“I dati pubblicati sul sito dell’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, che ogni anno esprime valutazioni comparative di efficacia, sicurezza, efficienza e qualità delle cure fornite dagli ospedali italiani, riferiti alle performance degli ospedali lucani, senza eccezione, confermano che non potrà essere certamente un emendamento al ddl della giunta regionale di riordino del sistema sanitario regionale, un provvedimento legislativo pasticciato e non conclusivo perchè rinvia ad altri atti, a mettere in sicurezza servizi e prestazioni dell’ospedale di Policoro”. A sostenerlo è il vice presidente del Consiglio Regionale Paolo Castelluccio (Fi) che nel sottolineare che non è componente della Quarta Commissione dove sinora è approdato l’emendamento evidenzia “la necessità di vigilare attentamente in Consiglio e fuori dell’aula consiliare in tutte le fasi successive alla scontata approvazione del ddl, scontata in quanto “blindata” dalla maggioranza di centrosinistra che non consente modifiche sostanziali se non di principio. La mediazione compiuta tra anime del Pd – continua – di fatto rinvia solo scelte delicate che riguardano tutti gli ospedali della regione.
E’ il caso di ricordare che in base agli indicatori adottati da Agenas, le regioni con una maggiore concentrazione di best practice risultano essere Lombardia, Valle d’Aosta, Friuli, provincia autonoma di Bolzano; poi la Toscana; e dopo la Toscana, anche regioni tradizionalmente virtuose come Emilia Romagna e Veneto. Per questo – dice Castelluccio – non ci accontentiamo della cancellazione dell’originaria previsione della Giunta perchè ” Il Madonna delle Grazie di Matera comprendesse il Giovanni Paolo II di Policoro”, se poi non si garantisce il potenziamento delle attuali attività ospedaliere. Condivo pertanto la necessita’ espressa dal Comitato Ospedale di Policoro di confermare i servizi esistenti, auspicando un programma aziendale per il loro potenziamento, frutto di uno spirito concertativo con i soggetti sociali, aggiungo, a partire dal personale medico e non della struttura”.
Piuttosto che individuare uno o più salvatori del Giovanni Paolo II che siedono in Consiglio si spieghi, senza trincerarsi dietro i numeri, come la rete ospedaliera della Basilicata non produrrà riduzione di prestazioni e di conseguenza occupazione medica, infermieristica, tecnica ed amministrativa nell’ospedale di Policoro che serve un’utenza extraregionale sempre più ampia e nei presidi ospedalieri di Tinchi, Tricarico e Stigliano. E’ troppo facile nel caso dei presidi territoriali enunciare i principi dell’attuazione di un modello distrettuale con una implementazione dei Distretti della Salute e del potenziamento della rete dell’emergenza territoriale senza entrare nel merito di come in pratica si intende procedere”.
Riforma sistema sanitario regionale, Gianni Leggieri (consigliere regionale M5s Basilicata): “sul piano di riordino sanitario è andata in scena il solito teatrino della politica”
Come da copione accordo trovato nella maggioranza regionale sul Piano di Riordino Sanitario. Peccato che ancora una volta si tratta di un accordo al ribasso che più che soddisfare le legittime esigenze dei territori e dei cittadini, soddisfa la voglia di protagonismo di qualche consigliere di maggioranza e la solita smania di poltrone.
Le interlocuzioni di questi mesi della IV commissione consiliare con Comitati, rappresentanti dei cittadini e Associazioni non sono servite a nulla, se non a dare la parvenza di dialogo e di apertura da parte di una maggioranza che già aveva deciso come procedere e in quale direzione andare.
Così, senza sorprese di sorta ecco sfornato il dolce natalizio che purtroppo tutto è tranne che dolce per quelle comunità che si vedranno mortificare ancora una volta.
Il gioco era chiaro sin dall’inizio e anche per questa ragione abbiamo deciso di evitare inutili discussioni in commissione e abbiamo ridotto la presentazione di emendamenti. Abbiamo semplicemente provato a testare la maggioranza e la reale disponibilità ad un dialogo, prendendo atto del fatto che nessuna possibilità di mediazione e di confronto era possibile.
