Un “tariffario etico” per permettere ai non residenti in Basilicata l’accesso alle prestazioni convenzionate anche senza ricetta allo stesso costo del ticket previsto dal Servizio Sanitario Nazionale. Sanità Futura, associazione delle strutture sanitarie private accreditate, ne sta avviando la sperimentazione a Melfi (Polimedica). Una decisione che fa seguito alle disposizioni della Regione Basilicata, secondo le quali non è più possibile, una volta raggiunto il tetto di spesa assegnato, ricevere i pazienti provenienti da regioni diverse della Basilicata attraverso il Servizio Sanitario Nazionale. Una situazione che riguarda tutte le strutture sanitarie lucane accreditate che da tempo hanno già raggiunto il tetto assegnato e che di fatto penalizza l’utenza extraregionale specie delle aree cosiddette di confine,perchè i pazienti di altre regioni potranno accedere ai servizi erogati dalle strutture lucane solo in regime privato, vale a dire pagando di tasca propria. Per le prestazioni la cui tariffa supera il limite di 36,15 euro, si applicherà dunque un tariffario etico. Alcuni esempi: tutte le visite specialistiche: € 20,66
Tutte le visite specialistiche di controllo: 12,91; visita + Ecg + Ecocolordoppler cardiaco €50,00; Ecografia addome completo €35,00; Ecografia della tiroide €28,41; Visita pneumologica + spirometria €50,00; Elettrocardiogramma €11,62; Visita + ecografia ginecologica €50,00
Per chi ha adottato come “mission” la parola d’ordine “caringpeople” (attenti ai bisogni dei cittadini)– spiega Sanità Futura – i pazienti non sono un numero, il diritto alla salute e alla libera scelta è un diritto. Se lo Stato non lo garantisce noi cerchiamo di fare il possibile per venire incontro ai cittadini. E’ del resto – spiega una nota di Sanità Futura – un passaggio coerente con la campagna “Non siamo un numero” promossa l’estate scorsa che sui social ha raggiunto, in un paio di mesi,oltre 100mila persone con 12mila interazioni e ha visto circa 500 cittadini iscriversi Sanità Futura che ha aperto l’associazione direttamente agli utenti.Un’iniziativa – che è anche una battaglia per la trasparenza e il rispetto delle leggi, in nome di tutti, medici, operatori, cittadini e della salute pubblica – che proseguiràperchè il sistema va riformato e non per finta.
“Dobbiamo garantire il diritto alla salute alle fasce più deboli della popolazione attraverso il sistema di assistenza primaria realizzato in maniera capillare su tutto il territorio. L’obiettivo è quello di evitare il rischio oggi e nel prossimo futuro di garantire tutto a pochi e sempre meno a molti. Una divaricazione che si basa sulle disponibilità economiche, perché sempre più spesso le famiglie pagano i servizi di tasca propria, con una spesa ‘out of pocket’. Un altro aspetto – dice Michele Cataldi, presidente di Sanità Futura – riguarda la libertà di scelta dei cittadini in ambito sanitario: tutto viene affidato alle decisioni dell’apparato burocratico, invece ci sono sentenze dei Tar che hanno individuato nella libera scelta la stella polare del sistema.Per questo riteniamo che ai cittadini non deve essere concessa la carità delle cure ma il diritto alla cura, affermando nei fatti il diritto alla libera scelta”.
Ott 08