L’elezione di Pino Bruno a presidente regionale Confcooperative Basilicata rappresenta per le strutture lucane e pugliesi della sanità privata accreditata a noi associate un punto di riferimento per continuare il percorso di collaborazione avviata già da tempo con la sua esperienza di Presidente nazionale di Federsolidarietà-Confcooperative. E’ il commento di Michele Cataldi presidente di Sanità Futura ribadendo che c’è sintonia tra la strategia di Confcooperative che si sforza di promuovere processi di coesione sociale con tutti i soggetti della filiera socio-sanitaria e la nostra missione in questo settore che poggia sui principi delle tre “E”: Etico, Ecocompatibile ed Equosolidale, per un innovativo modello di Welfare. Etico, ecostenibile, equosolidale possono diventare principi ispiratori non solo di una politica economica di imprese no profit ma – aggiunge Cataldi – una linea guida anche per aziende normalmente inserite nei circuiti produttivi per operare conformemente a una impostazione capace di venire incontro alle necessità della gente, nel rispetto di valori che tutelino il capitale ambientale e la dignità delle persone. Sanità Futura ricorda l’apporto che Pino Bruno ha dato in occasione del IV Forum di Matera (“Innovasalute”) e nello specifico in tema di social care presentando l’idea progettuale di “ambulatorio sociale”. Si tratta – secondo Bruno – di mettere al centro i bisogni di categorie sociali e famiglie che non hanno adeguate tutele e servizi. In questo campo l’esperienza di Federsolidarietà è significativa sull’intero territorio nazionale e lo può diventare anche a Matera e in Basilicata a condizione che si realizzi una rete innanzitutto di imprenditoria sociale, privata accreditata, con una cabina di regia unitaria per coordinare attività di socio-assistenza specie per anziani, disabili e prevenzione-cura malattie soprattutto croniche. Aziende, associazioni di pazienti e professionisti, cooperative, e tutti quei soggetti che rappresentano l’humus vitale di un territorio, in ambito non solo sanitario, ma anche in termini più generali di impatto sociale, hanno bisogno di trovare le condizioni adatte per poter esprimere al meglio le proprie potenzialità, per poter crescere e operare insieme, altrimenti tutto diventa più lento e complicato, addirittura impraticabile, nonostante l’impegno individuale che ognuno può profondere nella propria attività. Anche questo è il ragionamento alla base della nostra proposta di modifica dell’attuale sistema di determinazione del fabbisogno delle prestazioni e dei tetti di spesa delle strutture sanitarie private accreditate. Si tratta – ha concluso Cataldi – di percorrere solo il “miglio finale” del percorso individuato da Giunta e Consiglio Regionali unanimemente e confermato dalla norma fortemente innovativa contenuta nel Collegato alla Legge di Stabilità Regionale 2016, ispirati dalla riduzione di sprechi ed inefficienze e non certo alla riduzione di prestazioni-servizi-diritti. Per questo alla vigilia di questa decisione chiediamo alla Giunta di rivolgersi all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per scongiurare ulteriore ricorso al contenzioso e attuare finalmente una strategia in grado di garantire una più efficiente assistenza territoriale finalizzata alla definizione di un modello di specialistica ambulatoriale che superi lo spreco di risorse e assuma valore strategico.
Condividiamo le valutazioni di Bruno per la crescita di una cultura dell’imprenditoria sociale e crediamo che l’impresa sociale possa essere un agente di innovazione importante per i sistemi di welfare. Organizzare la solidarietà per prendersi cura dell’altro; sviluppare forme di impresa di comunità per rispondere ai bisogni sociali e gestire beni comuni è una grande sfida per il terzo settore, ma è anche un’occasione per reinventare radicalmente la “funzione pubblica” in questo Paese. Organizzare queste attività in forma d’impresa – conclude la nota di Sanità Futura – è anche un modo per mettere immediatamente tutto il sistema di welfare davanti alla necessità di misurare efficacia ed efficienza, e quindi anche la sostenibilità economica e gli impatti sociali.
Mar 08