Rispetto a tale chiusura e alla mancanza politica di tornare indietro rispetto a scelte scellerate è chiaro che la nostra battaglia si sposterà in sede di discussione consiliare dove presenteremo tutte le nostre proposte di modifica di un piano profondamente sbagliato per la logica sottesa e per le soluzioni proposte.
Lo diciamo subito, al centro della riforma va messa la sanità pubblica e il rilancio del sistema sanitario regionale che purtroppo mostra gravi mancanze.
I territori e le esigenze dei cittadini devono essere il cardine di ogni discussione e non mere logiche contabili che portano alla distruzione del sistema di welfare.
Qualunque decisione dovrà essere discussa con i territori e non imposta da questo o quel burocrate, attraverso percorsi trasparenti e realmente condivisi. Inoltre l’ultima parola dovrà spettare sempre alla politica e non ai tecnici, è la politica che deve assumersi la responsabilità delle decisioni che si andranno a prendere e non certo questo onere va scaricato su tecnici e dirigenti.
Con questo spirito e con queste idee ci prepariamo ad affrontare la discussione in consiglio regionale, ma soprattutto ci prepariamo ad un anno di lotta sul territorio per salvaguardare il nostro patrimonio sanitario e potenziarlo.
RIforma sistema sanitario regionale, nota Francesco Labriola, portavoce Comitato cittadino “Ospedale Policoro non si tocca: “Soddisfatti ma non troppo, auspichiamo ulteriore sforzo”.
Sono stati mesi intensi, da quando abbiamo deciso di costituirci in comitato cittadino in difesa del nosocomio policorese, sotto l’astag #ospedalepolicorononsitocca, abbiamo approfondito, ascoltato ed elaborato un documento di sintesi per motivare il nostro fermo No alla proposta di riodino sanitario regionale, che vedeva l’ospedale di Policoro perdere la sua identità a favore del Madonna delle Grazie di Matera. L’articolo 2 che tanto abbiamo contestato recitava testualmente ” Il Madonna delle Grazie Comprende il Giovanni Paolo II”, una enorme ingiustizia nei confronti di un territorio di area vasta di frontiera, diventato strategico anche per l’alto cosentino, la Val Sarmento, e parte del Pollino e di una struttura dalle enormi potenzialità espresse ed altre non espresse ancora.
Nelle ultime settimane, dopo aver partecipato a ben due sedute della quarta commissione consiliare, presieduta dal consigliere Bradascio e dopo aver ricevuto il sostegno, finalmente, di numerosi consigli comunali dei comuni dell’area e dopo che il consigliere regionale achille Spada ha depositato a sua firma l’emendamento da noi proposto, ieri pomeriggio la quarta commissione ha approvato un emedamento, frutto di una ulteriore mediazione che ha di fatto cancellato il termine inappropriato ” comprendere”, prevedendo per la provincia di Matera,al fine di garantire i servizi attuali ed una migliore sinergia in rete dei due presidi ospedalieri, il Madonna delle Grazie ed il Giovanni Paolo II, la nascita del Presidio Unico Ospedaliero per acuti della Provincia di Matera, composto dal Madonna delle Grazie e dal Giovanni Paolo II.
Un risultato importante, affatto scontato, che rende onore alle nostre valide argomentazioni che mai hanno avuto come obbiettivo una sterile guerra di campanile ma poter credere in modo condiviso nella nuova esperienza, senza determinare primi della classe. Non abbiamo mai messo in discussione la valenza del Madonna delle Grazie che auspichiamo possa contribuire alla sana crescita del Giovanni Paolo II, solo così potremo dire di aver fatto un passo avanti, nell’interesse di tutta la popolazione materana e non.
Ringraziamo il Consigliere Achille Spada per il lavoro convinto e determinato fin qui svolto e auspichiamo che nel corso della discussione del consiglio regionale possa completarlo, attestando la necessita’ di confermare i servizi esistenti, auspicando un programma aziendale per il loro potenziamento, frutto di uno spirito concertativo con i soggetti sociali, lo stesso spirito che ci ha dettato la linea in questi mesi.
Ringraziamo inoltre tutti i consiglieri regionali, a partire dal consigliere Roberto Cifarelli e lo stesso presidente Luigi Bradascio,per aver lavorato, pur nei distinguo, all’obbiettivo comune di una sanita’ per tutti.
