“Non se la passano bene quanti in Basilicata sono affetti da patologie oncologiche, a causa dei deficit di servizi sanitari che la nostra regione fa registrare nel settore dell’oncologia con riferimento al numero di strutture ospedaliere con servizio di radioterapia, al numero di posti letto nell’area della radioterapia, al numero di acceleratori lineari esistenti, all’effettività di un sistema di rete che assicuri una presa in carico globale del paziente oncologico e al funzionamento del servizio di radioterapia dell’ospedale San Carlo di Potenza, nel senso della conformità di quest’ultimo agli standard tecnologici e alle dotazioni di capitale umano richiesti dalle linee guida ministeriali”.
E’ quanto è emerso dalla conferenza stampa sul servizio di radioterapia presso l’A.O.San Carlo di Potenza, indetta dal consigliere regionale Michele Napoli e che si è tenuta questa mattina presso la Sala Mediafor del Palazzo della Giunta regionale della Basilicata.
“I tumori colpiscono più al Nord e meno nel Mezzogiorno d’Italia”-ha spiegato il Vice presidente del Consiglio regionale-“Ma le percentuali di sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi di tumore fanno registrare tassi decisamente superiori al Nord rispetto al Sud, per effetto senza dubbio di una maggiore efficacia delle azioni di prevenzione, ambito nel quale la Basilicata non sta messa male, ma anche per effetto di cure qualitativamente più elevate, grazie proprio all’implementazione in molte regioni del Nord del modello della rete nella gestione delle patologie oncologichee del migliore funzionamento del servizio radioterapico.”
“Evidenze scientifiche considerano questo trattamento indicato in almeno il 50% delle patologie oncologiche”- ha aggiunto l’esponente di Fratelli d’Italia-“E la Basilicata non può permettersi di aggiungere al gap di strutture ospedaliere con servizio di radioterapia che si riscontra nella nostra regione rispetto alla media nazionale, l’esistenza, al San Carlo di Potenza, di un trattamento radioterapico che funziona a singhiozzo o in maniera non conforme alle linee guida ministeriali, per effetto di macchinari obsoleti o di gravi carenze di personale”.
“E’ il Ministero della Salute, non Michele Napoli, che etichetta come obsolete le apparecchiature di radioterapia con più di dieci anni d’età”-ha precisato il Vice presidente del Consiglio regionale-“ Eppure al San Carlo è stato acquistato nel 2017 un macchinario datato 2008 e che funziona in carenza di profili professionali come quello di fisico, figura professionale imprescindibile per una radioterapia che sia definibile di qualità e della quale è prescritta la presenza minima di 1,5 unità di personale per turno, proprio perché il fisico controlla l’esecuzione del trattamento, verificando il corretto impiego delle radiazioni”.
“La radioterapia è un campo della medicina in rapidissima evoluzione”-ha sottolineato Napoli-“Non solo perché trova sempre nuove indicazioni che si affiancano a quelle tradizionali(trattamento delle neoplasie più frequentemente diagnosticate in Italia, come quelle al polmone, al seno e alla prostata), ma anche perché l’introduzione di tecnologie sempre più avanzate consente di assicurare un migliore controllo della malattia e di ridurre o minimizzare gli eventi avversi”.
“Per questo non si può fare a meno tanto degli investimenti nel rinnovamento e nell’adeguamento tecnologico dei macchinari adoperati nella radioterapia, quanto nelle risorse umane in grado di garantire la sicurezza delle cure e di ridurre gli eventi avversi”-ha concluso Napoli-“ Uno sforzo al quale devono adoperarsi tutti, perché solo così sarà possibile garantire migliori condizioni di salute ai malati oncologici”.
Gen 29