Il presidente Carlo Quinto Degano, il Direttore Sanitario, Graziano Frigeri e il Direttore Radioterapia, Luigi Tomio di Fora SpA hanno inviato una nota congiunta in cui fanno chiarezza sulle “infondate e strumentali insinuazioni che continuano a diffondersi in ordine ad un presunto mal servizio offerto da Fora in relazione alla Radioterapia”. Di seguito la nota integrale.
“Fora Spa ringrazia il consigliere regionale Michele Napoli per aver ampliato, in occasione della conferenza stampa del 29 gennaio u.s., i temi già svolti in occasione del suo primo intervento apparso sulla Gazzetta del Mezzogiorno sabato 19 gennaio 2019. In particolare, merita attenzione lo sforzo effettuato dal consigliere di segnalare numeri e dati su cui è più facile confrontarsi e sviluppare azioni positive, anziché spingersi a “considerazioni prive di qualsiasi riscontro scientifico” come quelle che hanno caratterizzato, non raramente, il dibattito dei mesi scorsi attorno alla radioterapia in Basilicata.
Prima di scendere nel dettaglio delle doglianze mosse dal consigliere regionale, Fora intende precisare che tale replica ha quale scopo, non già quello di innescare inutili e sterili polemiche, ma unicamente quello di tranquillizzare la popolazione lucana e segnatamente tutti i pazienti circa le infondate e strumentali insinuazioni che continuano a diffondersi in ordine ad un presunto mal servizio offerto da Fora in relazione alla Radioterapia.
La radioterapia rappresenta, a fianco della chirurgia e della terapia medica (comprendendo sotto questa voce oltre alla chemioterapia anche le terapie biologiche e l’immunoterapia) una componente importante per la cura del cancro non solo perché praticata storicamente a breve distanza dalla scoperta dei raggi X avvenuta più di 100 anni fa ma indispensabile in quanto utilizzata in circa il 60-70% degli ammalati come riportato dalle Linee Guida di Garanzia di qualità dell’Associazione Italiana di Radioterapia Oncologica (AIRO, 15 Luglio 2015).
Se complessivamente, nel 2018, in Basilicata sono stimati 3250 nuovi casi di tumore i conti sono presto fatti: i pazienti trattati (o da trattare) con la radioterapia dovrebbero essere da 1950 a 2270. Presso la Radioterapia dell’A.O. San Carlo di Potenza nel 2018 sono stati visti 440 nuovi pazienti e, di questi, trattati circa 60%, ossia 270 pazienti. A questi bisognerebbe aggiungere anche i ri-trattamenti, ossia quei pazienti che, sfortunatamente, richiedono più di un trattamento nel corso dell’anno. Quanti nuovi pazienti sono stati trattati presso la Radioterapia del CROB di Rionero in Vulture? Quali sono i dati relativi alla mobilità passiva riguardante la radioterapia in Basilicata? Di fronte a questa realtà l’invito di Fora Spa e del proprio Responsabile medico della Radioterapia del San Carlo ad unire le sinergie del CROB e del San Carlo stesso, nonché l’invito del consigliere regionale Napoli a che si realizzi “l’effettività di un sistema di rete” risultano quanto mai pertinenti e necessari. E’ giusto segnalare invece che per quanto riguarda la dotazione di acceleratori lineari (LINAC), almeno per quanto riguarda i numeri, la Basilicata non è inferiore al resto d’Italia dove la media nazionale è di 6 acceleratori per milione di abitanti. La Basilicata, sia come morfologia che come numero di abitanti, non è molto dissimile dalle Province di Trento e di Bolzano (539.000 e 527.000 abitanti rispettivamente) dotate ciascuna di 4 e 3 LINAC. Per quanto riguarda i rilievi mossi al funzionamento del servizio di radioterapia FORA è dispiaciuta per il rallentamento, e non già – come alcuni si sono fatti lecito affermare – per l’interruzione – mai verificatasi – del servizio di radioterapia dalla fine del mese di dicembre (e non da novembre) in seguito alle dimissioni rassegnate dalle due dipendenti addette al servizio di Fisica medica.
Le Festività natalizie hanno certamente reso difficoltoso il reperimento di nuovo personale, ma ciò che ha reso più ardua la ricerca di figure specializzate quali quelle di fisici sanitari, in un panorama nazionale peraltro già molto povero sul versante dell’offerta, è stata certamente la divulgazione a mezzo stampa e reti televisive locali di notizie infondate e diffamatorie scagliate contro Fora.
Ciononostante, Fora, avendo come primo obiettivo quello di assicurare personale competente, a distanza di poco più di un mese ha provveduto, con personale dipendente FORA (e non internalizzato) a non interrompere il servizio, oggi pienamente operativo.
Venendo ora all’osservazione circa macchinari (sarebbe più corretto parlare di “apparecchiature” come le definisce propriamente il Ministero della Salute, ma il termine è, peraltro, usato dagli stessi radioterapisti) obsoleti ci sembra rilevante sottolineare alcune dimenticanze:
1. In occasione dell’ultimo Congresso dell’AIRO (Rimini, novembre 2018) gli stessi specialisti di radioterapia oncologica hanno denunciato non solo che 30000 italiani non riescono ad eseguire il trattamento radiante ma che “oggi possiamo stimare che circa il 40 per cento delle macchine in dotazione dei centri italiani sia da sostituire” eppure continuano ad eseguire trattamenti radianti.
