Sanità Futura: il gioco dell’oca della Sanità nella casella delle liste di attesa. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Chiariamo subito una cosa, per noi di Sanità Futura le liste d’attesa per le cure mediche sono paragonabili ad un “crimine contro l’umanità” e non è un’esagerazione da giornalismo sensazionalista,è solo voglia di uscire dagli equivoci, dalla superficialità e dalla rassegnazione. Non si tratta di aspettare un treno o fare la fila all’ufficio postale, si tratta di essere curati in ritardo di mesi e a volte anche oltre l’anno. Le liste di attesa sono liste di persone, sono liste di speranza, che sia “solo” un controllo o un esame, e spesso si trasformano anche in viaggi della speranza. Dovrebbero dargli un nome più appropriato come “ritardo nella cura”.
Le vittime del ritardo nella cura nemmeno si accorgono di chi o cosa li stia colpendo, costrette ad “attendere” una visita specialistica, una TAC o altro, non possono accorgersi se c’è un pericolo incombente, c’è letteralmente inconsapevolezza e rassegnazione alla “normalità” del ritardo nell’essere curati. Del resto, se le agende sono piene di altre persone “in attesa” è normale attendere il proprio turno, non è colpa di nessuno, ci si abitua, ci si fa una ragione, o si ricorre alla propria tasca, se e quando si ha possibilità, e si fa prima.
Ma dove sono tutti quei bei discorsi sulla prevenzione, sulla diagnosi precoce, se nella realtà vera, non quella artificiale che il sistema ci propina, bisogna aspettare mesi e mesi, e chissà se il dedalo della burocrazia finalmente permetterà di fare una risonanza cardiaca oppure bisognerà tornare indietro dal proprio medico di famiglia per correggere la ricetta a cui magari mancava la parola “controllo”. Intanto il ritardo nelle cure aumenta e sembra che il sistema voglia combatterlo con le parole, con gli annunci, non con i fatti.
Anzi, a volte usa anche l’alchimia, come nel caso delle strutture accreditate che, non dimentichiamolo, lavorano nel e per il sistema pubblico, sono piccole strutture se comparate alle gigantesche strutture pubbliche, ci lavorano circa 600 persone, erogano prestazioni di specialistica ambulatoriale, sono distribuite sull’intero territorio regionale e operano con umanità e professionalità, per una sanità pubblica che costi e sprechi meno e riesca a dare risposte immediate.
Ma ritorniamo alle soluzioni alchemiche propinate al nostro settore. Accade che le Aziende sanitarie locali, con un’unica lettera, abbiano sprecato tempo, lavoro, carta e inchiostro ed abbiano “imperativamente” scritto che le strutture accreditate hanno:“l’obbligo di modulare la produzione per soddisfare il fabbisogno assistenziale della popolazione in modo omogeneo per tutto il corso dell’anno, tenendo conto delle liste di attesa”. Poi si continua rincarando la dose: “Pertanto come previsto all’art. 5 del contratto, ed al fine di consentire ai cittadini la continuità nella fruizione delle prestazioni sanitarie nel rispetto dei tetti invalicabili assegnati, si invitano i centri in indirizzo a modulare la propria produzione in modo omogeneo per tutto il corso dell’anno.”.
Con l’intento di far credere che l’assistenza possa essere garantita tutto l’anno, con risorse che come è noto a tutti non sono sufficienti, con tetti di spesa invalicabili imposti alle strutture, vorrebbero che queste “modulassero” le proprie attività assicurando continuità assistenziale tutto l’anno. Forse dovrebbero dimezzare gli orari di apertura? Lavorare 3 giorni a settimana? O forse 15 giorni ogni mese? E come si fa senza generare liste di attesa, o meglio ritardi nelle cure?
“Tecnicamente” ci stanno chiedendo di diventare anche noi degli alchimisti. Il sistema non dovrebbe mascherare questo genere di problemi scaricandoli da un’altra parte, non bastano le parole e gli annunci, né le alchimie burocratiche e men che meno gli atti di imperio: non si può imporre per legge alle persone di non aver bisogno di una prestazione sanitaria! Il risultato sarà scontato e pesante: aumenteranno le liste di attesa ovvero i ritardi nelle cure.
Solo qualche settimana fa raccontavamo della sfortuna di ammalarsi nella seconda parte dell’anno e proprio questo racconto deve aver ispirato la geniale idea di farci diventare uno strumento di inganno nei confronti della popolazione.
Abbiamo sempre tentato di dimostrare alle Istituzioni e soprattutto alla popolazione che con piccole iniezioni mirate si potevano diminuire drasticamente i ritardi nelle cure (liste d’attesa) specialmente di quelle ritenute cruciali dal Piano del Governo nazionale(ne sono 43). Nel corso dell’ultimo quadriennio però le nostre proposte non solo sono state ignorate ma addirittura avversate e stupidamente ribaltate.
E’ accaduto che non avendo più interlocuzione politico-istituzionale in questo momento in cui le grandi manovre elettorali sembrano essersi dimenticate di quanto orrore c’è nel finire in una lista d’attesa col dubbio di esser gravemente ammalati, abbiamo deciso di scrivere al neo Ministro della Sanità Dottoressa Giulia Grillo. Pare che tra primi argomenti attenzionati dal nuovo Ministro ci sono proprio le liste d’attesa chissà che non si riesca quantomeno a uscire dagli equivoci e almeno si cominci a chiamare le cose con il loro nome parlando il linguaggio della chiarezza.
Nei giorni passati abbiamo letto le dichiarazioni del Consigliere Piero Lacorazza sulle liste di attesa, gli siamo solidali e gli chiediamo di attenzionare anche questa casella del grande gioco dell’oca della sanità lucana, ricordando che anche le strutture sanitarie accreditate ricoprono un ruolo strategico nel sistema sanitario regionale.