Gli impegni dell’Assessore alla Sanità Flavia Franconi per il potenziamento dell’Ospedale di Villa d’Agri sono fermi alla delibera di gennaio scorso di un milione e 281 mila euro a favore dell’Asp per l’acquisto di un impianto di risonanza magnetica e di apparecchiatura per esami urodinamici tesla. Invece, le richieste puntualmente sottoposte alla “direzione strategica” per l’acquisto di strumenti (decisamente meno costosi e decisamente necessari) vengono disattese e in alcuni reparti non si riesce ad avere neanche una scrivania per visitare i pazienti. E’ sufficiente recarsi a visita per un intervento chirurgico e si viene spediti in sala operatoria dove l’anestesista, sottoposto a continue mortificazioni, e’ costretto ad eseguire la visita su tavoli di fortuna perche’ l’unica scrivania e’ occupata da un pc con stampante per lo scarico degli interventi. La situazione è decisamente aggravata dalla carenza di personale sanitario: quelli che vanno in pensione non sono sostituiti, con un conseguente impoverimento di risorse professionali e se tutto questo non dovesse bastare altre risorse vengono trasferite d’ufficio presso altre strutture ospedaliere dell’Asp sottoponendo i malcapitati a viaggi fortemente disagevoli. Le poche professionalità rimaste nel P.O. di Villa d’Agri sono sottoposte quotidianamente ad orari di lavoro massacranti e qualitativamente scadenti, con una sempre piu’ ridotta sicurezza per i pazienti che fiduciosi ed ignari si rivolgono alla struttura. Tutti i reparti sono sguarniti di personale, alcuni da anni sono retti dalla tenacia del singolo: basti vedere la pediatria – continua Massaro – che da anni e’ retta e mandata avanti dal responsabile rimasto da diversi anni solo garantendo un servizio a tutta la popolazione della valle che altrimenti dovrebbe rivolgersi al “grande” San Carlo.
Problemi anche per la funzionalità del reparto di pneumologia/medicina (reparto in cui non si capisce dove inizia l’uno e dove finisce l’altro) che, retto da sei medici che si barcamenano tra i pazienti e la pletora dei parenti” girone dell’inferno dantesco”, riescono a garantire l’assistenza solo durante le ore diurne e abbandonano, loro malgrado, nelle ore notturne i propri pazienti agli infermieri “due unità per due reparti” che altro non possono fare nel caso di problemi che rivolgersi o al medico del Pronto Soccorso o a quello della rianimazione se impegnato e se anche quest’ultimo e’ impegnato a quello dell’Utic, i quali sotto la loro responsabilita’ abbandonano i propri reparti e i loro pazienti critici, per soccorrere altri pazienti in uno stato di necessità, violando la legge. Viene spontaneo chiedersi: ma la dirigenza strategica presente “solo sulla carta” cosa sta facendo per risolvere questi problemi? Allo stato dell’arte ora e’ impegnata a sciogliere un nodo molto piu’ importante: il nuovo direttore generale a distanza di quattro mesi ancora non e’ stato capace di nominare un direttore amministrativo ed un direttore sanitario aziendale , figuriamoci se risolvera’ i problemi della pediatria , della pneumologia, o quelli del pronto soccorso attivo da diversi mesi rimasto solo con due autisti d’ambulanza che sono sottoposti a turni massacranti nelle ore diurne, mentre in quelle notturne il servizio e’ in reperibilita’ , vale a dire che chi si sente male di notte deve aspettare che l’autista venga prima chiamato e che poi si presenti in ospedale lo stesso dicasi per l’infermiere , il tutto sperando che durante il tragitto questi non vadano incontro a problemi meccanici o di salute. Senza contare che la stanchezza fisica a cui sono sottoposti gli autisti che, inevitabilmente, si ripercuote sulla sicurezza propria ,di quella del paziente e dei sanitari che accompagnano lo stesso. Lo sostiene in una nota il presidente del Csail Filippo Massaro
Ancora, da quasi un anno e’ stato silenziosamente smantellato il servizio di endoscopia: i pazienti ricoverati che necessitano di indagine endoscopica vengono trasportati, da uno dei due autisti superstiti, all’ospedale di Melfi per poi essere riportati dopo l’esame nuovamente nell’ospedale di Villa d’Agri sottoponendo il povero paziente a 250 km di viaggio in ambulanza con enormi costi che gravitano sulla salute e tasche sui cittadini .
Lo stesso dicasi – spiega Massaro – per il bacino d’utenza esterna anch’essa costretta a recarsi presso altre strutture per sottoporsi ad indagine endoscopiche che nel nostro territorio sono indagini di non poco conto se si considera che servono per diagnosticare patologie neoplastiche molto diffuse nel nostro territorio: tumori gastrici, tumori intestinali secondari ad elevato tasso d’inquinamento ambientale “il prezzo da pagare per le estrazioni petrolifere”.
Infine, il vergognoso sperpero -spiega Massaro – per il disservizio e l’inefficienza della “guardia medica”: il punto e’ distante dall’ospedale meno di 800 metri non serve a nulla perche’ in caso di necessita’ e urgenza i cittadini, per maggiore tranquillità, si rivolgono direttamente al Pronto Soccorso Ospedaliero. Quattro medici impegnati alla guardia medica , che serve solamente come “stallaggio”, costano oltre 15 mila euro al mese , con questa somma si possono avere altri quattro medici specialisti carenti nei vari reparti dell’ospedale potrebbero sopperire in parte alla mancanza dei medici e paramedici.