Il nostro impegno per il nostro nosocomio non finisce qui, continueremo ad essere vigili e attenti, solo così potremo sperare in un futuro, come hanno dimostrato gli eventi ed i risultati raggiunti, intanto c’è il 29 dicembre ( consiglio regionale) e vedremo come andrà a finire.
RIforma sistema sanitario regionale, UIL e UIL FPL: si continui con il confronto anche dopo il riordino
L’accelerata data dal Governo regionale al riordino del sistema sanitario regionale rappresenta una prima tappa di un lungo percorso finalizzato ad efficientare la sanità lucana che presenta diverse criticità.
Al momento, infatti, le norme nazionali ed europee in materia di personale, di tetti di spesa e di standard qualitativi e tecnologici impongono scelte strutturali che tuttavia non devono mortificare i territori ed abbassare il livello delle prestazioni sanitarie. La UIL e la UIL FPL perciò non sono appassionate agli assetti istituzionali e delle singole aziende ma, piuttosto, ai contenuti. In particolare gli ospedali sede di PSA devono diventare ospedali di base rafforzati, coordinandoli con i DEA.
In questi presidi è necessario allocare gli interventi di media complessità e di media assistenza, legati anche al bacino di riferimento, riorganizzandoli per complessità crescenti nella rete dei servizi regionali per acuti. Essenziale per la salvaguardia delle specialità operatorie e per le acuzie è la permanenza in questi presidi della funzione di anestesia e rianimazione.
“Da questo punto di vista la previsione di un aggiornamento del Piano sanitario regionale, inserita all’interno della legge, da approvare entro la fine del 2017, rappresenta uno strumento positivo per armonizzare il riordino che partirà con il prossimo anno, con le più profonde esigenze di modernizzazione, razionalizzazione e riorganizzazione del sistema nell’interesse esclusivo della centralità dei bisogni dei cittadini. Inoltre, per quanto riguarda l’Ospedale di Pescopagano, la UIL FPL, apprezza molto l’emendamento approvato per far si che il presidio resti all’interno del polo ospedaliero San Carlo di Potenza (il disegno di legge originario della Giunta prevedeva che l’Asp ne assumesse la titolarità). Infine, per i presidi ospedalieri della provincia di Matera, il Dea di I livello “Ospedale Madonna delle Grazie” di Matera e il “Giovanni Paolo II” di Policoro, sede di Psa, diventano un’unica articolazione ospedaliera per acuti. Per la UIL, infatti, mantenere le attività programmabili e specializzazione d’elezione nei presidi di confine permetterà di attrarre mobilità sanitaria attiva dei territori limitrofi. Pur comprendendo la necessità di arrivare all’equilibrio finanziario delle strutture sanitarie, la UIL ritiene che per raggiungere un buon risultato non bastano aggiustamenti, ma occorre avere anche una visione di insieme basata su un processo di integrazione dei servizi socio-sanitari che puntino sull’innovazione, l’eccellenza e l’efficientamento. Questo dibattito dovrà proseguire dopo l’approvazione degli assetti generali e pertanto si proceda subito a porre sotto osservazione i servizi, i reparti e i singoli ospedali creando un’offerta specializzata, appropriata e di qualità rispettando i bacini d’utenza, dando impulso ai servizi territoriali per spostare il baricentro assistenziale dall’ospedale al territorio. In questo momento sarà fondamentale potenziare una solida rete di emergenza-urgenza, investendo in mezzi, risorse umane, professionali e tecnologiche del 118 e costruendo la rete emergenziale sul territorio a partire dai medici di famiglia per finire al rilancio dei Dea del S. Carlo e il Madonna delle Grazie di Matera.Oltre al rafforzamento delle altre funzioni previste ed insediate in questi ospedali di alta specialità si valorizzi il ruolo di riferimento per le alte specialità e per le reti cliniche dei servizi ospedalieri. La UIL e la UIL FPL, infine, ritengono fondamentale puntare sull’IRCCS CROB di Rionero che come centro oncologico e di ricerca di eccellenza dovrà interagire con il reparto oncologico dell’Azienda Ospedaliera San Carlo.