La Cisl Fp, rappresentata dalla segretaria regionale Antonia Colangelo, esprime profondo rammarico e indignazione per la chiusura notturna del punto di primo intervento dell’ospedale distrettuale di Stigliano a partire dal 1° marzo 2025. Tale decisione, motivata dall’ormai cronica carenza di personale medico, rappresenta secondo la sindacalista «un duro colpo per i cittadini di Stigliano e dell’intero territorio della Collina materana, che vedono ancora una volta ridursi i servizi essenziali per la tutela della loro salute e sicurezza. La chiusura del punto di primo intervento nelle ore notturne non solo limita l’accesso alle cure d’urgenza, ma solleva il timore che questa misura temporanea possa preludere ad una chiusura definitiva dell’intero servizio. A rendere ancora più critica la situazione è la carenza di personale medico nelle postazioni del 118 della zona, che spesso operano con soli infermieri, limitando così la capacità di intervento in situazioni di emergenza».
La chiusura notturna del punto di primo intervento si inserisce in un quadro già fortemente compromesso. La segretaria della Cisl Fp spiega che da anni i cittadini della Collina materana subiscono un progressivo impoverimento dell’offerta sanitaria: la chiusura temporanea, ma di fatto mai risolta, dell’unità operativa complessa di lungodegenza medica, la limitata disponibilità del servizio di radiologia, riservato ai soli pazienti del punto di primo intervento, la carenza di ambulatori specialistici di oculistica e ginecologia, e la sospensione dell’ambulatorio odontoiatrico. Inoltre, si temono ulteriori chiusure, come quelle dell’hospice e dell’ambulatorio per la terapia del dolore, che comporterebbero l’ulteriore aggravamento della già difficile situazione sanitaria del territorio.
La Cisl Fp sollecita un intervento immediato da parte delle istituzioni regionali per garantire il diritto alla salute dei cittadini della Collina materana: «È necessario attivare misure temporanee, come l’incremento delle prestazioni aggiuntive e il coinvolgimento di personale medico in quiescenza, in attesa di soluzioni strutturali quali assunzioni a tempo indeterminato e una riorganizzazione efficace del dipartimento di emergenza-urgenza/118 regionale. La sanità di prossimità non può trasformarsi in una sanità di distanza. È dovere delle istituzioni garantire parità di trattamento e sicurezza nelle cure per tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro collocazione geografica», conclude Colangelo.