2. E’ sufficiente sfogliare internet per rendersi conto che sono in corso (o promesse) gare per l’acquisto di apparecchiature di radioterapia destinate a sostituire LINAC con età di molto superiore a 10 anni. Età media superiore ai 17 anni nella vicina Puglia. Non è un fatto di cui andare orgogliosi ma questo è il dato di fatto!
3. Non conoscendo i dati della Radioterapia del CROB (ad es. quanti anni abbia il LINAC più vecchio) non riportati, non è possibile poter affermare che la Basilicata sia la Regione più penalizzata del Sud.
4. Più in generale, il Ministero della Salute si spinge a definire obsoleta un’apparecchiatura con età > 10 anni non tiene conto di un dato fondamentale. L’obsolescenza calcolata dalla data del collaudo non tiene conto del/gli aggiornamento/i effettuati sulle apparecchiature in base ai quali le apparecchiature risultano poi superiori in termini di “performance” alla originaria apparecchiatura di collaudo (Rapporto sulla rilevazione delle apparecchiature sanitarie in Italia. MdS, Dicembre 2017).
5. D’altra parte, come il consigliere regionale Michele Napoli ben sa, nell’ottobre 2017 è stata autorizzata l’attività di radioterapia, presso il San Carlo, considerando l’apparecchiatura perfettamente idonea all’uso clinico.
6. Per le ragioni esposte ai punti dall’uno al cinque appare, pertanto, GRAVE continuare a sostenere, in modo infondato che l’apparecchiatura del San Carlo sia obsoleta, ciò che, generando ansia e preoccupazione in pazienti che versano in una situazione psicologia delicata legata alla malattia, spinge quest’ultimi ad allontanarsi o ad allungare il percorso dal loro domicilio per eseguire la radioterapia.
7. In realtà il LINAC del San Carlo è un’apparecchiatura che, come già ampiamente detto e provato, è perfettamente efficiente, performante, clinicamente mai usata prima della radioterapia del San Carlo, non rigenerata, né ricondizionata. Quanto ai fermi dell’acceleratore si evidenzia, per amore di precisione e per scongiurare qualsiasi dubbio, che trattasi di “fermi macchina” del tutto nella norma per questo tipo di apparecchiature e simile a quello degli altri Centri di radioterapia essendo costantemente sottoposta a manutenzione programmata da parte della Ditta costruttrice e ai controlli di qualità giornalieri e periodici da parte del personale dipendente (tecnici di radiologia e fisici medici).
8. Venendo ora alle caratteristiche dell’apparecchiatura in questione. Si tratta di un LINAC Modello Clinac iX tuttora disponibile tra i prodotti per radioterapia commercializzati dalla Ditta Varian. Ecco come lo descrive la Ditta medesima ai suoi clienti potenziali: “Il Clinac di elevate prestazioni è un acceleratore affidabile costruito sulla convalidata piattaforma della serie C che tratta migliaia di pazienti ogni giorno con più di 5000 installazioni in tutto il mondo (anche in Italia sono numerose le installazioni del Clinac tra cui la Radioterapia del CROB di RiV). Ogni apparecchiatura Clinac è progettata con un occhio al futuro per essere supportata e migliorata nel tempo, consentendole di rimanere al passo con l’evoluzione tecnologica. La versatilità e la stabilità della dose del sistema Clinac consentono non solo un trattamento di radioterapia facile e adeguato in qualsiasi area del corpo ma, grazie alle avanzate funzionalità, consente trattamenti all’avanguardia tra cui IMRT, IGRT, VMAT, RapidArc ™ e radiochirurgia stereotassica” in grado di assicurare (cito Michele Napoli) un miglior controllo locale della malattia e di ridurre o minimizzare gli eventi avversi. “Il sistema di imaging on-board (OBI) di Varian, gli strumenti di gating RPM aiutano a fornire trattamenti del paziente efficaci e di precisione. Clinac, inoltre, si integra perfettamente ed efficacemente nell’ambiente di lavoro con ARIA (il sistema informatico di gestione delle immagini, delle informazioni necessarie a gestire in modo sicuro i dati del trattamento) ed Eclipse (il sistema di pianificazione dei trattamenti).
9. Quella sopra decritta è l’apparecchiatura in dotazione al San Carlo che ha fornito ai pazienti, nel primo anno di attività, un trattamento efficace e sicuro implementando mediante una crescita graduale le varie modalità di trattamento (conformazionale, IMRT, IGRT, trattamenti con SIB) indirizzando i pazienti bisognosi di tecniche più evolute verso altri Centri tra i quali la Radioterapia del CROB.
Fora auspica, in virtù di quanto esposto, che ciò possa essere utile a tranquillizzare la popolazione lucana affinché possa affidarsi alle cure necessarie senza timori; unico e primario obiettivo a cuore di Fora.”