Il componente della segreteria regionale Michele Picerno e il segretario regionale Antonio Fedele della Federazione Italiana Sindacati Intercategoriali in una nota dichiarano che “anche le non corrette relazioni sindacali incidono sui ritardi del 118”. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
La classifica delle regioni dove l’ambulanza arriva più tardi, divulgata recentemente da Tiscali Notizie, vede la Basilicata all’ultimo posto fra le regioni d’Italia.
Dalla lettura dei dati diffusi dal predetto organo di informazione emerge che la regione dove l’ambulanza ci mette meno tempo ad arrivare è la Liguria con 15 minuti d’attesa mentre in Basilicata occorre quasi il doppio del tempo: 27 minuti.
I motivi di questi ritardi sono molteplici.
La scrivente organizzazione sindacale vuole focalizzare uno dei tanti aspetti che determina il ruolo di “Cenerentola” della Basilicata nella classifica nazionale dei tempi di intervento del 118.
La gestione delle risorse umane e strumentali riteniamo sia una causa che genera i ritardi di cui si discute.
Infatti, detta gestione, da parte del servizio emergenza/urgenza regionale, produce malcontento fra le lavoratrici ed i lavoratori del 118 molti dei quali si sono visti catapultati dall’Azienda Sanitaria Locale di Matera a quella di Potenza senza un’adeguata e corretta informativa sindacale.
I dipendenti ed i loro rappresentanti vorrebbero avere un ruolo di maggiore partecipazione al miglioramento dei tempi di attesa del 118 regionale mediante suggerimenti virtuosi.
I vertici regionali del servizio, invece, preferiscono dialogare con i lavoratori e con coloro i quali li rappresentano perseguendo l’intento di piegarli all’usuale assoggettamento, così come succedeva nelle relazioni sociali ai tempi di Carlo V di Borbone.
La scrivente organizzazione sindacale è da sempre una voce fuori dal coro e ritiene che la critica costruttiva è sempre stata, e continuerà ad essere, la giusta strada per il miglioramento continuo delle prestazioni sanitarie da erogare all’utenza.
Ad esempio, abbiamo proposto di spostare l’autoambulanza del Presidio Ospedaliero di Policoro in luoghi più vicini alla locale Postazione del 118 ma la nostra sollecitazione è rimasta inascoltata.
Ciò ha comportato, e comporta, una maggiore esposizione agli agenti atmosferici dei dipendenti nonchè ritardi negli interventi del personale del 118 sugli eventi di emergenza/urgenza segnalati.
Forse, una maggiore attenzione al merito delle nostre esortazioni, avrebbe evitato l’incidente sul lavoro di un dipendente in occasione delle nevicate di inizio anno, accaduto proprio su una delle rampe di accesso del Presidio Ospedaliero di Policoro.
Inoltre, per regolamentare il servizio di pronta disponibilità la scrivente Federazione richiede da tempo la legittima trattativa sui tavoli di confronto previsti dalla contrattazione collettiva.
In tal modo si eviterebbe l’esercizio di “deliri di onnipotenza” da parte di personale al quale non è stata conferita alcuna delega dall’Azienda Sanitaria in merito alla modifica dei modelli organizzativi, fra i quali quello della pronta disponibilità.
Anche sull’abbigliamento di lavoro degli operatori del 118 abbiamo chiesto un’appropriata fornitura differenziandola fra uniformi estive e abiti invernali.
Alcuni lavoratori hanno riferito di aver fatto ricorso alle proprie risorse economiche per dotarsi di pantaloni adeguati alla tipologia del lavoro da svolgere.
Inoltre, a nostro sommesso avviso, occorre dotare il personale del 118 dei dispositivi di sicurezza individuale così come impongono le norme che disciplinano la materia della sicurezza sui luoghi di lavoro.
Le nostre lamentale rimangono inascoltate anche in merito all’utilizzo del personale e dei mezzi del 118 che spesso vengono impiegati per i trasferimenti ordinari sottraendo, in tal modo, tempo e risorse al servizio di emergenza/urgenza.
Abbiamo suggerito, spesso, di utilizzare il principio di prossimità cioè impiegare il personale della postazione più vicina all’evento sul quale occorre intervenire, al fine di ottimizzare i tempi di intervento.
Ad ogni modo, nonostante il mancato ascolto dei nostri suggerimenti, non ci perdiamo d’animo poiché siamo convinti che tutti dobbiamo concorrere al buon andamento della pubblica amministrazione, soprattutto quando essa eroga servizi tesi a salvare la vita delle persone.
A tal proposito, facendo tesoro dell’insegnamento tratto dalle opere del filosofo e saggista Bertrand Russel, non smetteremo mai di protestare, di dissentire, di porci domande, di mettere in discussione l’autorità ed i luoghi comuni poiché siamo convinti che non esiste la verità assoluta.
Continueremo ad essere voci fuori dal coro, il peso che inclina il piano.
Saremo sempre in disaccordo perché il dissenso è un’arma.
Forse non cambieremo il mondo ma avremo contribuito, nel nostro piccolo, ad inclinare il piano nella direzione del buon andamento e della trasparenza della pubblica amministrazione.
Avremo reso la nostra attività sindacale e la nostra vita degna di essere raccontata.
Una persona che non dissente è un seme che non crescerà mai.
Così spiegava il filosofo, attivista e saggista gallese che fu un autorevole esponente del movimento pacifista mondiale.