Poliambulatorio Madre Teresa di Calcutta a Potenza, Anisap Basilicata: “Prevale logica di portare territorio all’interno dell’ospedale”.
La decisione, sicuramente non adeguatamente supportata da una valutazione compiuta e dettata da un affettato calcolo per “fare cassa”, del trasferimento di attività del Poliambulatorio “Madre Teresa di Calcutta” dell’ASP di viale del Gallitello in reparti del San Carlo risponde solo alla logica di portare il territorio all’interno dell’ospedale e, di conseguenza, di vanificare ogni sforzo di accrescere, migliorare, qualificare i servizi di tutela della salute sul territorio, senza mai abbassare la guardia nella lotta a sprechi e spese inutili.
Intanto, non sfugga che Asp e AO San Carlo, pur essendo entrambe aziende pubbliche, sono di fatto in concorrenza tra loro e che il Piano Salute come quello di riorganizzazione della rete ospedaliera (finito quest’ultimo nel dimenticatoio) vanno in tutt’altra direzione e, sicuramente, non hanno finalità riferite alla spoliazione di strutture e servizi territoriali.
In sostanza, mi pare di capire che invece dello slogan “più territorio, meno ospedale”, che aveva caratterizzato le politiche sanitarie degli ultimi anni, si stia adottando quello esattamente opposto: “più ospedale, meno territorio”. Tra l’altro, oltre al “caso Poliambulatorio Asp”, sono tanti i casi di penalizzazione dei cittadini specie di quanti risiedono in aree interne e montane, facendo saltare l’alibi della volontà di procedere alla realizzazione di una “rete” di servizi sanitari e socio-assistenziali.
Alcuni interrogativi: dov’è finita la tanta declamata managerialità? E le competenze professionali e specialistiche considerate fondamentali per ogni scelta di razionalizzazione e riorganizzazione?
Purtroppo, nonostante le nostre continue sollecitazioni non c’è mai stata una verifica dei risultati raggiunti specie in termini di efficacia ed appropriatezza di servizi e prestazioni mentre continua a prevalere la tradizionale autoreferenzialità con la retorica esaltazione di traguardi, sia pure innegabili, raggiunti in termini di spesa, grazie a due fattori: i tagli alle strutture della sanità privata accreditate e il superticket.
A nostro parere, invece, si ripropone la necessità di accelerare l’iter di realizzazione degli ospedali distrettuali, sin qui solo teorizzati. Come pure andrebbe definito con chiarezza il ruolo degli Ospedali per acuti, delle Aziende Ospedaliere e degli altri Istituti che svolgono attività specifiche nella regione, oltre che del servizio emergenza-urgenza.
In un simile contesto si innesta la programmazione delle attività erogate dal comparto delle strutture Private Accreditate, orientata ad una effettiva, efficace ed efficiente integrazione con le altre strutture del SSR, per il ruolo da esse svolto, che andrebbe potenziato.
Infine, si continua ad “ignorare” ogni proposta, progetto, suggerimento, idea che proviene dal privato: in una rete così immaginata il ruolo del privato accreditato e della libera iniziativa in Sanità è fondamentale, soprattutto nella fase di passaggio da un sistema “ospedale-centrico” ad un ritrovato protagonismo del territorio. E ciò è vero soprattutto per la flessibilità e la snellezza, l’adattabilità e la celerità, che fanno parte del patrimonio genetico del privato, ne costituiscono il punto di forza e l’elemento essenziale della mission che deve svolgere.
Tale riconversione globale riuscirebbe davvero a fare della “rete” il sistema fondante della risposta alla domanda di salute che viene dalle comunità, intesa come migliore risposta in termini qualitativi e quantitativi, oltre che in termini di efficacia ed efficienza, con specifico riferimento alla riduzione delle liste d’attesa.
La nuova sanità ha bisogno dunque di una seria e realistica riconversione del ruolo e delle funzioni dell’esistente, con precisa indicazione delle strutture e dei territori coinvolti.
Antonio Flovilla, presidente ANISAP Basilicata