Angelo Vaccaro, Segretario SPI-Cgil Matera in una nota chiede agli amministratori regionali di far ripartire il sistema sanitario regionale dopo l’emergenza Coronavirus. Di seguito la nota integrale.
Non vi è dubbio alcuno: il lockdown sanitario, nei mesi di escalation pandemica Covid-19, non poteva non imporsi.
Tutti – tranne recenti rigurgiti negazionisti – ne abbiano assunto la necessità.
Molti dubbi si pongono, invece, sulle modalità di riavvio post emergenza delle attività “ordinarie” di presidi e strutture sanitarie, caratterizzate da manifesta estemporaneità ed assenza di qualsivoglia programmazione.
Ne sono comprova gli strali lanciati all’indirizzo del Direttore Generale dell’Ospedale S. Carlo dall’Assessore Regionale alla Salute, tesi a rimarcare ritardi e inadempienze circa la ripresa dell’attività di specialistica ambulatoriale e dei ricoveri programmati.
Non sono in questione – nel caso di specie – i profili di correttezza formale, lo “stile” o il “tono” – sopra o sotto le righe – attraverso cui si esplica la dialettica dei ruoli tra vertici di istituzioni politiche e vertici di autonomie funzionali.
Aspetti che pure non sono irrilevanti e mai scissi da connessioni sostanziali.
E’ in discussione – lo diciamo con la maggiore chiarezza e nettezza possibili – la salute e le condizioni e la qualità di vita di decine di migliaia di lucane e lucani e di altre persone che vivono stabilmente nella nostra terra, che attendono da molti mesi di riprendere percorsi diagnostici, terapeutici e di riabilitazione. In una parola di poter ritornare ad esercitare il loro fondamentale diritto di tutela della salute.
Anche perché, il fattore tempo gioca un ruolo decisivo per evitare che i casi clinici possano aggravarsi rapidamente al punto di diventare emergenti e per la stessa aspettativa di vita delle persone, in special modo delle persone anziane spesso alle prese con patologie croniche e comorbilità.
L’effetto accumulo – che vede sommarsi alle già traboccanti liste di attesa cristallizzate alla fine dello scorso febbraio la potenziale domanda di prestazioni inespressa durante il periodo di blocco e le urgenze che sopravvengono, le nuove richieste di prenotazione e finanche la catalizzazione di parte del potenziale flusso emigratorio sanitario, nonché gli effetti di riduzione dei volumi di attività a parità di ore lavorate indotti dall’implementazione delle norme e dei protocolli di sicurezza anticovid 19 – sta generando un ingorgo che rischia di determinare la paralisi diffusa di presidi e strutture sanitarie.
Stando così le cose, chi e cosa avrebbero impedito al Presidente della Regione e all’Assessore alla Salute di convocare, per tempo, attorno ad un tavolo i vertici delle Aziende sanitarie di Matera e Potenza, dell’Azienda ospedaliera S. Carlo e dall’IRCCS – Crob di Rionero, per coordinare e condividere un crono-programma delle riaperture, coinvolgendo anche le strutture private convenzionate, individuare ambiti e modalità di riorganizzazione e potenziamento di reparti ospedalieri e settori di specialistica ambulatoriale a più elevata criticità, perimetrare gli ambiti di interoperabilità e di gestione integrata delle liste di attesa anche in rapporto alle complementarietà esistenti tra i grandi Plessi Ospedalieri regionali?
Si rompano gli indugi, dunque, e si dia luogo alla costruzione di vere linee guida regionali e si definisca la dotazione economica – a far leva anche sulle recenti misure nazionali relative alla sanità – necessaria a sostenere la implementazione di azioni ed interventi straordinari da parte delle Aziende sanitarie, piuttosto che attardarsi in inutili proclami e inconcludenti polemiche.
Per quanto afferisce l’Azienda sanitaria di Matera, seppure in un non sottaciuto contesto gravato da pesanti criticità, abbiamo preso atto – nell’incontro che si tenuto lo scorso 26 maggio – del primo step di riattivazione dei ricoveri programmati nell’area medica dell’Ospedale Madonna delle Grazie e della possibile apertura, a breve, di alcune degenze dell’area chirurgica attualmente aggregate, così come delle attività di specialistica ambulatoriale nei Plessi Ospedalieri e nei Distretti.
Abbiamo anche apprezzato la disponibilità della Direzione Generale a garantire continuità al confronto.
Adesso – così come proposto a conclusione del suddetto incontro – si faccia un passo in avanti: si convochino le rappresentanze di categoria dei lavoratori e i sindacati confederali e dei pensionati e si definisca un piano straordinario di riorganizzazione e potenziamento delle attività che coinvolga tutti i presidi e le strutture dell’Azienda Sanitaria, per perseguire l’obiettivo precipuo di accelerare lo scorrimento delle liste di attesa e, al contempo, assicurare continuità di prestazioni ambulatoriali e ricoveri per i casi non differibili e le patologie oncologiche e la programmazione, per classi di priorità, delle nuove prenotazioni, unificando le agende istituzionali, intramoenia e dei privati accreditati, al fine di scongiurare che, nei lunghi mesi di convivenza col rischio sanitario Covid-19 che abbiamo davanti, si determini di fatto – per altre vie -un nuovo lockdown sanitario e un aumento della mortalità per denegata tutela della salute.