che ci poniamo e poniamo all’intera società civile lucana dopo l’incontro “farsa” di ieri all’Assessorato alla Sanità sulla questione del nuovo tariffario delle prestazioni ambulatoriali.
È evidente che la cosa è più compatibile con il mettere una pezza su di quella che altrimenti sarebbe solo con una fredda e cinica presa in giro in danno alla trasparenza ed alla comunità.
Sul piano del merito e del semplice buon senso: sono compatibili i disastri, lo smontaggio sistematico dei livelli di assistenza e la continuazione di sprechi e privilegi con i proclami di corretta gestione della sanità pubblica?
Noi non abbiamo dubbi di sorta, la risposta è semplicemente no.
Oltre ad un deficit di trasparenza spaventoso, per il quale ieri ci siamo visti rifiutare una richiesta di diretta streaming affinchè tutti potessero conoscere questioni riguardanti il denaro pubblico (cioè quello della comunità intera) e le prestazioni sanitarie pubbliche (quelle cioè che servono a tutti, a noi compresi), siamo di fronte ad una crisi che è si finanziaria, economica e sociale ma è spietatamente umana. Le istituzioni sono andate semplicemente in tilt e, avendo perso l’ormai famoso contatto con la realtà, si traducono in un acceleratore fatale per imprese, lavoratori, pazienti, infine, per noi tutti, per noi cittadini.
Non sono più accettabili passivamente i trucchetti ed i teatrini della politica. Il tempo delle vacche grasse è finito per tutti, la realtà cruda non consente più di soprassedere alle decisioni serie da prendere rimandandole sempre a domani. Tenendoci sotto ricatto continuo nella speranza di un futuro migliore o di una tornata elettorale. Non ce la facciamo più a resistere ad ogni atto di sopruso e di ritorsione solo in cambio dell’illusione di tenere in piedi il nostro sano lavoro. In un contesto di questo genere dove la mistificazione è pianificata e quotidiana, se accettassimo passivamente, se cedessimo alla rassegnazione avremo scelto definitivamente l’eutanasia programmata.
Ma veniamo all’indice di un quaderno bianco su quelli che definiamo genericamente disastri, sul fallimento di scelte consumate in danno della cosa pubblica ma soprattutto della vita vera della gente comune, dei cittadini.
Proviamo a mettere in questo indice casi concreti poichè siamo sicuri essere casi ad alto contenuto simbolico, siamo certi che possono essere rappresentativi di decine di altri casi in ogni settore produttivo della nostra regione.
Il decreto ministeriale che il governo regionale si è affrettato a recepire dandone comunicazione pubblica solo a cose fatte, saltando d’un colpo consiglio regionale, società scientifiche e associazioni di categoria, è secondo noi una vera e propria ritorsione verso queste ultime colpevoli per aver osato esprimere pubblicamente proposte di miglioramento, efficienza vera, vie d’uscita alternative e quindi tradito la campagna comunicazionale delle medaglie e delle celebrazioni della sanità pubblica lucana. Abbiamo disturbato il manovratore.
Siamo consapevoli di essere soccombenti in uno scontro a questo livello, semplicemente non abbiamo il potere di evitare la nostra disfatta e soprattutto facciamo un mestiere a cui mancano gli ingredienti della cattiveria. Dovremo perire semplicemente per difendere il nostro lavoro, ancorchè autonomo, i nostri collaboratori ed i nostri pazienti.
