Perché infierire ancora su Polimedica? Sanità nel Vulture Alto-Bradano: una storia ai confini della realtà. (il “j’accuse” della Polimedica di Melfi)”. Di seguito la nota integrale della Polimedica di Melfi.
Il quadro: la Regione obbliga le strutture sanitarie private accreditate come la Polimedica di Melfi ad erogare prestazioni ai cittadini, in molti casi salva-vita e comunque indispensabili in questa nuova fase della pandemia specie per l’impossibilità delle strutture pubbliche di fronteggiare le liste di attesa. Ma pur avendo a disposizione, per questo settore, risorse finanziarie persino sovrabbondanti, non paga. E’ quanto sta accadendo dal mese di giugno con l’effetto – spiega Michele Cataldi, presidente di Polimedica – che ci costringeranno a chiudere.
“Con la chiusura della Polimedica di Melfi e il progressivo depotenziamento dei presidi sanitari di quest’area della Basilicata si farebbe terra bruciata, privando i cittadini del loro diritto alla salute, già gravemente compromesso dall’emergenza COVID-19, e lasciando per strada i collaboratori di un’azienda che ha investito su questo territorio rischiando ogni volta risorse finanziarie e umane, in un’epoca in cui altre aziende chiudono e licenziano i propri dipendenti”.
La vicenda – spiegano da Polimedica – è talmente assurda che, se non fosse tragicamente vera, sarebbe “Ai confini della realtà”. Perché è talmente surreale questo accanimento nei confronti di Polimedica, fatto di malaburocrazia, inefficienza, goffaggine amministrativa e omertoso silenzio, che viene quasi da pensare che dietro a tutto questo ci sia qualcosa di occultato.
“La preoccupazione diffusa tra la gente che ci sia un preciso disegno per colpire non solo la singola azienda, ma l’intero territorio del Vulture-Melfese – aggiunge – non è priva di fondamento nella realtà. Ma se esiste o meno una regia o una cinica volontà occulta, è un problema da capire ed affrontare domani. Oggi quel che importa sono i fatti non i sospetti. Polimedica rappresenta più di 50mila prestazioni erogate l’anno e una ottantina di dipendenti ed operatori a lavoro, se venisse meno si renderebbe ulteriormente periferico un intero territorio che periferico non è.”
Di fronte a questo scenario tanti sono gli interrogativi in attesa di risposte. E’ il caso di ricordare che sono passati meno di 2 anni da quando Polimedica, assieme ai suoi pazienti, ha dovuto lottare con i denti per ottenere il trasferimento nella nuova sede e diventare un esempio di buona sanità, come riconoscono medici e pazienti, sempre più numerosi e provenienti anche da Puglia e Campania.Una lotta per ottenere in realtà qualcosa di dovuto, un semplice diritto, ostacolato in tutti i modi dalla malaburocrazia. Senza dimenticare il progetto Villaggio Salute, costretto ad annaspare a causa si, della pandemia, ma soprattutto a causa dei troppi ostacoli burocratici ed amministrativi inferti e del comportamento delle Istituzioni.
Ma restiamo al racconto dei fatti. Tutti i tribunali di ogni ordine e grado in questi anni hanno sempre dato puntualmente ragione alla Polimedica e, altrettanto puntualmente, la Regione ha fatto orecchie da mercante, continuando ad operare come se queste sentenze non esistessero. L’ultima è davanti al Consiglio di Stato, a cui la Regione si era appellata rinunciando poi alla sospensiva. Un ennesimoannullamento (il quinto in 5 anni) da parte del TAR Basilicata, riguardo ai tetti di spesa cioè i tetti al numero di prestazioni che i cittadini possono ricevere.
In soldoni: è dal 2015 che la Regione Basilicata emana delibere per fissare i tetti di spesa, cioè alle prestazioni specialistiche, con risorse sempre insufficienti e meccanismi cervellotici che nulla hanno a che vedere con i fabbisogni dei cittadini. Ma la Regione va avanti lo stesso e il TAR le annulla. E però le sentenze arrivano inevitabilmente tardi, quando ormai i danni sono già realizzati. La cosa interessante è che sembra nessuno sia mai responsabile e nessuno paga mai e/o viene rimosso dai propri incarichi. Le conseguenze però sono certamente riversate sulla struttura sanitaria e sui cittadini che subiscono sia a livello economico che in termini di liste di attesa. Gli effetti sono odiosi sui pazienti, perché questo “sistema” obbliga le persone (almeno chi se lo può permettere) a pagare di tasca propria, quando l’alternativa sono mesi e mesi di attesa. Errare è umano, ma perseverare è diabolico. Così anche quest’anno, dopo la già annunciata sentenza del TAR, si fa finta di voler risolvere il problema delle liste di attesa, e Polimedica è obbligata a erogare prestazioni addirittura attraverso il CUP regionale, pena la rescissione del contratto, senza però provvedere ai pagamenti. Quest’anno, a causa della pandemia è ancora peggio, perché sempre più persone si stanno rivolgendo a Polimedica, sia per qualità, sia perché altrove sul territorio non ci sono risposte sufficienti.
“In Polimedica lo stato d’animo non ha parole per essere descritto e si percepisce l’ennesimo tentativo di infierire verso una struttura sanitaria e verso tutto quanto di buono si sta facendo, grazie a 30 anni di lavoro e costruzione”. In queste parole di Michele Cataldi, Presidente di Polimedica, è racchiuso tutto lo sconforto di chi è chiamato a difendere per l’ennesima volta la propria azienda dalla “stupidocrazia” e dalla noncuranza delle Istituzioni.
Per tutto questo, una sana realtà melfitana sarà costretta a chiudere, non potendo sostenere le storture di questo sistema. Fa rabbia l’atteggiamento di disinteresse delle istituzioni, quali siano le ragioni che lo determinano appunto non è dato saperlo.
Anche questa volta gli operatori, i dipendenti di Polimedica non si rassegneranno all’indifferenza e porteranno la questione all’attenzione non solo di altri Tribunali, ma anche dell’opinione pubblica, mettendo in atto tutto il possibile e perfino l’impossibile, perché non si possa morire così, in silenzio, senza fiatare. Sarà chiesto il sostegno di tutti coloro che conoscono Polimedica e sanno come lavora, l’impegno diretto di tutti quelli che hanno a cuore questo territorio, che hanno a cuore soprattutto la giustizia. “È stata già inviata una richiesta di incontro urgente al presidente della Regione e all’assessore alla sanità. Ancora una volta le azioni saranno all’insegna della trasparenza e della legalità.”Il prossimo passo sarà quello di un confronto pubblico on line con i candidati a sindaco della città di Melfi, perché si tratta di un argomento che riguarda tutti da vicino a cui non si può e non si deve restare indifferenti.
Cataldi chiude con una frase efficace di Einstein:
“Il mondo è un posto pericoloso, non solo a causa di quelli che fanno del male, ma soprattutto a causa di coloro che guardano senza fare niente.”