Pedicini e Zullo (M5S): “Farmaco per il tumore ovarico, l’Ue ammette ‘difficile stabilire precisamente quando l’Ema si esprimerà sulla sua autorizzazione in commercio’. Di seguito la nota integrale.
Riguardo l’autorizzazione all’utilizzo del Lynparza, farmaco antitumorale a base del principio attivo Olaparib, per il trattamento di prima linea del carcinoma ovarico, la Commissione europea conferma che “non è possibile definire le tempistiche in modo più preciso”.
Gli eurodeputati e portavoce M5S Piernicola Pedicini e Marco Zullo, come si ricorderà, avevano chiesto all’Europa di chiarire i tempi entro cui il Lynparza, sarebbe stato autorizzato per il trattamento di mantenimento di prima linea, vale a dire per il primo ciclo chemioterapico cui si sottopongono le pazienti con metastasi, del carcinoma ovarico BRCA-mutato in stadio avanzato.
Un’autorizzazione che al momento latita perché è ancora in corso la valutazione scientifica da parte del Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA, Agenzia Europea per i medicinali. I portavoce M5S, nel porre la questione, avevano rilevato che lo spostamento dell’EMA da Londra ad Amsterdam, dove non c’era e non c’è una struttura unica già attrezzata, avrebbe rischiato di penalizzare il trattamento di una patologia grave come il carcinoma ovarico e la qualità della vita delle pazienti. L’Ue nella sua risposta, invece, garantisce che “il trasferimento dell’Ema nei Paesi Bassi non incide sulle attività direttamente correlate all’autorizzazione, al mantenimento e alla sorveglianza dei medicinali” e aggiunge che l’iter autorizzativo per l’uso di questo farmaco “sta seguendo il calendario previsto e non ci sono stati ritardi inattesi”.
“Anche al netto delle rassicurazioni formali della Commissione europea – commentano gli eurodeputati M5S – è per noi inaccettabile che si aspetti un tempo non precisato per rendere disponibili farmaci innovativi, una volta che ne sia stata valutata la sicurezza e il valore terapeutico aggiunto. Restiamo convinti che il trasferimento dell’EMA ad Amsterdam, con un doppio trasferimento da città a città e da edificio a edificio, e non a Milano, dove c’era una sede finale già pronta, avrà e stia già avendo un impatto sulla piena continuità operativa dell´Agenzia. La Commissione europea vuole convincerci che non ci sia discontinuità nel lavoro dell’Ema: è quello che anche noi auspichiamo nell’interesse di tutti i cittadini europei. Purtroppo però le attese dicono altro. Come M5S continueremo a incalzare le istituzioni europee, per garantire che le attività di autorizzazione dei medicinali non siano impattate negativamente dalla Brexit, e a non retrocedere di un passo su tematiche tanto importanti come la lotta al carcinoma ovarico”.