La delicatissima operazione di un raro caso di tumore condotta con successo dall’equipe di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Oncologica Maxillo-Facciale, diretta dal dottor Marco Manola nell’Ospedale di Villa d’Agri e la nomina del nuovo primario di chirurgia generale, dottor Nicola Perrotta rilanciano il ruolo della struttura ospedaliera della valle. E’ il commento di Filippo Massaro, portavoce del Csail sottolineando che si entra in una nuova fase importante per la salute dei cittadini del comprensorio: dalla difesa dell’esistente, inteso come servizi e prestazioni ospedalieri, a nuovi ed importanti servizi da garantire ad un’utenza quanto più ampia possibile. Per chi come noi e tantissimi cittadini della valle in tutti questi anni ha difeso l’ospedale dai continui e ricorrenti tentativi di smantellamento progressivo o comunque di declassamento, adesso c’è motivo di orgoglio e di soddisfazione anche se non riteniamo del tutto conclusa la nostra azione di riposizionamento della struttura all’interno del sistema ospedaliero e sanitario regionale. Ci sono ancora reparti, personale, strumentazioni da adeguare al meglio per far diventare Villa d’Agri centro di cura e di benessere per cittadini provenienti da tutta la regione e anche da fuori. Dall’esigenza di accrescere l’utenza – aggiunge Massaro – nasce l’esigenza di focalizzare l’attenzione per l’integrazione ospedale-territorio e per la continuità della cura che il Piano Sanitario Regionale ha identificato quali principali obiettivi che il sistema sanitario deve raggiungere per garantire la continuità della cura. Gli obiettivi per la realizzazione della continuità della cura sono raggiungibili attraverso un processo di trasformazione che prevede la riorganizzazione di strutture, metodologie, attività operative, logiche ed approcci, che a grandi linee tra l’altro prevedano: riorganizzazioni con il passaggio da una logica prestazionale ad una logica di “presa in carico” ; riorganizzazioni dell’attività clinica-assistenziale per patologie complesse, croniche, anziani, …; riorganizzazione dell’attività clinica-assistenziale in termini di possibilità di contrastare il fenomeno dei ricoveri ripetuti, contenendo inefficienze in termini di spese e costi elevati con conseguente razionalizzazione delle risorse; definizione e realizzazione dei percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali per patologie e situazioni complesse (anziani, alzheimer, ecc). L’Azienda Sanitaria di Potenza deve perciò garantire ai cittadini – dice ancora Massaro) – di sentirsi presi in carico e pensati anche nella fase di riammissione al territorio e nella fase di assistenza domiciliare. Su questo Villa d’Agri non parte da zero: l’AGENAS (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali), nello “Screening” di 1200 ospedali italiani, ha segnalato le buone performance dell’Ospedale di Villa d’Agri. Si smentisce il luogo comune che tutti i piccoli ospedali sono da chiudere perché non in grado di garantire qualità di prestazioni e professionalità del personale. Il “modello Villa d’Agri” dimostra tutto l’opposto: ictus, infarto, artroscopia del ginocchio, patologie che grandi e piccole strutture possono fronteggiare”.