Antonio Fedele, Segretario Provinciale della Federazione italiana sindacalti intercategoriali, in una nota sottolinea il record nazionale dell’emigrazione sanitaria della Regione Basilicata.
Qualunque sistema di gestione teso al miglioramento continuo delle prestazioni considera l’individuazione dei punti critici come opportunità di miglioramento.
Invece, l’asservito e feudale sistema sanitario regionale ha manifestato di non gradire le critiche giunte da più parti che hanno evidenziato il pessimo record nazionale della mobilità passiva sanitaria dei lucani, venuto alla luce a seguito della pubblicazione dei dati a cura della Società di indagine DEMOSKOPIKA.
Alcuni Direttori Generali delle aziende sanitarie locali hanno tentato di trovare improbabili giustificazioni ai dati negativi emersi dall’indagine in questione.
Infatti, i suddetti soggetti hanno minimizzato rispetto alle cause del record negativo di emigrazione sanitaria, fra le quali, a loro parere,:
1)-la presenza di parenti in altre regioni d’Italia che inducono a preferire mete sanitarie extra regionali per i lucani;
2)-la presenza di strutture sanitarie nella vicina Regione Puglia;
e via di questo passo.
Sulle cause che inducono alla massiccia emigrazione sanitaria la scrivente organizzazione sindacale segnala che le titubanze dei lucani, sull’affidabilità del sistema sanitario della nostra regione, potrebbero derivare anche da una classe dirigente sanitaria posta in discussione dalle stesse strutture di vertice di alcune Aziende Sanitarie della Basilicata.
Infatti, basta consultare il Piano Strategico: Matera Sanità 2019, approvato dall’Azienda Sanitaria Locale di Matera con delibera n. 589/2015, per rendersi conto di quanto appena detto.
A pag. 40 della parte II (Sviluppo Strategico) di detto Piano sono riportati i punti di debolezza scaturenti dall’analisi svolta, fra i quali risulta un’: “Assenza di cultura manageriale dei dirigenti”.
A nostro sommesso avviso, la qualità delle prestazioni delle strutture sanitarie delle altre regioni d’Italia, è capace di erogare performance tese al miglioramento continuo dei servizi sanitari che attraggono molti cittadini lucani.
Inoltre, la maggiore indipendenza e autonomia dei dirigenti sanitari, di altre regioni, da una casta politica clientelare e feudale, garantisce un oggettivo metodo scientifico e manageriale dell’analisi dei bisogni sanitari dei cittadini.
Invece, la classe politica e burocratica della Regione Basilicata, è quotidianamente e pervicacemente impegnata a tentare di ridurre i tanti bravi professionisti della sanità pubblica regionale in sudditi e, nel caso non riescano nell’opera di sottomissione, quelli disubbidienti sono condannati all’esilio.
Spesso, sono proprio i medici e i professionisti “esiliati” che riescono ad attrarre la popolazione lucana presso strutture sanitarie di altre regioni.
Riteniamo che non basta la sola furbizia di proclami auto incensanti di Direttori Generali delle AA.SS.LL. e dei politici regionali e locali per far percepire il sistema sanitario lucano sicuro e attrattivo.
Occorre, invece, che l’analisi dei bisogni sanitari della popolazione lucana debba scaturire da un franco confronto scientifico e sociale, e non dall’esigenza di soddisfare le richieste derivanti dall’imperante clientelismo.
Inoltre, detto confronto deve essere rispettoso del pluralismo democratico e dell’analisi oggettiva delle critiche al sistema sanitario regionale che i cittadini, in forma singola o associata, hanno il diritto di esercitare, senza dover subire la condanna dei tanti “Mangiafuoco” della politica e della burocrazia regionale quando si accorgono della crescente libertà di cui tanti cittadini lucani “senza fili” e senza paura si sono appropriati.
In buona sostanza, riteniamo che lo studio di sistemi sanitari efficaci ed efficienti è meglio delle furbizie a cui ricorrono gli ubbidienti burocrati regionali per raccontare una sanità che, pur svolgendo semplicemente il suo dovere, sembra erogare prestazioni eccezionali.
Siamo convinti che la cultura rende liberi, critici e consapevoli, non rassegnati a chi ci vuole opportunisti e docili.