Proviamo a fotografare la realtà rispetto alle idee avute, al metodo adottato ed ai risultati ottenuti in questi 3 anni di gestione della sanità pubblica nel nostro comparto, partendo da oggi e tornando a ritroso:
1. recepimento del decreto Ministeriale sul nuovo tariffario delle prestazioni specialistiche
a. Idea: non saremmo obbligati come Puglia e Campania, che invece lo sono, ma abbassiamo le tariffe anche noi in Basilicata, fino al 50% per le prestazioni di medicina di laboratorio e fino al 25% sulla diagnostica per immagini (TAC e risonanza magnetica) così risparmiamo sulla spesa e corriamo subito a sbandierarlo come grande scelta di corretta gestione nell’interesse dei cittadini, la cosa può funzionare, del resto ha la forza di un decreto ministeriale;
b. Metodo: va fatto subito, in fretta, adesso. In definitiva è un banale provvedimento di recepimento, basta una veloce e semplice delibera di giunta regionale. Ne diamo subito comunicazione alla stampa e, nel caso sia necessario, si può sempre aprire una parvenza di confronto con il consiglio regionale e le associazioni di categoria, niente di stravolgente è chiaro, del resto, se così fosse, può contribuire a mantenere la scena su contenuti diversi dalla crisi della politica regionale;
c. Risultato: evitiamo un maggior costo per circa 9 milioni di euro, poi si può sempre opinare e dissertare su come si calcola questa cifra e nel caso si può sempre far ricorso a spostarla sull’impegno del governo regionale a trovare le soluzioni più opportune. Se le organizzazioni di categoria dovessero reclamare troppo, c’è sempre un tavolo ministeriale in soccorso a cui porre le questioni a dimostrazione del fatto che il governo regionale si batte e lavora seriamente quando i problemi piovono dal cielo senza preavviso. Se le associazioni protestano molto è fin troppo facile appiopparle addosso il peccato originale di essere portatrici di un interesse privato. E l’interesse privato si sa che è contro l’interesse dei cittadini, quanto più continuassero a protestare più ci sarebbe vantaggio e lucro elettorale visto che si difendono così la salute e l’interesse della comunità contro l’arricchimento dei privati.
E veniamo alla realtà:
a. Idea:
recepire il Decreto ministeriale abbassando il tariffario? Equivale ad un decreto di chiusura di tutti i piccoli laboratori di analisi distribuiti nei piccoli paesi lucani ed equivale ad uno spietato colpo sui collaboratori anche di quelli delle strutture di diagnostica per immagini. Produce nella realtà vera, non quella raccontata, una catastrofe in questo settore mai vista prima: la fine di un lavoro autonomo per i piccoli imprenditori, la fine di un lavoro per i collaboratori e, dulcis in fundo, una caduta verticale dei servizi sanitari per i pazienti che dovrebbero riversarsi sulle strutture pubbliche che non ci risultano preparate a ricevere una piena di questa portata. Stiamo parlando di prestazioni fondamentali e indispensabili a decidere a volte la vita o la morte delle persone, il cui confine si fonda sulla tempestività di esecuzione o sulle liste di attesa.
Recepire il decreto? Fa risparmiare 9 milioni di euro? Tutti i laboratori di analisi della sanità privata accreditata in Basilicata non arrivano ai 9 milioni di euro sbandierati e non documentati e questo nel caso in cui le tariffe venissero abbattute del 100% e non del 50. Si dice in IV commissione consiliare che questa cifra contenga anche le prestazioni erogate dalla strutture pubbliche, peccato che queste per legge non sono remunerate a tariffa ma il loro costo ci viene puntualmente presentato quando dobbiamo ripianare i deficit delle ASL. Continuerebbero quindi a costare tale e quale senza risparmio alcuno, anzi, a perpetuare le inefficienze che tutti conosciamo.
Recepire il decreto? Se vogliamo perdere un’opportunità che la sorte, il fato ci stanno regalando facciamolo pure. Le regioni Campania e Puglia da sempre erogano prestazioni anche a cittadini lucani, ed avviene da sempre anche il contrario, tra regioni limitrofe lo scambio è inevitabile, si sa. Bene, se scegliessimo di non recepire il decreto avremmo il regalo di pagare i nostri flussi a tariffe scontate fino al 50% e di contro queste dovrebbero pagarci a tariffa intera, il 100%! Ma non si può speculare così sulla salute, anche quando è il Ministero che lo consente, mica si curano le persone con la ragioneria e i bilanci.
E infatti, va interrotta questa logica. Se la regione volesse risparmiare ancora di più potrebbe far chiudere tutte le strutture private accreditate che su di un bilancio di oltre 1 miliardo di euro pesano circa il 2,4%! Se si volesse risparmiare sulla bolletta energetica degli ospedali si potrebbero staccare i respiratori agli ammalati. Sembra un’esagerazione? È la stessa identica logica: togliere il lavoro significa togliere la vita. Se poi si è convinti che sprechi, sperperi e privilegi non esistano in questa Regione, allora è chiaro che siamo di fronte a quello che tecnicamente si chiamerebbe dissociazione dalla realtà oppure spietato cinismo carrieristico.
