L’obiettivo, sicuramente significativo, del risanamento dei conti della sanità lucana, è stato raggiunto anche grazie ai sacrifici delle strutture private accreditate che, già da qualche anno, si fanno carico della riduzione dei budget (che si protrarrà fino al 2014), come di altre misure fortemente penalizzanti quali il blocco di nuovi contratti delle strutture sanitarie private accreditate e l’abbattimento delle tariffe a carico dei CEA (Centri Esterni Accreditati). Non si sottovaluti che le imprese della sanità privata sono una sessantina con un impatto occupazionale di circa 600 persone.
Deve essere chiaro a tutti che i debiti del bilancio regionale nel comparto salute sono accumulati solo ed esclusivamente dalle Aziende Sanitarie di Potenza e di Matera e dall’A.O. San Carlo come dimostra l’operazione di ripiano che Giunta e Consiglio sono costretti ad approvare ogni anno in fase di assestamento di bilancio.
In tema di spending review nella sanità regionale abbiamo sin dall’inizio condiviso la strada perseguita attraverso l’adozione da parte della Giunta di specifici provvedimenti, tra i quali la creazione della ”Centrale di committenza” e la gestione diretta del rischio per responsabilita’ civile nel sistema sanitario regionale, con una stima di risparmio preannunciato , pari a 9,5 milioni di euro. Dunque, anche questa è la testimonianza che ci sono margini di sprechi o comunque di spesa superflua che al contrario, se recuperati produttivamente, possono consentire alla Regione di ampliare la presenza territoriale dei presidi accreditati, potenziando l’offerta di prestazioni e servizi.
L’Anisap rinnova il massimo impegno a dare un supporto consapevole in questa fase delicatissima sia per effetto della spending review che per le continue proposte di tagli che con periodicità il Governo in carica presenta e che, con il Ministro Balduzzi, ipotizza nuovi ticket dal primo gennaio 2014 per ulteriori 2 miliardi di euro.
L’ANISAP Basilicata tra le priorità da affrontare indica il raggiungimento dell’ accreditamento istituzionale sia per le strutture pubbliche che per le strutture private, insieme ad una rete efficace di controllo sulla qualità delle prestazioni rese e sul livello di soddisfazione degli utenti. Occorre praticare nella sanità rigore e qualità, coniugare territorio ed efficienza e, soprattutto, mettere la persona al centro del sistema sanitario regionale. Noi indichiamo un percorso che ha già dato, in una fase parziale di attuazione, buoni risultati: una più forte integrazione e sussidiarietà tra pubblico e privato. E dall’aggiornamento del Piano Sanitario Regionale dipende il futuro della sanità privata accreditata. Lo stesso deve rendere compatibile la rete esistente per l’erogazione delle prestazioni specialistiche, con l’esigenza di contenere e razionalizzare i costi ed armonizzare la spesa con le disponibilità assegnate all’espletamento della specifica funzione sanitaria.
Una buona notizia: il decreto sullo sblocco dei pagamenti della Pa muove i primi passi. È stato firmato ieri il decreto sul riparto delle risorse per il 2013 (5 miliardi di euro) destinati al ripiano dei debiti sanitari delle Regioni. Per il 2014 sono previsti altri 14 miliardi: alla Basilicata sono destinati 16,209 milioni. Dunque qualcosa si muove per superare la situazione debitoria che riguarda anche il SSR come l’intera P.A.
In attesa di riprendere il confronto istituzionale e tecnico interrotto da qualche tempo non vorremmo che altri che hanno prodotto continuano ad accumulare debiti, mentre le strutture private accreditate siano chiamate, nuovamente, a rispondere con ulteriori sacrifici dopo quelli già sostenuti negli ultimi due anni.