Sulla vicenda dell’Ospedale di Chiaromonte si registra l’intervento di Nicola Lista, presidente del Movimento Difesa del Cittadino Basilicata. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
In Basilicata negli ultimi anni è iniziata una riflessione sui problemi sanitari delle aree montane che si riconduce anche a quei principi di salvaguardia dei “piccoli comuni” che sono stati trasfusi in diversi interventi normativi, sia in sede nazionale che regionale.
Gli ospedali montani al contrario svolgono una funzione essenziale per le popolazioni interessate, sia dal punto di vista sanitario, che da quello sociale ed economico. Il loro bacino è costituito da realtà marginali, spopolate e distanti dai maggiori centri urbani ma che spesso, in alcuni periodi dell’anno, vedono aumentare a dismisura il numero dei residenti per effetto dei flussi turistici.
Un presidio sanitario efficiente com’è quello di Chiaromonte è una garanzia per la popolazione montana del Parco Nazionale del Pollino, per i turisti che la frequentano e uno strumento di pari opportunità per quei cittadini che, a differenza dei residenti in città, hanno meno possibilità di curarsi in modo adeguato e di tutelare la propria salute senza dover intraprendere lunghi e costosi viaggi.
Anche dal punto di vista sociale il ruolo dell’Ospedale di Chiaromonte va ritenuto fondamentale: non è un mistero che il fenomeno dello spopolamento dei nostri centri montani sia dovuto principalmente ad una progressiva riduzione di servizi. Ed in effetti un ospedale efficiente contribuisce non poco ad arginare tale fenomeno. Infine dobbiamo sottolineare l’aspetto economico.
L’ospedale di Chiarmonte rappresenta generalmente la maggiore fonte di lavoro, oltre che una garanzia di sicurezza sanitaria del territorio, una struttura di attrazione di risorse umane e finanziarie.
Di questo si è accorto il legislatore: l’articolo 14 della legge 97/1994 (Legge sulla montagna), invita espressamente le Regioni ad emanare direttive di indirizzo per decentrare nei comuni montani attività e servizi per i quali non è indispensabile la collocazione in aree metropolitane e tra questi elenca espressamente, tra gli altri, ospedali specializzati, case di cura ed assistenza e istituti di ricerca.
Nel caso di specie va inoltre considerata la valenza turistica della nostra area montana del Pollino che comprende la Valle del Sinni, Val Sarmento e la Valle Serrapotina, che insieme raggruppano una popolazione di circa 26000 abitanti, con una notevole presenza in zona di turisti, che nei mesi estivi rendono molto più elevato il numero di utenti potenziali dei relativi ospedali.
In realtà si tratta di dare attuazione all’articolo 32 della Costituzione che recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”, principio minacciato da una politica sanitaria sempre più legata alle dinamiche ed alle esigenze dei grandi centri urbani e dello spreco del denaro pubblico da parte della Regione Basilicata, firmando ultimamente l’autorizzazione della realizzazione della Casa della Salute a Senise(prettamente in propaganda politica in virtù delle imminenti lezioni regionali del prossime a novembre), con un nosocomio già esistente a Chiaromonte distante neanche 10 KM, già attrezzato per qualsiasiesigenza ed emergenza e, dove sono stati investiti moltissimi milioni di euro per renderlo efficiente come quello delle grandi metropoli, e adesso abbandonarlo a se stesso per costruirne una foto copia a Senise “per far piacere, molto probabilmente all’amministrazione del luogo”, in virtù di accaparrarsi quanto più voti possibili essendo un paese di oltre 7000 abitanti, mentre Chiaromonte non supera i 2000 residenti.
Qui non si tratta di barattare voti elettorali con le foto copie sprecando decine di milioni di euro pubblici per assicurarsi nuovamente la poltrona alla guida della Regione Basilicata.Si tratta di riscoprire in questo ambito una politica sanitaria che dia risposte ai bisogni dei cittadini delle tre Valli interessate nel rispetto di quelle istanza sociali che reclamano pari opportunità per il nostro territorio disagiato montano. Di conseguenza, è fondamentale il diritto di accesso alla rete dei servizi a partire dalle realtà più decentrate. I cittadini, per quanto possibile, debbono avere risposte nei luoghi abituali di residenza mentre il “pendolarismo” sanitaria va riservato alle prestazioni erogabili dai centri regionali di eccellenza e/o di alta specializzazione.