b. Metodo
Sul piano del metodo, adottare una semplice delibera di giunta che incide sul bilancio regionale significa usurpare ed offendere l’intero consiglio regionale, e non è un mero dettaglio formale poichè questo avrebbe consentito il dialogo vero in un luogo pubblico in cui è rappresentata l’intera comunità regionale. Emanare un provvedimento di tale portata senza nemmeno confrontarsi con società scientifiche ed organizzazioni di categoria in via istruttoria avrebbe potuto evitare non solo il legittimo sospetto di un atto di ritorsione, ma avrebbe ricevuto l’apporto di chi vive di questo lavoro. Rifiutare il confronto in una situazione diffusamente drammatica per tutti i comparti produttivi per noi significa un chiaro gesto di intimidazione e di arroganza del potere. Il metodo giusto, per noi, rimane quello di assumere il coraggio delle proprie azioni con trasparenza e confronto leale, chiamando a raccolta tutti in un’azione congiunta e nei rispettivi ruoli, per lottare contro una crisi che è ormai di tipo umano.
c. Risultato
I 9 milioni di euro? Ma dove sono i calcoli per arrivare a questa cifra. E soprattutto, un ulteriore colpo recessivo alla già gravissima crisi economica non interessa a nessuno oppure potrebbe riguardare molto l’interesse collettivo? La chiusura di piccole imprese è stata messa in bilancio? La perdita di lavoro? La salute dei pazienti? Non ci risulta alcuna documentazione che abbia fatto una valutazione dell’impatto che tutto questo avrà sulle strutture pubbliche. Se scoprissimo domani che i calcoli risultassero errati come quelli del ticket? Dovremmo rinunciare ad un vantaggio competitivo verso Puglia e Campania, perchè? Dovremmo accettare con rassegnazione il nostro come il sacrificio di tutti in nome di cosa? Il risultato vero sarà evidente a brevissima scadenza, è il fallimento.
Fine del primo capitolo
Il prossimo sarà dedicato a più di 13.000 poveri illusi che firmarono una petizione per togliere il superticket lucano.
Michele Cataldi, Sanità Futura
Nuovo tariffario specialistica ambulatoriale, Anisap: “Disponibilità assessore Martorano si trasformi in atto concreto”.
L’assemblea dei rappresentanti delle strutture associate all’ANISAP Basilicata ha ascoltato una comunicazione del presidente Antonio Flovilla sull’esito dell’incontro sul nuovo tariffario regionale per le prestazioni di specialistica ambulatoriale che si è tenuto ieri con l’Assessore alla Sanità Martorano ed ha auspicato che l’impegno espresso dall’Assessore a “considerare le buone ragioni” dell’opposizione al provvedimento, espressa dall’ANISAP, si concretizzi quanto prima. A riferirlo è una nota dell’Ufficio di Presidenza dell’Associazione delle strutture sanitarie private accreditare al SSR.
Nell’assemblea è stato evidenziato che già nel corso dell’audizione in IV Commissione Consiliare (Politiche Sociali) si è registrata una sensibilità del Presidente Gennaro Straziuso e di tutti i componenti la IV Commissione consiliare che – è stato detto – ha trovato conferma nell’atteggiamento di disponibilità dell’Assessore.
Flovilla ha ribadito la posizione dell’Associazione: in sintesi, il valore di alcune prestazioni sanitarie diminuirà e di conseguenza caleranno i rimborsi che la Regione eroga ai laboratori e alle strutture convenzionate ed accreditate per ogni prestazione, ipotizzando il rischio della perdita sino a 200 posti di lavoro da parte delle strutture sanitarie. Secondo un primo calcolo il taglio del tariffario si aggira, in media, tra il 30 e il 40 per cento, con punte massime del 50% in meno rispetto a tariffe ferme al 1998. La radiologia, invece, dovrebbe perdere il 25 per cento rispetto alle tariffe in vigore fino a qualche tempo fa. Abbiamo quindi sostenuto – ha continuato il presidente ANISAP – che i nuovi rimborsi previsti sono troppo bassi, non riescono a coprire le spese e ci vedrebbero costretti a far pagare i vari esami direttamente ai cittadini, con costi che potrebbero diventare cinque volte superiori, una soluzione che non vogliamo in alcun modo prendere in considerazione tanto più che si registra da troppo tempo una contrazione di spesa da parte dei cittadini per la salute.
Di qui l’attesa degli associati all’ANISAP per il conseguente provvedimento del Dipartimento.
non ci sono parole x questo stato che continua a tartassare la gente Italiana non avendo più nulla come pagare le propie spese sanitarie e per non parlare dei nostri medici che continuano a rubare ai cittadini a visite private facendo pagare le 150 euro e che nemmeno ti danno retta siamo dei poveri e senza un soldo grazie al nostro stato
spero solo che il nuovo tariffario sia a favore dei disagiati e la mala sanità si converta