Polimedica Melfi: “Il paradosso della Sanità lucana: le risorse ci sono, ma non vengono utilizzate. Nel frattempo le liste di attesa si ingrossano e la Polimedica di Melfi rischia di chiudere”. Di seguito la nota integrale.
L’incontro ieri con l’assessore alla Salute Rocco Leone ha confermato quanto Polimedica e Sanità Futura già sapevano, ovvero che nonostante la Regione abbia a disposizione ulteriori risorse finanziarie destinate a questo comparto sanitario, questi soldi non vengono utilizzati; nel frattempo le liste di attesa si ingrossano ulteriormente e la Polimedica di Melfi rischia di chiudere.
Quello di Polimedica è un caso emblematico, il poliambulatorio della città federiciana, punto di riferimento per la salute dei cittadini, che serve non solo l’area del Vulture Melfese, ma sempre più persone da tutta la Basilicata ed anche dalle regioni vicine, rischia seriamente di chiudere a causa di questa follia burocratica.
“Da mesi ormai stiamo erogando prestazioni per conto del SSN, ma queste prestazioni non vengono pagate; tuttavia, la Regione sta continuando ad inviarci pazienti attraverso il CUP, senza fornire risposte che abbiano un minimo di ufficialità” spiega Michele Cataldi, presidente di Polimedica.
“All’assessore, vista la sua disponibilità all’ascolto, abbiamo spiegato ancora una volta nel dettaglio il motivo semplice quanto drammatico della nostra protesta, motivo che tra l’altro è stato ampiamente raccontato dalla stampa e soprattutto messo nero su bianco nella PEC di richiesta dell’incontro indirizzata a lui e al Presidente della Regione. Apprezziamo la buona volontà e la disponibilità di Leone, ma la questione è talmente delicata e potenzialmente esplosiva che non risulta sufficiente. Non è stato casuale aver invocato la disponibilità ad un incontro in cui la presenza del Presidente Bardi è richiesta per la sua qualità di massimo rappresentante della nostra Regione soprattutto perché trattasi di prestazioni sanitarie essenziali in epoca di pandemia Covid. Abbiamo ritenuto doveroso essere ascoltati e soprattutto abbiamo necessità di una soluzione rapida e definitiva che non può prescindere dalla partecipazione diretta del Presidente Bardi che rappresenta tutta la giunta regionale.”
Leone si è impegnato pertanto ad organizzare quanto prima l’incontro, non appena la situazione famigliare del Presidente lo permetta.
Nel frattempo, la notizia del rischio di chiusura di Polimedica ha fatto montare la protesta e l’indignazione sul web e sui social, in particolar modo dei pazienti del Vulture Melfese, un territorio che negli ultimi anni ha visto il depotenziamento di tanti servizi. I cittadini si stanno unendo in comitati spontanei a supporto del poliambulatorio.
Un medico scrive “È opportuno che ognuno prenda coscienza del rischio che corre una struttura che dà risposte mediche specialistiche in numerose branche in “convenzione” cioè pagando solo il ticket. È come se venisse meno un ospedale territoriale che lavora con attività ambulatoriali. Ognuno di noi potrebbe aver bisogno di consulti specialistici: oggi ognuno ha una risposta. Ma domani?
Altri cittadini commentano su facebook “Faremo di tutto per non farla chiudere”, sarebbe un vero delitto chiudere una struttura tale” – “Che disastro! Speriamo che presto si trovi una soluzione positiva. Questa struttura è stata ed è l’aiuto indispensabile per tantissime persone bisognose di cure mediche. Non bisogna comunque arrendersi bisogna lottare perché è una lotta per una giusta causa!” sono centinaia e centinaia i commenti di questo tenore, commenti che ci commuovono e non ci fanno sentire soli, che rendono onore a oltre 30 anni spesi al servizio dei cittadini, lavorando con impegno e passione.
Polimedica perseguirà tutte le iniziative per difendersi e salvarsi, portando avanti di pari passo la questione anche in termini legali, perché questa nebbia che avvolge la Regione Basilicata dovrà diradarsi prima o poi e i responsabili di queste odiose situazioni non potranno più nascondersi.
Ricordiamo un’intervista di qualche tempo fa dell’assessore Leone in cui annunciò con forza che a fronte dell’ennesimo annullamento dei tetti da parte del TAR qualcuno doveva esserne la causa e andava rimosso. Il TAR ha annullato la delibera e però pare che nessuno ne abbia la responsabilità e men che meno è stato rimosso. Non è più tempo per lo scarica barile, ogni giorno di ritardo in più potrebbe essere fatale per tutti coloro che sono ancora in attesa di una visita o di un esame. Perché l’ASP non mette per iscritto i motivi per cui non paga le prestazioni? Perché non lo fa nemmeno la Regione? La risposta è semplice: non lo si fa perché i motivi non esistono. Quindi che sta succedendo? Noi andremo avanti per scoprirlo e chiunque non contribuisca a risolvere la situazione è di fatto connivente a questo “malaffare”.