Le sezioni del Tribunale per i diritti del Malato di Lagonegro e Lauria esprimono forte preoccupazione per la situazione che si verrebbe a determinare al Pronto soccorso dell’Ospedale di Lagonegro a seguito delle dimissioni di tutti e sei i medici che ne assicuravano la piena funzionalità.
Appare addirittura surreale che tutti i medici del PSA, previsti nella pianta organica, decidano contemporaneamente di “abbandonare” la struttura lucana a favore dell’ospedale di Sapri.
Ci chiediamo:
-Come mai?
-Quali le reali motivazioni?
-Nessuno ne era al corrente?
-Possibile che nessuno sapesse della partecipazione ad un pubblico concorso di tutti i medici del PSA?
-E’ stato fatto qualcosa per trattenerli, per incentivarli a restare?
-Quali le responsabilità politico-amministrative?
Mentre a Sapri si lavorava per concretizzare un sogno, in Basilicata si dormivano sonni profondi.
Con il rischio di chiusura del PSA di Lagonegro, la nostra area, già notoriamente disagiata, rimarrebbe priva di un servizio vitale per assicurare la tutela della salute di Tutti,come sancito dall’articolo 32 della costituzione: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.
Preso atto che i vertici aziendali non sono riusciti a interpretare e prevenirequanto stava accadendo, entrambe le sezioni TDM sollecitano le competenti autorità politico-amministrative da cui dipende l’Ospedale di Lagonegro a scongiurare, con immediatezza,il rischio di chiusura del Pronto Soccorso Attivo garantendone, invece, la massima efficienza e qualità del servizio.
Tale paventato rischio determinerebbe, inoltre, il depotenziamento dell’intera struttura ospedaliera di Lagonegro con l’effetto di dirottare l’utenza verso strutture sanitarie pubbliche di altre regioni, sottraendo ulteriori risorse finanziarie alla sanità regionale.
Considerato quanto accaduto, le dichiarazioni pubbliche dei responsabili della nostra sanità regionale non rassicurano i cittadini e, crediamo, neppure gli stessi operatori sanitari.
Infine, riteniamo che l’accentramento sanitario, voluto per abbattere i costi e garantire adeguati livelli prestazionali, non abbia sortito gli effetti attesi, in quanto si sono registrati disfunzioni nei poliambulatori, duplicazione dei costi, appesantimenti burocratici con rilevanti riflessi negativi nelle liste di attesa.