Un incontro urgente per affrontare le problematiche che hanno determinato le gravi criticità nell’ambito delle branche della riabilitazione non complessa-FKT e dei laboratori di analisi è stato sollecitato dall’ASPAT Basilicata al Presidente della Giunta Pittella e all’Assessore alla Salute Flavia Franconi.
L’Associazione che ha proclamato lo stato di crisi del Comparto e l’avvio di una vertenza – evidenzia la presidente Antonia Losacco – tutela gli interessi legittimi e diffusi delle strutture rappresentate, ricadenti nell’ambito della Macroarea Assistenziale della Specialistica Ambulatoriale, segnatamente nelle Branche di Riabilitazione-FKT e della Patologia Clinica, secondo il mandato ricevuto dall’Assemblea Straordinaria tenutasi a Potenza il primo ottobre scorso. Si evidenzia che la mancata adozione di appositi provvedimenti di disciplina dell’attività di riabilitazione in linea con il nuovo “Piano di indirizzo per la riabilitazione 2011” (LR n. 17/2011 art. 8) al fine di superare le attuali inappropriatezze erogative, continua a mantenere in vita un modello ormai superato e inappropriato del comparto riabilitazione non complessa-FKT. Per la branca laboratoristica la Giunta Regionale – sostiene l’ASPAT – non ha ancora definito le tariffe annuali così come previsto dalla L.R. n. 5/2015 all’art.16 commi 1 e 2 e che dal 1° gennaio 2015 si applicano le tariffe previste dal D.M. Del 18 Ottobre 2012, notevolmente ridotte rispetto a quelle previgenti. Tutto ciò con grave danno per le strutture che vedranno ridotti i loro fatturati rispetto al 2014 in assenza di integrazione tariffaria regionale e senza che allo stato sia stato elaborato dalla Regione alcun Piano di Riassetto della Rete Laboratoristica che possa consentire una riduzione dei costi. Nulla è accaduto neanche in merito alla definizione dei criteri per la manovra contrattuale della Specialistica ambulatoriale anno 2015/2016, di cui alla L.R. n. 05/2015 che la Giunta Regionale avrebbe dovuto adottare da Febbraio u.s. con la conseguenza che le strutture continuano a lavorare con contratti scaduti e con budget ormai esauriti, in uno stato di prorogatio da anni senza regole esposte a fattori di rischi e di incertezze. L’ASPAT – conclude Losacco – al fine di scongiurare azioni di protesta, ribadisce la propria disponibilità a contribuire alla ricerca di soluzioni operative atte a superare le tante complessità connesse all’applicazione delle norme vigenti, restando in attesa di un pronto riscontro alla presente.
UIL PENSIONATI: INCREMENTO SPESA SANITA’ NON SI TRADUCE IN AUMENTO SERVIZI ANZIANI
“L’aumento della spesa sanitaria accertata da AGENAS come quello del ticket per le prestazioni cresciuto del 26% in sei anni sono le due facce della medaglia dell’inadeguatezza del servizio sanitario che si ripercuote soprattutto sugli anziani e sui malati cronici che hanno più bisogno di cure, medicine e presidi sanitari”. E’ quanto sostiene la Uil Pensionati in una nota a firma del segretario regionale Vincenzo Tortorelli che rilancia la vertenza “tutela della salute degli anziani”. Nel 2014 la spesa sanitaria è cresciuta dello 0,89% rispetto al 2013. A incidere maggiormente sui costi sono stati i prodotti farmaceutici ed emoderivati (+7,09%), i dispositivi medici (3,41%), nonché le manutenzioni e le riparazioni (+5,62%). Il dato è contenuto nello studio dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) che ha pubblicato l’ultimo aggiornamento dei dati sulla spesa sanitaria nazionale e regionale relativi al periodo 2008-2014.
Dove emerge che la sanità è sempre di più a carico dei cittadini.
Tortorelli evidenzia che “la prevenzione salva vite umane ed evita lo spreco di importanti risorse economiche. Per ogni miliardo investito in questo settore se ne risparmiano tre per esami, cure e riabilitazione in dieci anni. Le malattie non trasmissibili in Italia sono infatti responsabili di 9 decessi su 10 e rappresentano l’80% della nostra spesa sanitaria italiana. All’intera collettività le patologie cardiovascolari costano 16 miliardi l’anno, i tumori 6 miliardi, i disturbi respiratori cronici invece 14. Obesità e diabete richiedono al sistema sanitario rispettivamente 11 e 5 miliardi per controlli e terapie. Nel prossimo decennio più del 7% degli uomini del nostro Paese correrà il rischio di avere una malattia cardio-vascolare. Tra le donne sono invece le patologie più diffuse mentre quelle respiratorie croniche colpiscono oltre 7,5 milioni di persone di entrambi i sessi. Sono diabetici e obesi il 6% e il 10% della popolazione adulta. Patologie diverse ma che presentano gli stessi principali fattori di rischio: fumo, sedentarietà, dieta squilibrata, abuso di alcol, utilizzo di sostanze nocive come doping e droga. Per combattere questi comportamenti scorretti serve una vera e propria rivoluzione culturale”.
Per la UILP “la prevenzione è la migliore arma a nostra disposizione per risparmiare e salvaguardare l’intera società. Preservare la salute dei nostri sessantenni e settantenni significa anche contribuire alla produttività di un Paese sempre più “vecchio”. Se l’adozione dei veri costi standard non nasconde obiettivi celati ma si traduce in responsabilità e trasparenza, qualità ed efficienza, non possiamo che essere favorevoli ed anzi incoraggiarne l’inserimento nella prossima legge di stabilità. Si può e si deve omogeneizzare l’indirizzo sulle politiche della Salute, superando le nette e dannose differenze tra i 21 sistemi sanitari regionali e le relative disparità di accesso dei cittadini ai percorsi di assistenza e cura. E, certamente, l’adozione dei costi standard rappresenta un’apprezzabile strada in questa direzione, in grado, peraltro, di generare un significativo recupero di risorse male utilizzate. La UILP è sempre dalla parte della lotta agli sprechi e all’improduttività. Ma occorre, tuttavia, essere chiari sin da subito: i risparmi ottenuti devono essere reinvestiti nelle medesime politiche della salute, aggredendo le disuguaglianze e sostenendo l’equità”.