Si è svolto in mattinata a Matera presso l’hotel San Domenico il convegno di Legacoop Basilicata sul tema Salute mentale di comunità. La qualità dei servizi residenziali, asse fondamentale delle risposte riabilitative nell’ambito della salute mentale, e le relative modalità di accreditamento”.
Dopo i saluti del direttore generale dell’Asm Matera Pietro Quinto e le relazioni del presidente dell’Airsam, associazione italiana residenze per la salute mentale Marco D’Alema, e dell’educatrice Samantha Fusiello, sono intervenuti tra gli altri Giuseppe Bruno, portavoce Aci sociale Basilicata, i segretari regionali dei sindacati Cgil, Cisl e Uil, il consigliere regionale Piero Lacorazza, gli assessori Luca Braia e Roberto Cifarelli, il presidente Anci Salvatore Adduce. Le conclusioni sono affidate al dirigente regionale Vincenzo Pafundi.
L’appuntamento è il primo di una serie di iniziative che la cooperazione sociale lucana organizza quest’anno per riaffermare il suo ruolo nelle politiche di welfare territoriali, iniziando proprio dal rilancio di quella salute (mentale) di comunità che oggi vive una vera e propria deriva involutiva, paradossalmente nel momento in cui ricorrono quarant’anni sia dalla legge Basaglia che dall’istituzione del servizio sanitario nazionale, nonché dall’avvio delle prime esperienze residenziali in Basilicata, pioniera nel settore, finalizzate al superamento degli ospedali psichiatrici.
“Alla comunità, luogo di promozione del benessere e della salute, va restituita la sua funzione, la sua fondamentale importanza nella realizzazione di politiche e risposte sociali e socio-sanitarie”, commenta Giuseppe Salluce, coordinatore regionale di Legacoopsociali. “È ormai noto che i servizi e gli specialisti del settore rispondono solo in parte alla domanda di salute di un territorio: è la rete sociale, la cultura dell’accoglienza che può abbracciare l’inclusione delle persone e in particolare delle popolazioni vulnerabili e a bassa contrattualità sociale”. L’accreditamento e la qualità dei servizi residenziali rimandano alla centralità della persona, ovvero alla rispondenza delle risposte ai bisogni e alle effettive esigenze degli utenti. “Non sempre – aggiunge Salluce – gli ‘indicatori istituzionali’ tengono infatti conto del punto di vista dell’utente, della famiglia, degli operatori che quotidianamente si prendono cura e accompagnano le persone in difficoltà”. L’incontro si propone di alimentare una riflessione tesa a riattivare processi partecipativi di chi è realmente coinvolto nella fruizione e nella gestione dei servizi, al fine di migliorarli dal punto di vista dell’efficacia e dell’efficienza.
La fotogallery del convegno (foto www.SassiLive.it)