Da quanto fin qui considerato, si configura la necessità di introdurre la logica di un approccio integrato alla gestione delle patologie sull’Ospedale di Chiaromonte già esistente, che possa favorire la ricerca di un effettivo equilibrio economico a livello aziendale, degli indispensabili margini di razionalizzazione ed ottimizzazione delle risorse. L’ospedale di Chiaromonte deve dunque acquisire la caratteristica flessibilità per assolvere alla funzione di struttura idonea ad ospitare, pazienti e personale addetto, tecnologie in continua evoluzione, servizi generali e per l’assistenza, di cui il paziente possa usufruiresia direttamente, sia indirettamente, ottenendo così prestazioni migliori.
L’articolo 1 della presente legge istituisce la figura degli ospedali montani, specificandone le finalità e le funzioni minime ed essenziali, in particolare, per quanto riguarda la medicina e la chirurgia generale all’interno del Servizio sanitario regionale.
L’articolo 2 individua espressamente, tra gli ospedali montani, in ragioni delle specificità proprie dei territoridi riferimento.
L’articolo 3 per le peculiarità del servizio offerto da tali nosocomi, prevede che le disposizioni della presente legge costituiscano deroga alle normative regionali vigenti in materia di organizzazione del SSR e di parametri per il contenimento della spesa sanitaria.
L’articolo 4 definisce il ruolo dei Distretti sanitari montani ed il loro rapporto con gli enti localiricadenti nel territorio di pertinenza dell’ospedale di montagna.
L’articolo 5 delinea gli indirizzi per l’importazione del servizio sanitario in aree montane e sottolinea l’aspetto della valorizzazione delle professionalità sanitarie che scelgono di operare in tali aree.
L’articolo 6 descrive le linee di integrazione tra i servizi distrettuali e quelli ospedalieri.
Gli ospedali montani, tradizionali ed insostituibili presidi del territorio al servizio delle popolazioni più emarginate ed in particolare delle persone più anziane isolate, da chiunque gestiti, recita l’art. 7, debbono essere sostenuti finanziariamente sia al fine di mantenere e consolidare le funzioni di ricovero ospedaliero sia al fine di favorire in loco l’assolvimento delle funzioni di medicina generale, le funzioni chirurgiche, ostetrico-ginecologiche (case di maternità), di lungodegenza, di riabilitazione, delle funzioni poliambulatoriali e di tutte le funzioni di assistenza primaria del Distretto.
In merito ai danni che questa operazione che conduce l’attuale Amministrazione Regionale di favorire la costruzione di un nuovo ospedale copia a Senise e demolire l’ospedale già esistente a Chiaromonte può produrre nello specifico, dell’insorgere e dello svilupparsi della relazione triadica tra clientelismo, corruzione, e malamministrazione.
Questo clientelismo attuato in Basilicata è una forma di coinvolgimento del politico locale che si basa sul rapporto patrono-cliente: il primo garantisce al secondo una sorta di “protezione“, il secondo ricambia con fedeltà e sostegno. In termini generali, è una pratica che instaura una serie di favoritismi e scambio di voti.
Il clientelismo di alcuni soggetti politiciLucanipresenta seri rischi per la nostra democrazia, in quanto delegittima i partiti politici, i quali non divengono più fautori e protettori delle istanze del popolo, ma si trasformano in strutture che distribuiscono favori in cambio di voti, al solo e unico fine di ottenere delle cariche, che, in ultima istanza, si trasformano in nuovo potere e denaro. Come se ciò non bastasse, il clientelismo impedisce di programmare in maniera coerente la spesa pubblica, giacché gran parte del denaro pubblico non viene più riservato alla pubblica utilitàma finisce, appunto, ad alimentare nuove clientele.
La presenza del clientelismo in Basilicata, infatti, produce come conseguenza quella di dare origine e facilitare la diffusione di “partiti pragmatici“, e di politici che vedono la loro attività come un vero e proprio esercizio imprenditoriale.