Sui tetti di spesa da assegnare alle strutture della specialistica ambulatoriale accreditata siamo ormai da anni abituati a colpi di teatro e questo però li supera tutti nel melodramma. Questa volta la surrealità viene dalla delibera dell’ASM (n. 608 del 23 giugno), vale a dire emanata a fine giugno, che provvede alla ripartizione dei budget relativi al 2020! Fermiamoci un momento. Forse non ci siamo accorti che un semestre del 2020 è già trascorso? Che nell’ultimo semestre è successo di tutto e di più per via dell’emergenza Coronavirus, che tra l’altro è ancora in atto?
Accade infatti che mentre le strutture del Materano, come quelle della provincia di Potenza, stanno attuando il massimo degli sforzi per rispondere ai bisogni sanitari “accumulati” (dovuti al lockdown) e tentano l’impossibile per rispondere anche a nuove richieste degli utenti del SSR, ancora una volta si infierisce sulle strutture della specialistica ambulatoriale, in plateale e inaccettabile ritardo.
La giustificazione burocratica sarebbe quella di un presunto “atto dovuto” verso una delibera della giunta regionale che abbiamo da sempre messo in discussione oltre che nel metodo anche nel merito, che è pendente in giudizio presso il TAR, per cui la stessa IV Commissione consiliare ne aveva chiesto la revoca.
Stiamo parlando di una delibera che è un orrore burocratico, che già non teneva conto dei reali fabbisogni territoriali in epoca pre-covid e che mantenendola ancora in vita oggi, con la drammatica realtà determinata dal coronavirus, costituisce un vero gesto assassino per strutture e pazienti. Sanità Futura sta chiedendo da mesi ascolto e trasparenza, sta chiedendo tempestività e azioni concrete per uscire dalla tenaglia mortale che strutture e pazienti stanno vivendo, e la Regione che fa? L’assessore Leone che fa? Non ne sa niente?
Questa delibera è proprio il punto all’origine di tutti i mali che stiamo vivendo sulle liste di attesa e sulla crisi delle imprese sanitarie lucane, l’”atto dovuto” dovrebbe essere revocarla!
Da ricordare che le strutture della specialistica ambulatoriale sono escluse da tutte le misure di sostegno che la Regione ha sinora approvato per l’emergenza economica a favore di ogni settore produttivo. È una discriminazione continua di cui non si riesce ancora a comprenderne le motivazioni, ancora più grave se riferita all’attività svolta dalle stesse imprese in favore di pazienti no-Covid (la quasi totalità dell’utenza sanitaria) che necessitano di visite specialistiche, cure e prestazioni dopo il lungo periodo di sospensione delle attività.
Ci eravamo illusi che almeno per il 2020 Asm, Asp e Dipartimento Salute tenessero in debita considerazione la nuova situazione determinata dall’emergenza sanitaria e in particolare la necessità di recuperare le cosiddette prestazioni arretrate (liste di attesa) che leggiamo sulla stampa hanno raggiunto il numero impressionante di alcune centinaia di migliaia (comprese quelle da programmare).
Sanità Futura ha sempre annunciato pubblicamente, a gran voce, gli errori e i continui ritardi con cui la Regione arrivava a deliberare i tetti delle strutture accreditate. Nei fatti siamo stati costretti a passare questi anni contestando, protestando contro scelte insensate, contro gli abusi e gli assurdi privilegi e contro ogni insulsa stupidocrazia.
La sventurata storia della sanità lucana parla per noi. Dal 2015 però, le cose sono peggiorate in un crescendo inarrestabile e viene da chiedersi se ci troviamo di fronte a una incredibile sequenza di errori oppure il tutto si regge su altre logiche meno casuali.
Siamo stati obbligati a spendere le nostre energie e le nostre risorse verso il Tar che aveva già annullato i tetti 2015-2017, verso l’AGCM nazionale (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) che ha censurato profondamente le delibere regionali. Risultato? Il Tar a luglio 2019 boccia nuovamente i tetti che aveva già bocciato e l’AGCM resta cinicamente inascoltata.
Non finisce qui. La IV commissione consiliare, su iniziativa del suo presidente Zullino, approva all’unanimità una mozione per la revoca in autotutela della nuova delibera del 2019, senza che succeda altro che il nulla.
Le disposizioni nazionali prevedevano si dei tagli di spesa ma nel paradosso lucano si è preferito “congelare” risorse economiche inutilizzate, danneggiando così le strutture accreditate e di conseguenza i cittadini che ne erano i naturali destinatari. La sciagura delle liste di attesa e della mobilità passiva non si risolve (ovviamente) con l’alchimia burocratica ma con una cosciente e riveduta amministrazione. Gli errori, premeditati o meno, prima o poi vengono al pettine e producono autentici disastri.
Tutta questa materia, apparentemente ostica e sapientemente mistificata da interpretazioni burocratiche, dovrebbe dare risposta a domande semplici: dov’è la puntuale analisi dei fabbisogni soprattutto in epoca covid-19? Dov’è il diritto dei cittadini alla libera scelta? E quello delle imprese ad una sana competizione e integrazione nel sistema? Dov’è la riduzione delle liste d’attesa nella quale avrebbero un ruolo decisivo le strutture accreditate che spesso suppliscono alle mancanze del sistema?
Sanità Futura anche per questa vicenda “si ostina” a chiedere un confronto nonostante sinora non sia stata data la possibilità di essere ascoltati. Continuiamo ad illuderci che questo Governo regionale possa dare inizio all’era del cambiamento, attraverso la trasparenza, l’imparzialità, l’economicità e soprattutto il buon senso amministrativo. Se non ora, quando l’assessore Leone procederà a convocarci?