Almeno una settantina di persone a rischio immediato di perdita del lavoro tra operatori sanitari, dipendenti amministrativi, medici specialisti; oltre 5mila pazienti al mese di altre regioni da rispedire indietro sono gli attori (non protagonisti) del “giallo” della legge misteriosa che imporrebbe questa assurdità. Altro che “interessi pubblici e non privati” da difendere, come si vorrebbe far credere da parte dell’Asm. Nella trama del “caso Asm Matera” che, nonostante i tentativi di “ridimensionamento” e di precisazioni da parte di dirigenti Asm, è unico caso in Italia, il racconto ci spinge, come in una vera pellicola noir, a porci delle domande nel mentre viviamo il reale e il surreale allo stesso tempo.Il caso scoppiato all’ASM, che rischia di trasformarsi presto da giallo in dramma, è poggiato suuna “semplice” determinazione dirigenziale, un limite di accesso dei cittadini non residenti in regione alle strutture sanitarie private accreditate di Matera e provincia. Un “caso”che ha molte, gravissime, ripercussioni e che divieneemblematicamente “nazionale” se, come appare evidente, trae origine da un “grossolano” difetto di trasparenza e partecipazione amministrativa che è il tema principale dell’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione). Un difetto questo che nasce dalla cosiddetta “interpretazione” di una misteriosa legge, non citata nei provvedimenti adottati, che l’ASM di Matera lascia intravvedere nelle nebbiose giustificazioni che produce quando si richiama ad un generico principio di precauzione. Sulla questione nasce quindi un vero e proprio giallo che se non risolto con un deciso gesto di trasparenza e di confronto pubblico, avrà conseguenze catastrofiche sulla vita di tutti. Ancora una volta è la trasparenza della pubblica amministrazione ad essere in gioco, un elemento altamente strategico che, se realmente attuato, mette al riparo non solo dai rischi di corruzione, di abuso di potere, di discriminazione, di mistificazione, di arbitrarietà ma cosa ancor più rilevante in questo caso, protegge il diritto al lavoro e quello di accesso alle cure.La trasparenza quindi può “svelare” l’errore e ricondurre tutto alla verità. E qui veniamo al punto: ci sono aspetti che sinora registrano una profonda sottovalutazione da parte della politica e della Regione, evidentemente ancora “distratte” da altre questioni. Possibile che la determinazione dirigenziale dell’ASM sia nata dal nulla e senza alcuna legittimazione di legge?
Ci troviamo davvero di fronte ad uno pseudo giallo molto tipico del “fare amministrativo”degli uffici regionali e aziendali, che spesso entrano in una sorta di corto circuito, che non lascia spazio alla normale comprensione e che invece producepiù domande che risposte. Noi sollecitiamo una riflessione a partire da alcuni interrogativi:
1. Un dirigente, senza alcuna citazione normativa, emana un atto, che nessun altro ufficio ASL d’Italia ha adottato, che costituisce un’assoluta novità rispetto al passato e al presente, che unilateralmente fa carta straccia dei contratti in essere, limitando l’accesso alle prestazioni dei pazienti provenienti da altre regioni. Se questa iniziativa fosse attivata anche da altre Regioni verso i pazienti lucani che si recano fuori, spesso per prestazioni salvavita, cosa succederebbe?
2. Si giustifica tale atto, secondo noi palesemente a sproposito, fondandolo su una presunta uniformità regionale che discenderebbe dall’applicazione della legge di stabilità 2016, niente di più lontano dalla realtà. Alcune domande.Risulta agli uffici aziendali e regionali che altre aziende in Italia abbiano adottato atti simili? Addirittura il dirigente dell’ufficio ASM si spinge a sostenere che le sue determinazioni si giustificano anche su di una delibera che la regione starebbe predisponendo sui tetti di spesa, quindi su unadelibera che ancora non c’è. La cosa però apre un varco di ulteriore osservazione: la Regione sta predisponendo una delibera, la Regione chi? Il dipartimento salute? Vero è che il direttore generale dell’ASM da circa un mese ha inoltrato, dandocene copia, un quesito al dipartimento regionale che ancora non ha ricevuto risposta. Ma perchè c’era bisogno di fare il quesito? L’Azienda non ha forse le professionalità per applicare le leggi vigenti da tempo? Nel quesito dell’ASM, non viene citato alcun elemento di novità normativa, eppure si dice sui giornali che la legge di stabilità nazionale 2016 imporrebbe questa condotta tutta lucana. Il difetto di trasparenza c’è tutto. Le recenti “raccomandazioni” dell’Autorità Nazionale Anticorruzione di Raffaele Cantone sulla “piena collaborazione” tra Asl e pubblico con tutti i soggetti interessati sono inutili?
Sorgeranno sicuramente altre domande, tutte volte a diradare le nebbie e conoscere sempre meglio quello che accade, le faremo e le renderemo pubbliche con le relative risposte se arriveranno. Sanità Futura, che ha lanciato la proposta di istituire un ”Osservatorio per la trasparenza”, continuerà a promuoverequesti giorni, soprattutto attraverso il web e i social, altre iniziative specifiche per sensibilizzare innanzitutto l’opinione pubblica e la società civile lucana sul “caso-giallo Asm Matera”.
Sanità Futura Basilicata