Dopo le diffuse criticità segnalate dal presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone sul sistema della sanità lucana, si badi bene non solo in materia di appalti ma anche e soprattutto in materia di aspetti “normativi, programmatori, organizzativi e operativi”, si profila un “caso Asm Matera”. Nel caso specifico, il Dirigente dell’ufficio Funzioni Sanitarie Territoriali della ASM di Matera si è reso protagonista di determinazioni che avranno un effetto che si può considerare, senza alcuna possibilità di smentita, catastrofico sull’intero sistema sanitario regionale ed in particolare sulla popolazione degli utenti extra regionali e regionali. La situazione ci è stata segnalata da nostri associati e quando abbiamo provato a recuperare le procedure amministrative ci siamo subito drammaticamente accorti che si tratta di un pesantissimo errore amministrativo perpetrato e ripetuto. In sintesi: il Dirigente dell’ufficio ha deciso, senza citare norme di legge e quindi a nostro avviso arbitrariamente, di limitare l’accesso dei pazienti extra regionali alle strutture private accreditate del territorio materano che da anni erogano servizi di elevato valore aggiunto creando un credito verso il saldo di mobilità passiva regionale. L’effetto disastroso di questa decisione aggredisce tutti : gli utenti delle regioni limitrofe che trovano comodo, efficace ed efficiente l’accesso alle nostre strutture e che per decisione della ASM dovranno essere respinti; l’economia delle strutture lucane che offrono servizi pagati a compensazione da altre regioni; la forza lavoro di operatori lucani formati nella qualità e cresciuti con la competenza che rischiano il licenziamento; l’economia della Regione Basilicata che avendo purtroppo un alto saldo di mobilità passiva (39 milioni di euro) è oggi impossibilitata a compensare con mobilità attiva; la popolazione Lucana che gode di una elevata qualità delle prestazioni proprio e grazie al contributo proveniente da altre regioni.
Questo grottesco caso di “mala amministrazione sanitaria”, di cui non si rinviene neppure uno stralcio d’istruttoria, innesca nella nostra associazione infiniti dubbi e drammatiche perplessità proprio sul concetto di trasparenza nell’azione amministrativa dell’ufficio ASM.
Il senso di responsabilità e l’inarrestabile passione per le nostre attività ci spingono a rafforzare l’azione, che pure svolgiamo da tempo, di monitoraggio attento del sistema che ci circonda e ci governa al punto da istituire un ”Osservatorio-Sanità Futura per la trasparenza” , proiettandoci verso la piena condivisione nell’azione proposta dall’ANAC e del suo Presidente Raffaele Cantone che contiamo di invitare presto nella nostra Regione. La trasparenza è infatti uno degli assi portanti della politica anticorruzione impostata dalla l.n. 190/2012. Essa è fondata su obblighi di pubblicazione previsti per legge ma anche su ulteriori misure di trasparenza che ogni ente, in ragione delle proprie caratteristiche strutturali e funzionali, dovrebbe individuare in coerenza con le finalità della stessa normativa nazionale. E non è casuale la segnalazione della “resistenza” dei responsabili degli uffici a partecipare al monitoraggio dell’ANAC per le parti di rispettiva competenza, alla rilevazione e alle successive fasi di identificazione e valutazione dei rischi. Queste resistenze vanno rimosse in termini culturali con adeguati e mirati processi formativi, ma anche con soluzioni organizzative e procedurali. L’Autorità anticorruzione indica, tra l’altro, la rotazione degli incarichi dirigenziali (da noi pressochè sconosciuta) e il Ministro Lorenzin insiste: “stiamo attuando l’ idea della rotazione dei dirigenti, promuoviamo ovunque sia possibile la trasparenza dei dati, strumento formidabile anticorruzione”. E’ il caso di ribadire, invece, che il viaggio della nostra associazione nell’universo della specialistica ambulatoriale è spesso ostacolato dall’impossibilità di visionare gli atti, i documenti e in molti casi anche le motivazioni che le P.A. utilizzano nell’adottare decisioni che si riverberano sulla popolazione e sulle imprese sane. Evidentemente la norma per la meritocrazia nella nomina dei manager delle Asl non basta. Noi siamo convinti che il tema salute e la scarsità di risorse che la finanziano non può più consentire iter procedimentali poco trasparenti.
Appare del tutto evidente che una condotta trasparente della pubblica amministrazione, come sostiene il Comitato di difesa per la sanità pubblica, che ci trova pienamente d’accordo, inneschi nella popolazione una sana e virtuosa partecipazione, accrescendo il senso di responsabilità verso la cosa pubblica. E altrettanto vero che il contrario innesca meccanismi di allontanamento e sfiducia diffusa tra i cittadini-utenti, tanto più inaccettabile in un settore che incide direttamente sul diritto essenziale di accesso alle cure.
Sanità Futura Basilicata